Il voto finale del decreto scuola avverrà sabato mattina alle 11.30: lo ha annunciato in Aula il vicepresidente della Camera Ettore Rosato, alla ripresa dei lavori dopo la sospensione della seduta
Seduta sospesa alla Camera dopo una bagarre scatenata dai deputati della Lega, che hanno innalzato uno striscione con la scritta "Azzolina bocciata". Come ha spiegato successivamente Enrico Borghi a innescare la rabbia nel Pd è stato il fatto che alcuni deputati del Carroccio hanno attraversato l'emiciclo e sono saliti sui banchi dei Dem per fotografare i colleghi con lo striscione e poter postare lo scatto sui social.
I deputati leghisti hanno esposto lo striscione nell'Aula della Camera al termine dell'intervento del capogruppo Ricardo Molinari durante l'esame del decreto Scuola. Hanno anche intonato un coro "vergogna, vergogna".
Il presidente di turno Ettore Rosato, dopo aver invitato più volte e invano a rimuovere lo striscione, ha disposto una breve sospensione della seduta per ristabilire l'ordine.
Il voto finale del decreto scuola avverrà sabato mattina alle 11.30. Lo ha annunciato in Aula il vicepresidente della Camera Ettore Rosato, alla ripresa dei lavori dopo la sospensione della seduta per la bagarre provocata dai deputati della Lega. Rosato ha riferito che mancano gli interventi di ancora 80 deputati e che proseguirà la seduta fiume.
La situazione - Il decreto Scuola, all'esame della Camera, arriva in extremis per la conversione in legge, che è fondamentale visto che il provvedimento disciplina, tra le altre cose, l'esame di maturità "light" e il concorso straordinario per assumere nuovi docenti. In vigore dallo scorso 8 aprile, il testo deve essere convertito entro domenica per non decadere. Probabilmente il voto finale arriverà poche ore prima della scadenza.
Dal centrodestra sono stati presentati diversi ordini del giorno per rallentare i lavori. Il Carroccio ne ha preparato 105, molti dei quali approvati. Il gruppo leghista a Montecitorio, oltre a mostrare lo striscione, chiede chiarezza sulla riapertura a settembre, e più attenzione per gli istituti paritari. Dal governo sembra esserci la determinazione a riaprire le classi in presenza da settembre. Se ne è parlato nella riunione promossa dal premier Giuseppe Conte, giovedì, con una cinquantina di rappresentanti del mondo della scuola.
Secondo quanto viene riferito, non sono previsti sdoppiamenti delle classi o su doppi turni, mattutini e pomeridiani. Si pensa piuttosto a ridurre la durata della lezione, dall'ora piena attuale, a 50 o 40 minuti. Ci potrebbe essere la possibilità, nel caso di un contagio ancora presente, di installare pannelli di plexiglass per dividere i banchi degli studenti (ipotesi subito usata nella polemica contro la ministra).
In alternativa, se la situazione epidemiologica lo consentirà, ci sarà una revisione delle norme di distanziamento. Ad ogni modo, forse, lo tsnumai del virus produrrà classi meno sovraffollate. Uno degli ordini del giorno approvati da Montecitorio, infatti, prevede di evitare le classi con 30 alunni e più.