Leu: "Ipotesi improponibile". I Verdi e +Europa: "E' un attacco alla democrazia". Toti: "La data giusta è il 26 luglio"
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C'è il no di Forza Italia all'ipotesi di un election day il 13 e 14 settembre come annunciato dal governo che vorrebbe accorpare Comunali, Regionali e Referendum confermativo previsto dalla Costituzione. "Deve essere una scelta condivisa con tutti i partiti e non l'ennesima imposizione", ha detto Maurizio Gasparri. "Bisogna garantire una vera campagna elettorale e un libero confronto con i cittadini", ha aggiunto il senatore.
A ipotizzare l'election day è un emendamento della relatrice al decreto sul rinvio in autunno delle elezioni, Anna Bilotti del M5s. "Le elezioni sono una cosa seria e non si può giocare con le date - è stata la reazione di Gasparri -. Presentazioni delle liste e campagna elettorale si dovrebbero svolgere nel mese di agosto. Che non sarà un mese normale, perché il turismo opererà in condizioni di grande disagio. Aggiungere un turno elettorale sarebbe un'autentica follia. Bisogna garantire diritti democratici pieni. Una vera campagna elettorale. Un libero confronto con i cittadini. Cosa che le date indicate non consentirebbero in alcun modo". L'auspicio, sottolinea il senatore azzurro, è che il governo "si muova con cautela e non faccia imposizioni".
L'ipotesi ha scatenato le critiche anche di parte della sinistra. Per Paolo Cento (Leu) "è improponibile per ragioni tecniche e di partecipazione democratica". "Siamo ovviamente favorevoli ad un election day - ha spiegato - ma in una data che consenta un confronto elettorale vero, una raccolta delle delle candidature e delle liste in tempi ragionavoli e non a ferragosto". "Si tratta di una grave forzatura e chi l'ha proposta non si è fatto carico di considerare meccanismi di partecipazione al voto per le Liste elettorali che non comporti la raccolta di firme per nessuna delle liste", spiegano in una nota il segretario di +Europa, Benedetto della Vedova, e il coordinatore nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli, parlando di "vulnus inaccettabile alla partecipazione democratica su basi paritarie per tutti i partiti".
Per il governatore della Liguria, Giovanni Toti, leader di Cambiamo!, "il 26 luglio sarebbe una data sicura e tale da consentire una ordinata ed esaustiva campagna elettorale, ma se si vorranno scegliere i primi 10 giorni di settembre, già data limite per l'espressione di un diritto così importante, lo si faccia e la si finisca di tirare per la giacca, a seconda delle varie convenienze, un diritto che non è nelle disponibilità di nessuno, se non degli italiani".