"stagionali senza futuro"

Dl Dignità, precari Nestlè Benevento: noi prime vittime senza lavoro

Il Pd: "Non saranno rinnovati perché hanno lavorato 24 mesi e il decreto dice che non possono essere prorogati a 36 mesi"

24 Lug 2018 - 19:12
 © ansa

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Si definiscono "le prime vittime del Dl dignità" i lavoratori precari, una ventina, che da 15 anni lavoravano come stagionali nello stabilimento Buitoni di Benevento, gruppo Nestlè, che sta investendo in loco circa 50 milioni di euro per realizzare un hub internazionale per la produzione di pizze surgelate da esportare in tutto il mondo. Non saranno rinnovati perché hanno lavorato 24 mesi e il decreto dice che non possono essere prorogati a 36 mesi.

Il gruppo di precari su twitter ha denunciato di aver perso il lavoro stagionale proprio per effetto del decreto dignità. Una protesta rilanciata dal Pd, con il segretario Maurizio Martina che su Twitter ha postato un articolo de Il Mattino sulla vicenda dei lavoratori di Benevento. Anche se non è escluso che alla fine, dopo una trattativa, la società aumenti il numero delle assunzioni.

"Questi - ha scritto Martina - sono i veri effetti del 'Decreto Disoccupazione' firmato da Di Maio e sostenuto anche dalla Lega. Lavoratori lasciati a casa. Storie vere di persone e di famiglie, alla faccia della propaganda del Governo". "Oggi - rincara la dose per i dem Teresa Bellanova - i lavoratori della Nestlè di Benevento stanno sperimentando la cosiddetta lotta alla precarietà.

I loro contratti non saranno rinnovati, non perché l'azienda non ha lavoro, non perché c'è una crisi. Non saranno rinnovati perché hanno lavorato 24 mesi e il decreto dice che non possono essere prorogati a 36 mesi". Il gruppo Nestlè, da parte sua, si dice pronto al confronto sull'assetto occupazionale dello stabilimento Buitoni di Benevento. "Allo stato attuale - si legge in una nota dell'azienda - i lavori di impianto delle nuove linee di produzione sono in corso, conseguentemente l'assetto occupazionale non è ancora definitivo".

Nestlè ricorda che "non si potevano richiamare i lavoratori in somministrazione che hanno raggiunto il nuovo limite imposto dal decreto di urgenza in ovvia ottemperanza alle nuove normative" ma che "in ogni caso, non appena terminati tutti i lavori con la piena operatività dello stabilimento, ci confronteremo con le parti sociali per definire l'assetto occupazionale finale, che certamente terrà presenti e, per quanto possibile valorizzerà, tutte le professionalità già maturate sul territorio".

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