L'ex deputato, che ha lasciato il Movimento il giorno in cui gli iscritti decisero di votare per l'appoggio al governo Draghi, interviene in tv e apre nuovi (improbabili) scenari
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"Potrei decidere di rientrare nel M5S, se lascia il governo Draghi. Magari è solo una speranza". Alessandro Di Battista, ex deputato pentastellato, ospite su Rai 3 a "Mezz'ora in più" per la presentare il nuovo libro "Contro", apre a nuovi (improbabili) scenari. "Ho solo preso decisioni nette negli ultimi mesi, adesso ho il diritto di prendermi del tempo per valutare quali posizioni prendere contro il conformismo della Pax Draghiana" ha aggiunto 'Dibba'.
L'ex parlamentare pentastellato, che negli ultimi tre anni ha più volte preso le distanze dal Movimento, che pure aveva fortemente appoggiato quando si era palesata l'ipotesi di un Conte-ter, si è definitivamente staccato dagli ex compagni di tante battaglie quando i Cinque Stelle riaprirono a Renzi viste le difficoltà a raccogliere l'appoggio di eventuali nuovi senatori disposti ad appoggiare un Conte-ter. Quale futuro lo aspetta, adesso? "Ho diverse strade davanti a me. Quella di tornare nel M5S se mai il Movimento uscisse dal governo Draghi, ma è una speranza utopica - ha spiegato Di Battista - . La seconda è continuare a scrivere per offrire una voce di dissenso. Meloni sostiene di fare opposizione in Parlamento ma probabilmente fanno più opposizione gli ex del M5S".
La questione morale - "Le faccio due esempi - ha continuato Di Battista -. Negli ultimi giorni è scoppiato il caso dell'abuso bulimico da parte di Casellati e l'altro è l'affaire-Durigon. La Meloni, che teoricamente è all'opposizione, non ha messo bocca sui casi Durigon e Casellati. Durigon o è coinvolto nell'inchiesta o è un caz...ro, un sottosegretario del cosiddetto governo dei migliori, calato dall'alto, tecnico e per questo considerato bello, pulito e autorevole. Oggi la questione morale non la può trattare nessuno. Non può farlo Meloni, che sta con Fi e Lega. La potrebbe trattare il M5S ma dovrebbe farlo di più. Non è solo una questione giuridica, è una questione politica. All'estero i ministri si sono dimessi per aver copiato una tesi. Se aspettiamo la magistratura per far pulizia è gravissimo. Non si può aspettare che intervenga la magistratura, la questione morale di Berlinguer riguardava il fatto che i partiti politici avessero occupato tutti i settori della società italiana" ha sottolineato.
Lo scetticismo sull'intesa M5S-Pd - "Sono sempre stato molto scettico su un'alleanza strutturale. Il bipolarismo è una grande fregatura e si sta tornando verso questa direzione, sembra di essere ritornati al dopo '94. La politica sta via via scomparendo, ci sono politici che sono più che altro pseudo-influencer che influenzano sempre meno. C'è un evidente asservimento complessivo al governo cosiddetto dei migliori. Vorrei sapere da Draghi se è debito buono o cattivo la guerra in Afghanistan o il Ponte dello Stretto. Siamo tutti molto bravi ad elogiare il Messia quando è evidente che quel cambio di marcia che alcuni si aspettavano non ci sia stato".
La posizione a difesa dei palestinesi - Di Battista è intervenuto anche sul confrillo in corso a Gaza. E, come spesso accade, la sua è una voce fuori dal coro: "Nei confronti del popolo palestinese è in corso una 'politica di apartheid' contro la quale nessuno prende posizione e Letta è ipocrita se parla di due Stati, quando non si vuole riconoscere quello palestinese. Sono in disaccordo con la linea del M5S e l'ho fatto presente anche al ministro degli Esteri Di Maio. Io riconoscerei immediatamente lo Stato palestinese" ha concluso.