presunti appalti illeciti

Dimissioni sindaco di Paestum (Salerno), Mastella: "Obbligo morale di lasciare è un meccanismo perverso"

L'ex ministro commenta il caso di Franco Alfieri, indagato per presunti appalti truccati, mettendo a confronto la sua vicenda politica

18 Feb 2025 - 16:00
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Dopo le dimissioni del sindaco di Paestum (Salerno), Franco Alfieri, (per presunti appalti truccati) arriva il commento di Clemente Mastella che si schiera con il primo cittadino, mettendo a confronto la sua carriera politica. "Circa le vicende giudiziarie che in queste ore suscitano clamore in Campania occorre parlare un linguaggio molto schietto e netto, un linguaggio di verità - afferma il sindaco di Benevento e leader di "Noi di Centro" -. E sollecitare una riflessione sincera da parte della classe dirigente di ogni colore. Quando l'intero partito di cui ero leader, l'Udeur, fu messo sotto assedio giudiziario mi dimisi da Ministro della Giustizia. Fu la più grave ingiustizia mai perpetrata in Italia, in epoca repubblicana, ai danni di una formazione politica: mai prima di allora un intero partito era stato tacciato di essere un'associazione a delinquere, sottoposto a una gogna terribile, poi smontata completamente dalle sentenze. Mia moglie Sandra, che pure finì ai domiciliari, ritenendo ingiusto quell'assalto giudiziario e volendo rivendicare la sua assoluta estraneità e innocenza, fece una scelta diversa, una scelta di coraggio che poi le fecero pagare, restando presidente del Consiglio regionale. Oggi dico, alla luce del proscioglimento da ogni accusa con formula piena, che ebbe ragione lei e non io".

Le dimissioni di Alfieri da sindaco e da presidente della Provincia di Salerno sono arrivate dopo la sospensione dal Pd a seguito del suo arresto, avvenuto il 3 ottobre, nell'ambito di un'inchiesta su presunti appalti truccati. "Per un politico che viene riconosciuto innocente - continua Mastella - non c'è e non può esserci nessun risarcimento postumo: viene immediatamente risucchiato nel sifone del tritacarne giudiziario e mediatico e la sua carriera macchiata in maniera indelebile. C'è una generale ipocrisia che contagia destra e sinistra: se gli avvisi e le misure giudiziarie sono notificati a personaggi di una parte, dall'altra si invocano le dimissioni. E viceversa, come si seguisse un copione infantile e farisaico. La verità è che un presunto obbligo morale di dimettersi, prima che arrivino le sentenze, rischia solo di perpetuare un meccanismo perverso che compromette i principi basilari dello Stato di diritto e delle garanzie morali e giuridiche degli individui e della politica". 

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