Il ministro degli Esteri "vota" per l'ex presidente del Consiglio a capo del Movimento
Si moltiplicano le investiture per Giuseppe Conte alla guida del Movimento Cinque Stelle. L'ultima - e probabilmente più "pesante" - è quella di Luigi Di Maio. Per il ministro degli Esteri, i tempi sono maturi. "Il M5s è cresciuto e maturato, questo governo rappresenta il punto di arrivo di un'evoluzione in cui i 5 stelle mantengono i propri valori, ma scelgono di essere finalmente e completamente una forza moderata, liberale, attenta alle imprese, ai diritti, e che incentra la sua missione sull’ecologia - ha detto il titolare della Farnesina -. Questa evoluzione si può completare con l'ingresso di Conte. L’ex premier, che ha rappresentato questi valori, metta la parola fine alle nostre ambiguità e ai nostri bizantinismi".
Giuseppe Conte, dopo quasi tre anni a Palazzo Chigi, è pronto a tornare in Università a Firenze (domani terrà una lectio magistralis), ma il ritorno in cattedra potrebbe essere breve. L'ex premier, infatti, sta ricevendo sempre più segnali dal Movimento Cinque Stelle: praticamente tutti lo vogliono alla guida del "prossimo" Movimento. A pochi giorni dall'endorsment dell'ex Guardasigilli, Alfonso Bonafede, ecco arrivare anche la chiamata di Luigi Di Maio, che ha rilasciato un'intervista a Repubblica.
"Sarei veramente felice di un passo avanti di Conte dentro il M5s - ha dichiarato Di Maio -. Quando sono stato eletto capo politico nel 2017 avevo un obiettivo: portare i 5 stelle fuori dalle ambiguità. Sono stato il primo a dire che non dovevamo più parlare di uscita dall’euro, che bisognava smettere di fare leggi che burocratizzavano il Paese. Ho detto al Financial Times che la Nato non andava abolita e che non dovevamo uscirne. Il Movimento è ora su una linea moderata, atlantista, saldamente all’interno dell’Ue. Questa evoluzione si può completare con l’ingresso di Conte. L'ex premier, che ha rappresentato questi valori, metta la parola fine alle nostre ambiguità e ai nostri bizantinismi. Io rispetto tutto, ma l’assemblearismo estremo finisce solo per dare un’immagine di caos. Se si sta parlando di far entrare Conte, significa che a un anno da quando ne ho lasciato la guida il Movimento ha realizzato che senza una leadership forte non si va da nessuna parte".