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Ultimo aggiornamento: 2 anni fa

CRISI DI GOVERNO

Draghi sale al Colle per le dimissioni, Mattarella le respinge: vada alle Camere

Dl Aiuti, passa la fiducia in Senato: il M5s non vota. Il commento del premier: "E' venuto meno il patto di fiducia alla base dell'azione di governo"

14 Lug 2022 - 20:53

Mattarella ha respinto le dimissioni di Draghi dalla carica di presidente del Consiglio, invitandolo a presentarsi alle Camere. La crisi aperta dallo strappo del M5s, che non ha votato al Senato la fiducia sul decreto Aiuti, prende così una nuova piega. L'annuncio delle dimissioni di Draghi è arrivato durante il Cdm, durato circa un quarto d'ora e convocato dopo che l'Aula del Senato aveva confermato la fiducia al governo posta sul dl Aiuti. "E' venuto meno il patto di fiducia alla base dell'azione di governo", le parole del premier. Il M5s non ha partecipato al voto. Per il segretario dem Letta con il M5s cambia lo scenario politico: "La loro decisione ci divide". 


"In riferimento ad alcune notizie circolate nel pomeriggio si sottolinea che nel colloquio tra il Presidente Mattarella e il premier Draghi si è registrata una totale identità di vedute". È quanto afferma una nota dell'ufficio stampa del Quirinale.


Il presidente della Camera Roberto Fico - ancora in isolamento in quanto positivo al Covid - ha avuto un colloquio telefonico con il presidente del Consiglio Mario Draghi al termine del suo incontro al Quirinale con il presidente della Repubblica. Lo riferisce una nota.


Dopo la decisione del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di respingere le dimissioni presentate da Mario Draghi, il governo è nel pieno delle sue funzioni. Il premier sarà lunedì ad Algeri per il vertice intergovernativo in programma fino a martedì.


"Con le dimissioni di Draghi per Fratelli d'Italia questa legislatura è finita. Questo Parlamento non rappresenta più gli italiani. Daremo battaglia affinché si restituisca al popolo italiano quello che i cittadini di tutte le altre democrazie hanno: la libertà di scegliere da chi farsi rappresentare. Elezioni subito". Lo scrive su Facebook il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni.

© Facebook

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"Mercoledì in Parlamento tutti dicano cosa vogliono fare. Con la responsabilità che questo momento richiede". Lo ha detto il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, a margine della sua visita a Washington Dc.


Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella "non ha accolto le dimissioni" presentate da Mario Draghi. Il Capo dello Stato ha quindi invitato il premier "a presentarsi al Parlamento per rendere comunicazioni, affinché si effettui una valutazione della situazione che si è determinata a seguito degli esiti della seduta svoltasi presso il Senato". Lo si legge in una nota del Quirinale.

"La decisione del presidente del Consiglio Draghi merita rispetto: il suo lavoro di questi mesi merita la gratitudine del Paese. Quello che è accaduto in Parlamento per le contorsioni di un movimento politico irresponsabile è stato grave e ha prodotto degli effetti. Il rischio fondamentale da scongiurare adesso è che le conseguenze ricadano sulle italiane e sugli italiani". Lo dice il ministro per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini sottolineando che "ora la parola passa al presidente della Repubblica Sergio Mattarella che è figura di garanzia per tutti e che saprà individuare la strada migliore per uscire da questa crisi".


Il Movimento 5 Stelle ha convocato il Consiglio nazionale per le 20.


"Complimenti al M5s per aver fatto questo guaio mentre c'è una crisi in corso, c'è una guerra ai confini dell'Europa, già la Borsa oggi è crollata, lo Spread sale e c'è un'impennata dei prezzi di tutte le materie prime". Lo ha affermato il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, precisando che "è da irresponsabili aver provocato questo caso, con un'arroganza e con dei ricatti che sono inaccettabili".


Durante il Consiglio dei ministri lampo, durante il quale Mario Draghi ha annunciato le sue dimissioni, l'unico a intervenire è stato Andrea Orlando. Il ministro del Lavoro ha affermato: "Se Draghi dovesse intravedere uno spazio per riconsiderare la decisione, lo faccia".


Mario Draghi è giunto al Quirinale per rimettere il mandato di presidente del Consiglio nelle mani del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Mercoledì il premier dovrebbe riferire alle Camere.


"Ora bisogna solo mettersi al lavoro perché mercoledì alle Camere si ricrei la maggioranza e il governo Draghi possa ripartire". Lo affermano fonti del Pd, sottolineando che "il Paese piomba in una crisi gravissima che non può permettersi".



