SCONTRO APERTO

Dl maggio, tensioni nel governo tra Conte e Renzi: il Quirinale vigila | Oggi il premier incontra le imprese

Sostenuta da Pd-M5s ma osteggiata di Iv la proposta di Gualtieri di ricapitalizzare con fondi pubblici le imprese tra i 5 e i 50 milioni di fatturato: si decide dopo il confronto con le parti sociali

06 Mag 2020 - 11:19
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Non c'è ancora intesa nel governo sul Decreto Maggio (ex Aprile) che dovrà dare il vero aiuto alle aziende e alle famiglie per la ripartenza dopo il lockdown da coronavirus. Anzi, la tensione tra Conte e Renzi è altissima. Non c'è accordo su molti punti, sui fondi per la famiglia, per la sanità, sul reddito di emergenza e anche sulla regolarizzazione dei migranti in nero. La tenuta del governo è vigilata dal Quirinale, pronto a intervenire, nella convinzione che l'unica alternativa a questo esecutivo sarebbero le elezioni. 

Il mordere della crisi e le difficoltà della ripartenza sono non solo il grimaldello delle sortite di Italia viva, ma anche la base di timori diffusi tra i parlamentari Pd e M5s. Il premier Giuseppe Conte lavora per sopire le tensioni e per misure largamente condivise. Frena anche la proposta del ministro Roberto Gualtieri, sostenuta da Pd e M5s ma osteggiata da Iv, di ricapitalizzare con fondi pubblici le imprese tra i 5 e i 50 milioni di fatturato: si deciderà dopo un confronto con le parti sociali e in particolare gli imprenditori, che hanno assunto una posizione molto critica.

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Mattarella vigila su Palazzo Chigi - Ma al di là delle singole misure, che sono state al centro di un lungo vertice lunedì notte e tengono in stand by il Consiglio dei ministri (dovrebbe esserci tra giovedì e venerdì), il rischio che le tensioni della maggioranza si riflettano sulla tenuta del governo viene osservato con attenzione anche dal Colle. Nella convinzione - da tempo acquisita - che l'unica alternativa a questo esecutivo sarebbero le elezioni. Neanche il referendum sul taglio dei parlamentari sarebbe sufficiente, vista la gravità dell'emergenza economica, a impedire un ritorno rapido al voto.

Braccio di ferro tra Conte e Renzi - Conte avverte Matteo Renzi che "l'instabilità sarebbe un gravissimo danno alla vigilia della ripartenza e indebolirebbe la nostra posizione in Europa in una fase decisiva". Perciò una crisi sarebbe "incomprensibile" ai cittadini. Il Pd e i Cinque stelle concordano con lui: "Non esiste lo spazio morale, oltre che politico, per ordire trame e ribaltare l'esecutivo", dice Goffredo Bettini. Ma i renziani, a microfoni spenti, ribadiscono le loro critiche alla gestione del premier e aggiungono che, se si continua così, saranno i cittadini - sotto i morsi della crisi - a sentenziare la fine del governo. A quel punto l'idea di Iv è un nuovo governo con i cinque stelle ma a guida Pd o un governo di larghe intese. La spinta a un nuovo esecutivo sarebbe non solo lo spirito di conservazione dei parlamentari ma anche la convinzione che non si possa andare a votare finchè non si sarà svolto il referendum per il taglio dei parlamentari.

Bergamo Fase 2, la città riapre dopo l'emergenza Covid-19

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Il referendum non frenerà un ritorno alle urne - Ma il referendum non può essere la ragione per rinviare sine die un eventuale appuntamento elettorale, ragionano al contrario al Quirinale. Di fronte a un'emergenza così inedita e pesante, le fibrillazioni politiche vengono osservate dal Quirinale con un supplemento di  attenzione: il rischio, con l'apertura di una crisi al buio, sarebbe di entrare in una spirale e creare un vuoto istituzionale, nel momento in cui il Paese ha invece bisogno di un esecutivo nel pieno delle sue funzioni. Una crisi prolungata non sarebbe sostenibile né di fronte ai mercati né di fronte ai partner europei, con i quali sono aperti tavoli cruciali per l'economia italiana. E' questa preoccupazione che dà sostanza alla convinzione che il ritorno alle urne e la nascita di un nuovo governo sarebbero l'unico scenario sostenibile.

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