L'aula di Palazzo Madama ha approvato il provvedimento con 95 sì e 72 no
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Via libera dall'Aula del Senato al dl Superbonus con 94 voti favorevoli, 72 contrari e 2 astenuti. Il provvedimento, che è stato approvato martedì dalla Camera, è ora convertito in legge.
Sei mesi in più per ottenere il 110% sui lavori delle villette, sconto in fattura e cessione del credito ancora possibili per chi deve installare una caldaia o degli infissi nuovi, compensazione dei crediti incagliati con i titoli di Stato. Arriva poi un veicolo finanziario che vede impegnate le grandi società pubbliche, con Enel X in testa, e coinvolgerà anche banche e altre istituzioni finanziarie. Sono alcune delle novità introdotte dal Parlamento al decreto Superbonus che, dal 17 febbraio, ha bloccato i meccanismi di sconto e cessione per tutte le agevolazioni edilizie.
Ecco le novità più importanti:
La data spartiacque rimane come previsto il 17 febbraio: dall'entrata in vigore del decreto, le operazioni che hanno permesso di effettuare i lavori senza tirare fuori un euro di tasca sono vietate. Proprio le cessioni hanno infatti garantito ai bonus un successo indiscutibile ma hanno anche fatto lievitare i costi per lo Stato e proliferare le frodi.
Fatta la norma sono arrivate le deroghe. A essere esclusi dallo stop alle cessioni saranno innanzitutto i bonus per la rimozione delle barriere architettoniche, così come quelli sugli immobili danneggiati dall'alluvione nelle Marche e dai terremoti. Eccezione anche per Iacp, onlus e cooperative di abitazione. Lo stop non toccherà nemmeno i lavori di riqualificazione urbana.
Si è deciso di intervenire anche sul fronte della cosiddetta edilizia: nel caso in cui non ci sia stato ancora l'avvio dei lavori entro il 16 febbraio, basterà aver versato l'acconto per ottenere comunque il diritto a sconto e cessione. In assenza di un acconto, dovrà essere provata l'esistenza di un accordo vincolante con la dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà- La dichiarazione falsa implica la responsabilità penale.
Le spese dello scorso anno potranno essere ancora cedute anche oltre l'attuale scadenza del 31 marzo a fronte di una sanzione di 250 euro. Alla Camera è stata infatti riconosciuta la possibilità di effettuare la comunicazione nel caso in cui il contratto di cessione non sia stato ancora concluso. Si applicherà la remissione in bonis valida fino al 30 novembre.
I cantieri negli edifici unifamiliari saranno 'salvi' ancora per un po'. Scavalcando l'attuale termine del 31 marzo, la detrazione massima al 110% spetterà ancora per le spese sostenute fino al 30 settembre 2023. Ma solo rispettando la condizione di base: aver effettuato almeno il 30% dei lavori complessivi entro il 30 settembre del 2022.
Archiviati sconti e cessioni, arriva una chance in più per i redditi bassi con scarsa capienza fiscale. Per le spese sostenute dal primo gennaio al 31 dicembre 2022, i contribuenti potranno optare per il riparto della detrazione in 10 quote annuali a partire dal periodo d'imposta 2023.
La soluzione al problema dei crediti incagliati è lasciata in gran parte ai privati. Nascerà un veicolo finanziario per la compravendita e le banche utilizzeranno gli spazi fiscali ancora a disposizione. Chi li ha esauriti per smaltire fino al 10% dei crediti scontati annualmente potrà ricorrere a una compensazione con i buoni del Tesoro, con emissioni a partire dal 2028.
Le cessioni tra banche, assicurazioni e soggetti qualificati diventano più semplici grazie a un allargamento delle maglie. Per essere esclusi dalla responsabilità solidale a tutti i cessionari (non solo ai correntisti professionali) basterà, infatti, ottenere dalla banca un'attestazione di possesso dei documenti di verifica del credito.