"Non sono sicuro se quello che abbiamo fatto oggi sia la cosa giusta". È quanto afferma il deputato M5s Riccardo Fraccaro, aggiungendo: "Ho tanti dubbi anch'io, ma è da gennaio che stiamo lottando e diventa difficile se dopo sette mesi non abbiamo risposte dal governo. Sono del M5s e ho detto 'vaffa' a tutti, ma sento la responsabilità. Voglio stare in quella barca e voglio lottare per stare in quella barca ma dopo sette mesi che non si riesce a parlare di fatti tecnici, diventa difficile. Spero che questa mossa ci consenta di restare sulla barca, non voglio andare fuori dal governo perché poi c'è il caos".


Mario Draghi ha annunciato che rassegnerà le dimissioni da presidente del consiglio. "Questa sera rassegnerò le mie dimissioni nelle mani del Presidente della Repubblica - si legge nella nota -. Le votazioni di oggi in Parlamento sono un fatto molto significativo dal punto di vista politico. La maggioranza di unità nazionale che ha sostenuto questo governo dalla sua creazione non c’è più. È venuto meno il patto di fiducia alla base dell’azione di governo". "In questi giorni da parte mia c’è stato il massimo impegno per proseguire nel cammino comune, anche cercando di venire incontro alle esigenze che mi sono state avanzate dalle forze politiche. Come è evidente dal dibattito e dal voto di oggi in Parlamento questo sforzo non è stato sufficiente".



"Credo che per l'interesse del Paese il governo Draghi debba andare avanti". Lo ha detto il segretario nazionale del Pd, Enrico Letta, commentando la crisi dell'esecutivo dopo lo strappo in Senato del M5s. "Credo che questo interesse stia maturando anche con fortissime spinte che provengono da ovunque, anche dalle parti sociali, dal mondo del lavoro e dall'Ue", ha aggiunto l'ex premier.


Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, e il capo dello Stato, Sergio Mattarella, hanno avuto un incontro "interlocutorio", durato circa un'ora, dopo il mancato voto del Movimento 5 Stelle sulla fiducia al dl Aiuti in Senato. Lo spiegano fonti parlamentari qualificate, secondo cui "probabilmente Mattarella gli ha chiesto di restare e ora Draghi sta valutando". Il nodo, spiegano le fonti, sarà sciolto nel Consiglio dei ministri, convocato alle 18:15. Non si esclude che, dopo il Cdm, Draghi e Mattarella possano confrontarsi nuovamente al Quirinale.


"La linea è quella che seguiamo dal non voto in Cdm, e poi alla Camera o oggi al Senato, dove abbiamo scelto il non voto nel merito di un provvedimento. Invece c'è tutta la nostra disponibilità a dare la fiducia al governo" in un'eventuale verifica "a meno che Draghi non dica che vuole smantellare il reddito cittadinanza o demolire pezzo per pezzo ogni nostra singola misura, dal decreto dignità al cashback". Lo dice la capogruppo del M5S Maria Domenica Castellone. "Noi abbiamo sempre avuto un atteggiamento costruttivo ma non permettiamo che si smantellino le nostre misure", aggiunge. 


Il Consiglio dei ministri dovrebbe riunirsi nella serata di oggi e nella seduta il premier Mario Draghi dovrebbe spiegare ai ministri le sue valutazioni su quanto accaduto col voto di fiducia in Senato, comunicando le sue decisioni. E' quanto si apprende da fonti qualificate a diretta conoscenza della vicenda. Sull'incontro, di circa un'ora, tra Draghi e il capo dello Stato non è emersa alcuna indiscrezione. Non si esclude, però, spiegano le fonti, che dopo il Cdm ci possa essere un nuovo confronto tra i due al Quirinale.


"O ci sono risposte vere, strutturali e importanti oppure nessuno può avere i nostri voti". Lo ha dichiarato il leader del M5s Giuseppe Conte. "Se noi prendiamo degli impegni con governo, Parlamento e cittadini e siamo coerenti, chi si può permettere di contestare questa linearità e questa coerenza? - ha aggiunto, lasciando la sua abitazione - Non chiediamo posti, nomine, nulla, ma chiediamo ovviamente di rispettare un programma definito all'inizio: transizione ecologica e urgenza della questione sociale che adesso è esplosa".


