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La seduta è stata sospesa a causa delle proteste. Il voto in aula si terrà venerdì dopo le 14
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Caos in aula al Senato mentre il ministro D'Incà tentava di pronunciare la formula per porre la fiducia sul decreto Sicurezza. Il ministro è stato avversato dalle urla dei senatori delle opposizioni e il presidente di turno, Ignazio La Russa, ha interrotto i lavori. Diversi parlamentari della Lega si sono poi riversati sui banchi del governo, occupandoli. L'aula voterà la fiducia venerdì dopo le 14.
L'aula del Senato aveva avviato l'esame del decreto Immigrazione, già approvato alla Camera, con la relazione della senatrice del Pd Valeria Valente, una delle relatrici di maggioranza. "Oggi proviamo a chiudere una pagina aperta due anni fa su una sbandierata emergenza e secondo me su un'errata equazione immigrazione uguale insicurezza. Ora si apre una pagina diversa ispirata ai valori di solidarietà" aveva dichiarato la Valente che poi aveva anche sottolineato come il provvedimento "sia un punto qualificante per l'azione del governo, intenzionato a lasciarsi alle spalle banalità come quelle della difesa dei confini nazionali, una retorica che ha avuto effetti disastrosi".
La tensione, già alta per la ristretta tempistica (entro venerdì il decreto sicurezza deve avere il suo via libera definitivo imprimendo una svolta alla politica italiana sull'immigrazione, ndr.) è ulteriormente aumentata quando la Lega ha fatto sapere che farà "l'inverosimile" pur di bloccarne l'approvazione definitiva. Sono stati presentati oltre 13mila emendamenti, oltre a circa un centinaio da Forza Italia e 150 da Fratelli d'Italia.
Nel momento in cui il ministro D'Incà ha annunciato che sul decreto sicurezza sarà posta la fiducia, è scoppiata la bagarre. I leghisti hanno tentato un assalto a D'Incà, riuscendo a togliergli di mano il microfono impedendogli di parlare e occupando i banchi del governo. Il Pd ha parlato di "un vile atto di squadrismo" tollerato dal presidente in quel momento di turno, Ignazio La Russa, che alla fine ha sospeso la seduta.