Il leader del Movimento invoca nuove elezioni. Ma tornare subito alle urne appare uno scenario difficile. Toninelli: "Esecutivi tecnici fatti solo per tirare a campare"
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No a Mattarella e voto subito: è la posizione del M5s in vista delle nuove consultazioni. "Diciamo no a un nuovo Nazareno", dice Luigi Di Maio al Fatto Quotidiano. Il leader del M5s ha poi ribadito ai cronisti a Montecitorio: "Spero non ci sia opposizione e che si vada al voto il prima possibile, anche il 24 giugno. Abbiamo studiato che si può fare. Un governo 'di tregua' tradirebbe il popolo".
Secondo Di Maio, "Berlusconi e Renzi sono d'accordo. Ora sarà Salvini a decidere se aiutarli o meno a fare un governo contro di noi. Stanno già cercando il pretesto, le riforme o una nuova legge elettorale. Ma una nuova legge non si può fare, ci infileremmo in un inferno. Bisogna tornare al voto, il 24 giugno".
Di Maio: "No a un nuovo Nazareno" - Nell'intervista al Fatto, il leader del M5s spiega: "Noi diciamo no a un nuovo Nazareno, magari con Giorgetti premier. E sarebbe ancora peggio un governo di scopo, di tregua o con qualsiasi altra formula: se con 120 parlamentari abbiamo fatto perdere la metà dei voti al partito di governo, con 338 eletti non gli faremmo passare neanche un provvedimento".
"Abbiamo fatto il massimo per arrivare a un governo" - Sulle intenzioni del Colle "i retroscena lasciano il tempo che trovano - commenta -. Dal Quirinale non ci è mai arrivata alcuna richiesta in tal senso (di un governo di tregua o istituzionale, ndr) e con il presidente della Repubblica siamo sempre stati molto chiari. Abbiamo fatto il massimo per arrivare a un governo. E i limiti del M5s si conoscevano, dal primo giorno. Aspettiamo cosa deciderà il Quirinale".
"Rivendico il no a Berlusconi" - "Rivendico con orgoglio il no a Berlusconi - ribadisce Di Maio -. E il mio nome come premier non è mai stato il problema. La più grande bugia è che con Salvini tutto sia saltato perché io volevo fare il premier a tutti i costi. Il Pd? Pensavo che il senatore semplice Renzi potesse permettere un processo di rinnovamento nel Pd, accettando un'autocritica dopo la batosta elettorale. Poi però è andato in tv e ha rotto tutto, prima della direzione del Pd", risponde.
"Tornare al voto col Rosatellum" - Secondo Di Maio si deve tornare a votare con il Rosatellum perché una nuova legge elettorale "non si può fare, perderemmo anni a discuterne. Già mi immagino Salvini dirmi: 'Io sono per il premio di lista, ma Berlusconi lo vuole per la coalizione'".
"Se 'governo tregua' partiti traditori del popolo" - Di Maio ha aggiunto: "Io spero che non ci sia opposizione, e che si vada al voto il prima possibile. Se metteranno il presidente Mattarella in condizione di individuare questo governo di tregua, gli altri partiti saranno stati i traditori del popolo. Non esiste tregua per i traditori del popolo, questo deve essere chiaro. Ma non per il presidente che è stato fin troppo paziente. Avevano l'opportunità. Se il governo di tregua nasce è perché Salvini si èalleato con il Pd".
"Subito alle urne, il 24 giugno è fattibile" - Per Di Maio, l'unica via percorribile è quella di tornare subito alle urne: "Al voto il prima possibile. Secondo i nostri calcoli è possibile il 24 giugno, accorpando le elezioni politiche ai ballottaggi delle comunali", ha ribadito. A chi gli chiede se sia possibile una deroga alla regola del tetto dei due mandati elettivi, Di Maio risponde: "Io sto pensando al ritorno al voto. Se si torna al voto, si torna al voto".
Voto a giugno? Scenario difficile - Tornare alle urne già a giugno è però molto difficile. Il tempo minimo in Italia per indire le elezioni politiche è di 45 giorni, ma bisogna poi considerare il voto all'estero per organizzare il quale servirebbero almeno 60 giorni. L'ipotesi più ragionevole sarebbe quella di accorpare le elezioni politiche al secondo turno delle amministrative previsto il 24 giugno. Una strada che però non sembra praticabile. La finestra dei 45 giorni si chiude tra una manciata di giorni, il 9 maggio. Il decreto del presidente della Repubblica con il quale si stabilisce la data del voto deve infatti essere pubblicato sulla Gazzetta ufficiale entro il 45esimo giorno antecedente a quello delle consultazioni. Non ci sono però i 60 giorni di tempo richiesti per il voto all'estero. Più semplice sarebbe l'ipotesi di tornare alle urne in autunno.
Toninelli: "Errore M5s non aver saputo spiegare il contratto" - La linea di Di Maio è stata ribadita anche dal capogruppo al Senato del M5s, Danilo Toninelli a Radio Anch'io: "Questi governi tecnici, di tregua, del presidente sono fatti per tirare a campare, preferisco andare a votare".
"Non abbiamo saputo spiegare il contratto di governo" - Toninelli analizza anche gli errori fatti fin qui dal M5s: "Non abbiamo saputo spiegare il contratto di governo, una cosa rivoluzionaria. Non era un tentativo di alleanza, forse chi ci voleva bene ha pensato che eravamo cambiati, che puntavamo alle poltrone, ma non era così. Non sono neanche venuti al tavolo a parlare perché chi fa politica da sempre era di fronte a una cosa nuova, una promessa messa per iscritto e da realizzare - conclude -. A chi non ha mai concretizzato una promessa elettorale questo era insopportabile".