"Il M5s ha dato sostegno a questo governo sin dall'inizio con una votazione" e i con i "pilastri della transizione ecologica e della giustizia sociale. Se poi si crea una forzatura e un ricatto per cui norme contro la transizione ecologica entrano in un dl che non c'entra nulla, noi per nessuna ragione al mondo daremo i voti. Se qualcuno ha operato una forzatura si assuma la responsabilità della pagina scritta ieri. L'introduzione" di quella pagina "è stata la riunione del Cdm in cui i nostri ministri non hanno partecipato al voto". Così il leader del M5s Giuseppe Conte. 


Il presidente del Consiglio Mario Draghi è rientrato a Palazzo Chigi, dopo essersi recato al Quirinale a colloquio con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L'incontro è durato circa un'ora. Il premier si è recato al Quirinale subito dopo il voto di fiducia in Senato sul dl Aiuti, al quale non ha partecipato il M5s.


"Governo finito? Ci sono sempre i tempi supplementari". Così il ministro dello Sviluppo Economico e big leghista Giancarlo Giorgetti a proposito delle ipotesi di fine del governo al termine dell'incontro con Matteo Salvini.
 


Il Consiglio dei ministri, previsto per le 15:30, è stato annullato. Lo si apprende da fonti di governo.


Pochi minuti prima dell'esito del voto al Senato, il presidente Mario Draghi ha lasciato Palazzo Chigi per recarsi al Quirinale. Il premier sarà ricevuto da Sergio Mattarella.


Il Senato ha approvato la fiducia sul Dl Aiuti. I sì sono stati 172, i no 39. Il M5s compatto non ha partecipato al voto


Terminata anche la seconda chiama. Si passa al conteggio


M5s compatto rispetto alla decisione di non partecipare al voto sulla fiducia chiesta dal governo al dl Aiuti. Al termine della prima chiama i senatori non hanno risposto, risultando assenti. E' ora iniziata la seconda chiama.


Continuano, con la seconda chiama appena iniziata, le operazioni di voto al Senato sulla fiducia posta dal governo al dl aiuti. 


"Chiediamo coerenza a tutte le forze politiche che hanno rappresentato questo governo. E' evidente che se qualcuno non voterà la fiducia qui, oggi nascerà una nuova maggioranza di governo. Non abbiamo paura delle contestazioni, non abbiamo paura di essere coerenti e di votare i provvedimenti che fanno bene al Paese, come abbiamo fatto finora e non abbiamo paura delle elezioni. Non abbiamo paura di niente". Così Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia al Senato, nella dichiarazione di voto sul dl Aiuti. "Sulla fiducia Forza Italia come sempre c'è". Per Bernini si è assistito a "due giorni di non lucida follia che hanno un nome e un cognome: Movimento 5 stelle. Immagino che ora il ministro D’Incà trarrà le debite conseguenze come i suoi colleghi ministri e sottosegretari" e si dimettano, ha quindi aggiunto.


"Dire che si indebolisce l'azione del governo, quando si sta cercando di indicare con chiarezza la linea politica, è falso. Bisogna rispondere al malessere sociale che sta montando, in maniera chiara e decisa. Gli irresponsabili non siamo noi, irresponsabile è chi non dà risposte al Paese". Lo ha detto la capogruppo del M5s al Senato Mariolina Castellone, in dichiarazione di voto sul dl Aiuti. 


"Basta liti e giochi di Palazzo sulla pelle dell'Italia e degli italiani: abbiano il coraggio e la dignità di presentarsi al cospetto dei cittadini". Lo scrive su Facebook il presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni.


"Il nostro non voto di oggi, non è un voto contro il governo. Chi vuole accusarci di questo vuole confondere i piani vuole, strumentalizzare la situazione. Gli irresponsabili non siamo noi, è chi non da risposte al Paese". Così conferma la non partecipazione al voto di fiducia sul dl Aiuti la senatrice M5s, Maria Domenica Castellano. "L'obiettivo degli altri partiti è stato smantellare ogni nostra misura, sono state disattese tutte le nostre richieste. Partiamo dal Superbonus, dal reddito di cittadinanza, dal cashback, che è stato cancellato senza neppure consultarci", spiega la Castellano.


"Questo governo è guidato da un premier autorevole che ha una grande credibilità sul piano internazionale e che è una garanzia per il nostro Paese. Un premier che ha la fiducia tra i cittadini. E, inoltre, riteniamo che non siano venute meno le ragioni per cui è nato questo governo di unità nazionale e che anzi il quadro internazionale le rende ancora più urgenti". Cosi' Simona Malpezzi, presidente dei senatori del Pd, nel suo intervento in dichiarazione di voto sul dl Aiuti a Palazzo Madama. "Ribadisco - ha aggiunto - il nostro è stato e resta un appello alla responsabilità".


