A "Dritto e Rovescio" le critiche a Salvini: "Mi ha deluso, pavido davanti ai poteri forti". Poi la stoccata a Renzi: "Avrebbe dovuto mollare la politica, la sola priorità che ha è la sua convenienza personale"
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Alessandro Di Battista rompe il silenzio dopo l'alleanza tra Cinquestelle e Pd e non nasconde le perplessità sul nuovo governo giallorosso. "Speriamo bene, che vi devo dire? Non è un segreto di Stato il fatto che io sia scettico, conosco il Partito democratico - spiega a 'Dritto e Rovescio' su Retequattro -. Mi auguro il meglio". Quanto al premier Conte aggiunge: "Aspetterò di vedere e giudicherò i risultati".
Di Battista torna sull'alleanza con il Carroccio. "State parlando con colui che è sempre stato un acerrimo nemico di Salvini, mi voleva 'mandare a quel paese' tutti i giorni. Ho contrastato tantissimo anche la Lega da fuori il Parlamento. Personalmente Salvini, mi ha deluso quando si è dimostrato molto pavido di fronte a quelli che sono i poteri forti. Ho sentito un'intervista ad Andrea Orlando (Pd) in cui dice che, in questo Paese, i poteri forti non esistono; invece si chiamano 'De Benedetti', 'Benetton', 'Caltagirone', 'Malagò'... sono questi i miei avversari. Per me il Pd resta il partito garante di questo sistema".
Le critiche sono in particolare al leader della Lega. "È vera la storia che Salvini ha proposto a Luigi Di Maio di fare il premier - assicura Di Battista - lo posso garantire da fonti dirette. Fondamentalmente lui ha avuto lo stesso vizio di Renzi: un'ubriacatura di potere. Un'arroganza tale che l'ha fatto sentire il 're del mondo'. Tanta gente ai suoi comizi, tante foto... si è sentito amato più di ogni altro, ma ha sottovalutato le regole parlamentari e ha commesso un autogol clamoroso. Si è montato la testa e ha preso una craniata". E ancora: "Ho rapporti diretti con ex ministri e politici della Lega, pubblicamente sono compatti e difendono il Capitano poi, privatamente, ne dicono di 'peste e corna'".
A Luigi Di Maio augura "il meglio, di fare come sempre l'interesse del popolo italiano. Oggi, per me, l'interesse del popolo italiano, passa anche attraverso scelte coraggiose perché l'Italia è stata destabilizzata del tutto con scelte di politica estera scellerate, portate avanti soprattutto dal Pd". E alla domanda se Di Maio gli abbia proposto una carica all'interno di questo governo, risponde: "Credo che il Partito democratico abbia, in un certo senso, posto dei veti. Però è pur vero che io avevo esternato, non dico pubblicamente, però lo scrivono i giornali, uno scetticismo rispetto a questa cosa, quindi è anche comprensibile. Poi io sono un uomo piuttosto divisivo: le mie idee sono abbastanza nette da sempre e le metto sempre davanti a tutto. Per me le mie idee sono la cosa più importante che ho, oltre a mio figlio".
Infine l'attacco a Matteo Renzi. "Avrebbe dovuto mollare la politica, ma soltanto io ho fatto ciò che ho detto - sottolinea Di Battista -. Secondo me proverà a riorganizzare i gruppi parlamentari - che comunque li ha messi quasi tutti lui i parlamentari che oggi sono nel Partito democratico – e proverà a creare una sorta di 'minoranza interna': questo l'hanno sempre fatto all'interno del Parlamento". Con il rischio di staccare la spina? "Non lo so. La convenienza personale viene sempre posta davanti agli interessi del Paese. Io non sono così. Personalmente se avessi pensato sempre e solo alla convenienza personale, avrei fatto un’altra carriera. Però per quanto mi riguarda, Renzi è così. Non crediate che si sia convertito sulla via di Damasco... Se si fosse andati al voto, la maggior parte dei suoi parlamentari, non sarebbero stati candidati da Zingaretti e lui si sarebbe trovato con un pugno di mosche in mano. Ha agito essenzialmente per istinto di sopravvivenza".