Il ministro della Difesa, che da un anno chiede di essere sentito, è pronto a dare la sua versione
Guido Crosetto lo chiede da un anno e a breve sarà accontentato. Nei prossimi giorni, infatti, il ministro della Difesa verrà ascoltato dal Copasir sulla vicenda dei dossieraggi e dei rapporti con l'Aise. Lo ha confermato il presidente del Comitato, Lorenzo Guerini, che ha detto: "Sulla base delle carte faremo un ciclo di audizioni nel quale ci sarà anche il ministro Crosetto che ha già dato la sua disponibilità. E' una questione di definizione di agende, sarà nei prossimi giorni".
"Il Copasir - ha fatto sapere Guerini - sta facendo il proprio lavoro, esamina le carte e ha già fatto un primo ciclo di audizioni all'inizio della questione, sia con il procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo, sia con il procuratore di Perugia, Raffaele Cantone, sia con il sottosegretario Alfredo Mantovano".
Lo scorso anno, quando è uscito fuori il caso Striano e delle migliaia di accessi alla banca dati della Dna e non solo, in seguito a una denuncia proprio del titolare della Difesa che riferì di notizie riservate sul suo conto finite sui giornali, il Comitato non ha ritenuto di convocare Crosetto. Mantovano aveva comunicato all'organismo che l'intelligence non era coinvolta. Ma il verbale di un secondo colloquio tra il ministro e Cantone, risalente allo scorso gennaio e pubblicato dal Fatto, ha convinto il Copasir a tornare sul caso.
Crosetto ha infatti riferito a Cantone di avere rapporti "non particolarmente buoni con l'Aise", cui aveva contestato "in più di un'occasione mancate informazioni che avrebbero potuto anche creare problemi alla sicurezza nazionale". Ecco quindi l'intenzione di vederci più chiaro con nuove audizioni che, oltre al ministro, potrebbero coinvolgere nuovamente Mantovano e anche il direttore dell'Aise, Gianni Caravelli. Contattato anche il procuratore di Perugia per avere copia del verbale che era stato consegnato alla commissione Antimafia.
"Chiediamo al ministro e alla premier chiarezza sull'intera vicenda. Perché gli apparati di sicurezza non possono essere mantenuti sotto tensione istituzionale, né tanto meno usati per giochi di sponda", ha detto il senatore e membro del Copasir, Enrico Borghi. Mentre i parlamentari dem della commissione Antimafia hanno sollecitato l'intervento in Aula della premier per dissipare le ombre.
Crosetto, da parte sua, è pronto a dare la sua versione. "Sono - ha assicurato - ben lieto di dire tutto ciò che ho riferito a Cantone al Copasir, ovvero in una sede vincolata al segreto, dove si scoprirà che non c'è, né ci sarà, mai nulla su cui poter fare speculazione politica o inventare contrasti nel Governo, ma solo circostanze serie e circostanziate che ogni cittadino ha il dovere di denunciare".
Nei giorni scorsi l'Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano, aveva espresso "piena fiducia" in Caravelli e nell'Aise. E martedì il Consiglio dei ministri ha nominato prefetto il generale, proprio per rafforzare il concetto. Col pieno consenso del ministro della Difesa.