"E' evidente a tutti che questo voto di fiducia può portare alla caduta di questo governo e alle dimissioni del presidente Draghi e forse anche alla fine di questa legislatura. Noi voteremo questa fiducia perché questi provvedimenti sono necessari. Non dare la fiducia oggi al governo significa dire no a misure che tutelano famiglie e imprese, significa mettere in discussione il futuro decreto legge di luglio". Lo ha detto Paolo Tosato, a nome della Lega, in dichiarazione di voto sulla fiducia al dl aiuti in Senato. La Lega, ha aggiunto, ha dimostrato "lealtà ma se non ci sono più le condizioni se ne prenda atto e si vada al voto".


"Il governo Conte 2 cadde per mano di chi oggi parla di responsabilità ma all'epoca non si fece scrupoli a non votare il Pnrr in Consiglio dei ministri rifiutando di fatto 209 miliardi di euro". Lo ha detto la capogruppo del M5s al Senato Mariolina Castellone, in dichiarazione di voto sul dl Aiuti.


"Il governo vada avanti. Nel pieno di una crisi così profonda, l'Italia non può permettersi una stagione di incertezza e di instabilità". Così intervenendo in aula il senatore della Svp e vicepresidente del Gruppo per le autonomie, Dieter Steger.
 


"Chi farnetica di Papeete 2 ad opera del M5s si dimostra come sempre un mistificatore della realtà. Noi oggi lasciamo agli altri la sedicente teoria di sedere dalla parte giusta della storia, noi invece sediamo convintamente dalla parte dei cittadini, e il nostro documento in 9 punti presentato da Conte a Draghi lo certifica". Così Roberta Lombardi, assessora M5S alla Transizione Ecologica e Trasformazione Digitale della Regione Lazio e responsabile Comitato 5S Enti Locali.


"Il dibattito di queste ore non è stata una cosa seria. Al M5S dico che se uno apre una crisi in un momento di difficoltà ha pieno diritto di farlo. Non sarei credibile se dicessi il contrario. Se il M5S ha scelto di non votare la fiducia questo è legittimo e non è accettabile il disegno moralista di chi dice il contrario. Ma se si decide di non votare la fiducia allora si firma la lettera di dimissioni dei ministri e dei sottosegretari. Perché è ridicolo. Il ministro dell'Agricoltura dov'è? Che fa? Vota la fiducia? Perché c'è un limite di dignità e decenza che avete sorpassato in queste ore". Così il leader di Iv Matteo Renzi intervenendo in Senato per la dichiarazione di voto sulla fiducia posta dal Governo al decreto Aiuti.


Il governo ha posto la questione di fiducia sul decreto Aiuti, che è all'esame del Senato. L'ha riferito in Aula il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Inca'. Seguono le dichiarazioni di voto dei vari gruppi. 


"È una giornata complicata che potrebbe trasformare questo incontro in un rendiconto di quello che abbiamo fatto". Lo dice il ministro della cultura Dario Franceschini, alla presentazione del 18esimo Rapporto di Federculture in corso al ministero di via del Collegio romano, riferendosi all'attesa per il voto di fiducia sul dl Aiuti. 


Il Movimento 5 Stelle "ha voltato le spalle agli italiani". È quanto afferma il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi.


"Ci possiamo permettere un governo che non governa? Ci possiamo permettere un Draghi che invece di pensare all'inflazione, ai rincari delle bollette pensa a sedare le liti tra Renzi, Di Maio e Conte? Nessuno può negare che questo governo non puo' fare quello che serve agli italiani", ha detto Ignazio La Russa. 


Il ministro per i rapporti con il Parlamento D'Incà ha avuto un confronto con il presidente Draghi, il quale ha indicato come unica via percorribile la richiesta di fiducia al Senato sul dl Aiuti. La fiducia sarà posta al termine della discussione generale. E' quanto fanno sapere fonti di governo. In un primo momento era trapelata l'ipotesi di evitare il voto di fiducia e procedere solamente con il voto dei singoli articoli al testo.


"Trovo veramente incredibile che il ministro dei rapporti con il Parlamento del M5s, all'insaputa del presidente del Consiglio Draghi, convochi i capigruppo di maggioranza al Senato, per chiedere se sono d'accordo a votare il dl Aiuti senza mettere la fiducia, esaminando i singoli emendamenti e mettendo a rischio più di 24 mld di aiuti agli italiani. Tutto questo solo per evitare che il suo partito diserti il voto di fiducia con le conseguenze naturali che questo gesto comporterà: la crisi di governo". Lo dichiara il presidente dei senatori di Italia Viva, Davide Faraone.


