Un ordine del giorno presentato dal partito di maggioranza suggerisce linee guida per rispettare la "sacralità istituzionale". Ma se una prima versione del testo conteneva indicazioni esplicite (su cravatta e sneaker ad esempio), la riformulazione è più vaga
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Il dress cose non è un dettaglio, soprattutto in certi luoghi istituzionali. Fratelli d'Italia chiede una svolta nell'abbigliamento dei parlamentari alla Camera dei Deputati (dove, a differenza di quanto avviene al Senato, non c'è ad esempio l'obbligo della cravatta) in modo che i politici siano vestiti in modo "dignitoso e decoroso". Aspetto questo che è racchiuso in un ordine del giorno allegato al bilancio interno della Camera che, complessivamente, sarà votato il 2 agosto dall'Aula.
La sacralità che impone il decoro - Oltre al citato ordine del giorno, è previsto anche un altro odg che suggerisce di allestire spogliatoi per chi arriva a Montecitorio in bici, per potersi cambiare. A firmare il documento contenente le linee guida sul dress code è Salvatore Caiata, ex grillino ed ex presidente del Potenza calcio, dal 2019 passato a Fratelli d'Italia, secondo il quale l'istituzione ha una sua "sacralità", sancita nello Statuto albertino e poi nella Costituzione, che impone un decoro e una forma che non possono prescindere dalla sostanza.
Modello Fanfani - Non basta, insomma, l'obbligo della giacca che vale oggi per tutti gli uomini che varcano la soglia di Montecitorio e che segna la differenza con Palazzo Madama. Qui dovrebbe servire anche la cravatta, seguendo un'impostazione che tanti associano alla lunghissima presidenza di Amintore Fanfani. E subito viene in mente il radicale Roberto Giachetti, seduto da vicepresidente allo scranno più alto della Camera senza la cravatta.
Cravatta e niente sneakers nella prima versione del testo - La prima versione di questo ordine del giorno, comunque, era piuttosto esplicita, in quanto chiedeva di valutare l'obbligo di "indossare sempre la cravatta per i deputati, collaboratori, dipendenti e visitatori di sesso maschile" (come si legge nella richiesta rivolta all'Ufficio di presidenza e al collegio dei questori)e di bandire le scarpe da ginnastica per tutti. Un potenziale dress code che avrebbe fatto discutere, anche pensando al clima torrido dell'estate.
Testo riformulato e più vago - In ogni caso, il testo è stato poi riformulato, diventando più vago e senza contenere gli espliciti esempi di cravatta e sneaker. Resta l'invito a "valutare l'opportunità" di introdurre regole per un abbigliamento "consono alle esigenze di rispetto della dignità e del decoro dell'istituzione". Un impegno decisamente più difficile da attuare, senza entrare nel dettaglio di quali scarpe e vestiti siano più o meno decorosi. Insomma viene lasciato un più ampio margine ma anche un criterio opinabile sulle scelte da parte dei singoli politici.
Il precedente di "Montecitorio beach" - Nell'estate del 2019 era stato sempre un esponente di Fratelli d'Italia, Federico Mollicone, ad aprire il dibattito sul dress code alla Camera: il deputato pubblicò su Facebook foto di colleghe con un look, a suo dire, inadatto, nonostante il caldo. "Benvenuti a Montecitorio beach", aveva scritto nel post, attaccando le scollature di alcune parlamentari.