Il candidato del centrodestra ha resistito alla rimonta di Francesco Russo
Dopo il primo turno sembrava tutto in discesa: forse nella storia della politica nessuno ha mai recuperato 16 punti percentuali di svantaggio. Invece Francesco Russo, per la prima volta candidato di centrosinistra a sindaco di Trieste, stava per riuscire nell'impresa. Il ballottaggio, in cui aveva di fronte l'inossidabile Roberto Dipiazza, candidato per il centrodestra, si è chiuso con "soli" tre punti percentuali di distacco. Non è il solo primato: il vincitore, Dipiazza, scolpisce nella storia della politica un record, quello di essere stato eletto sindaco per la quarta volta, facendo tirare un sospiro di sollievo al centrodestra sconfitto negli altri capoluoghi di regione. A 67 anni, Dipiazza dice che sarà l' "ultima volta", ma l'uomo è capace di sorprendere, nessuno si sente di escludere una quinta tornata. Ma è ovviamente troppo presto per parlarne.
Il risultato è chiaro: al termine dello scrutinio di 238 sezioni, il dato definitivo è 51,29% per Dipiazza e 48,71% per Russo. Sono stati 76.613 i votanti mentre i voti validi sono stati 75.674. Da vecchio politico navigato, Dipiazza ha riferito subito di aver già telefonato all'antagonista per annunciargli la disponibilità a una maggiore condivisione nel grande progetto di trasformazione del Porto Vecchio. In realtà, però, c'è un dato che deve far riflettere, è l'affluenza, bloccata a un numero incredibilmente basso, 42%.
A una analisi attenta significa che entrambi i protagonisti chiudono la tornata elettorale rappresentando più o meno un quarto dell'elettorato cittadino. E' inevitabile in qualche modo una maggiore vicinanza tra le due parti, visto anche l'impegnativo programma che la città sta per affrontare, dalla gestione dei fondi del Pnrr alla trasformazione, appunto, di quella miniera architettonico-urbanistica che è il Porto vecchio. Dipiazza analizza il dato della scarsa affluenza e attribuisce alla pandemia, al disagio dei giovani costretti a casa la ragione di questo fenomeno. Intanto, lui si gode il trionfo.
A urne scrutinate si fa vedere nell'area stampa e gongola elencando le persone che gli hanno telefonato per complimentarsi. Per lui, pochi giorni fa, sono venuti tutti insieme Antonio Tajani, Maurizio Lupi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni. E dalla scenografia di un gazebo in piazza della Borsa hanno supportato il proprio beniamino. Oggi quegli stessi lo hanno definito un "eroe". Sicuramente un protagonista, che già parla di quanto farà domani: un lavoro per lui routinario si potrebbe dire.
L' "eroe" è soddisfatto della "continuità" che garantisce il suo mandato e annuncia che almeno tre assessori della Giunta uscente saranno presenti anche in quella che andrà componendosi. Una decina di giorni ha chiesto, poi i nomi saranno resi noti. E poi snocciola i progetti che sono in corso - "mille", indica - e ne annuncia di nuovi. Uno per tutti, il "ring" (forse reminiscenza della dominazione asburgica) che prevede la chiusura del centro alle auto, più di quanto già non avvenga oggi.