"I dirigenti M5s stavano pianificando da mesi l'apertura di una crisi per mettere fine al governo draghi. Sperano in 9 mesi di campagna elettorale per risalire nei sondaggi, ma così condannano solo il Paese al baratro economico e sociale. Non potevamo essere complici di questo piano cinico e opportunista, che trascina il Paese al voto anticipato e al collasso economico e sociale". Lo ha detto il leader di Ipf e ministro degli Esteri Luigi Di Maio nel corso dell'assemblea congiunta del suo partito.


Piazza Affari peggiora ancora: l'indice Ftse Mib cede il 2% facendo nettamente peggio degli altri listini europei che vanno dal calo dell'1,2% di Madrid allo 0,2% di Amsterdam. Sempre più violenta la tensione sui titoli di Stato di tutti i Paesi europei, con il Btp italiano che è comunque il peggiore in rialzo nei rendimenti di 23 punti base a un tasso del 3,35% e lo spread con il Bund tedesco a 10 anni che ha toccato quota 212. Gli operatori guardano ai venti di crisi sul governo e in Borsa a Milano, dove l'indice Ftse Mib è sceso sotto i 21mila punti, tra i titoli principali vanno male soprattutto Tim, che cede il 5%, e le banche con Unicredit e Intesa in perdita attorno ai quattro punti percentuali.


"Quello che è successo ieri a Roma e la decisione del M5s di non votare la fiducia al decreto Aiuti cambia lo scenario politico. Prendiamo atto di questa scelta, non è la nostra: è una scelta che ci divide. Noi oggi voteremo convintamente la fiducia". Così il segretario del Pd, Enrico Letta, in un punto stampa a Milano.


Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, prima dell'inizio della seduta al Senato ha sondato i capigruppo della maggioranza per verificare se esiste la possibilità di evitare il voto di fiducia sul dl Aiuti e di votarlo per articoli.


È iniziata nell'aula del Senato la discussione generale sul decreto legge Aiuti su cui il governo ha annunciato la questione di fiducia. Il Movimento 5Stelle dopo un Consiglio nazionale fiume ha deciso che al momento del voto uscirà dall'emiciclo. Il voto di fiducia - si apprende - è atteso intorno alle 15. Il provvedimento scade il 16 luglio e la mancata conversione lo farebbe decadere.


"Il Paese non può rimanere ostaggio di un movimento che dice tutto e il contrario di tutto il cui leader, oltretutto, è stato presidente del Consiglio dal 2018 al 2021. Mettere in crisi questo governo proprio adesso, quando ci attende un autunno infuocato, è totalmente irresponsabile. A Forza Italia e al centrodestra converrebbe andare a votare già domani, ma poniamo l'interesse del Paese al primo posto e crediamo che con la guerra in Ucraina, l'inflazione, il caro energia, l'aumento del costo della benzina e con in gioco i fondi del Pnrr, andare al voto sarebbe un piccolo disastro". Lo ha detto Licia Ronzulli, vicepresidente del gruppo Forza Italia al Senato.


"Non votare la fiducia al governo è un fatto grave, è doverosa una verifica di maggioranza". Così il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, sottolineando che "una crisi di governo nel bel mezzo di una guerra è un chiaro atto di irresponsabilità, così si condanna il Paese al baratro". 


"Non ho mai capito il M5S, è un mio limite dall'inizio della loro avventura. E conseguentemente non capisco Conte. Mettere in discussione il governo mentre si approva un decreto importante che si chiama, per l'appunto, Aiuti, alla vigilia di un provvedimento atteso come il salario minimo e l'apertura di un tavolo sociale, va oltre la mia capacità di comprensione. Mi sembra che Conte insegua un discutibilissimo interesse di bottega, con un comportamento non proprio all'altezza di un ex presidente del Consiglio". Lo ha detto il senatore Pd, Andrea Marcucci.


Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, durante l'assemblea congiunta dei parlamentari M5s, ha chiarito di non condividere la scelta del Movimento di non votare sulla questione di fiducia posta dal governo sul dl aiuti al Senato. "Rischiamo di regalare il Paese al centrodestra - ha detto D'Incà -, di mettere in difficoltà la coalizione progressista ed essere accusati di mettere a rischio il Pnrr".


"Chiederemo di fare una verifica per capire se questa maggioranza c'è ancora o no". Così il segretario del Pd, Enrico Letta, sottolineando come sia "evidente che la scelta annunciata da Conte e dal M5s rimette in discussione molte cose, e in una maggioranza così eterogenea ci sono dei distinguo. Ma io non mi preoccupo, esiste il voto di fiducia che è fondamentale".


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