Prima verifica di sorveglianza dopo 15 giorni e poi altri controlli ogni mese. Il decreto dopo le polemiche scatenatesi contro il ministro Bonafede
Il Consiglio dei ministri ha dato via libera al Dl Boss, che disciplina le nuove regole sulle scarcerazioni legate alla pandemia. Nella bozza del decreto circolata prima della riunione si parlava di una prima valutazione del tribunale di sorveglianza dopo quindici giorni dal provvedimento di scarcerazione legato al Coronavirus. Controlli sugli scarcerati che continueranno mensilmente per valutare il permanere delle condizioni di scarcerazione.
Per i condannati per terrorismo o mafia e per i detenuti in regime di 41 bis ammessi ai domiciliari o con il differimento della pena per il Covid dal magistrato di sorveglianza, che ha acquisito il parere della procura nazionale antimafia, il magistrato "valuta la permanenza dei motivi legati all'emergenza sanitaria entro il termine di 15 giorni dall'adozione del provvedimenti, e successivamente con cadenza mensile". Lo prevede il Dl boss portato in Cdm dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, e approvato dai ministri questa sera.
"La valutazione - si legge ancora - è effettuata immediatamente, anche prima della decorrenza dei termini sopra indicati, nel caso in cui il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria comunica la disponibilità di strutture penitenziarie o di reparti di medicina protetta adeguati alle condizioni di salute del detenuto o dell'internato ammesso alla detenzione domiciliare o ad usufruire del differimento della pena. Prima di provvedere alla scarcerazione l'autorità giudiziaria sente l'autorità sanitaria regionale, in persona del Presidente della Giunta della Regione, sulla situazione sanitaria locale e acquisisce dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria informazioni in ordine all'eventuale disponibilità di strutture penitenziarie o di reparti di medicina protetta in cui il condannato o l'internato ammesso alla detenzione domiciliare o ad usufruire del differimento della pena puo' riprendere la detenzione o l'internamento senza pregiudizio per le sue condizioni di salute".
Bonafede: nessuno può sfruttare virus per scarcerazione, è un insulto - "Nessuno può pensare di approfittare dell'emergenza sanitaria determinata dal Coronavirus per uscire dal carcere. E' un insulto alle vittime, ai loro familiari e a tutti i cittadini, che in questo momento stanno anche vivendo tante difficoltà. I magistrati applicano le leggi e come sempre io rispetto la loro autonomia e indipendenza. Da stasera c'è una nuova norma che mette ordine alla situazione. In un momento così straordinario si stava andando avanti con vecchi strumenti". Lo dice il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, in seguito all'ok al dl approvato dal cdm. "Il provvedimento, in sintesi, consente ai giudici di rivalutare, alla luce del mutato quadro sanitario, con una diversa situazione a livello di disponibilità di strutture penitenziarie e ospedaliere, le concessioni da loro disposte nei confronti dei detenuti a causa della diffusione del Covid-19".
Bonafede: "Governo ribadisce impegno contro la mafia" - "La settimana scorsa abbiamo approvato un decreto che rende obbligatoria la richiesta del parere della direzione nazionale e delle direzioni distrettuali antimafia e antiterrorismo, prima di assegnare la detenzione domiciliare, e, stando ai dati di questa prima settimana, sta già dando i suoi frutti: abbiamo fermato l'emorragia. Oggi chiudiamo il cerchio". Spiega il Guardasigilli Alfonso Bonafede. "Con questi due decreti ribadiamo con fermezza quanto lo Stato sia impegnato nella lotta alla mafia. Un impegno che continuiamo a portare avanti, in onore della memoria di chi su questo terreno ha perso la vita e i propri affetti, nonché per il futuro dei nostri figli. La mafia mina le fondamenta della democrazia del nostro Paese e dobbiamo mettercela tutta affinché la giustizia faccia sempre il suo corso, fino all'ultimo", conclude.