Sul fronte alleanze, il segretario Pd Letta annuncia: "Articolo 1 e Psi aderiscono al nostro progetto" e aggiunge: "Il leader di Azione e Renzi nostri interlocutori"
Carlo Calenda festeggia l'arrivo di Mara Carfagna e Mariastella Gelmini e lancia la sfida a Forza Italia e al suo elettorato moderato. "Questa legislatura si è conclusa con i popolari, Forza Italia, che hanno mandato a casa l'italiano più illustre del mondo. Tocca a noi in questo momento difficile l'onere di rappresentare il mondo liberale e popolare", afferma il leader di Azione. E, in vista delle elezioni del 25 settembre, assicura: "Sconfiggeremo la destra".
Carfagna: "Noi non potremmo mai tramare con la Russia contro il governo" - Calenda ci tiene a far sapere che la destra non può garantire la reputazione internazionale dell'Italia e soprattutto la sua collocazione atlantista. Non a caso è questo il tasto toccato in più occasione dal ministro per il Sud Carfagna elencando i "motivi che mi hanno spinto ad aderire ad Azione", ossia "la vera casa italiana dei moderati, popolari, atlantisti, liberisti. Un partito in cui nessuno si sognerà di tramare con la Russia o la Cina contro il governo in carica, in cui nessuno ha come esempio l'Ungheria di Orban".
Gelmini: "Forza Italia ha preferito inseguire Salvini" - "Chi ha scelto Calenda ha fatto una scelta coerente con quello che era Forza Italia nel '94, quello che ora non è più perché ha preferito inseguire Salvini", rincara il ministro per gli Affari regionali Gelmini.
"Gelmini-Carfagna da festini a statiste", bufera su Marsilio - E a sollevare un polverone sono le parole pronunciate da Marco Marsilio (FdI) in merito ai due nuovi ingressi nel partito di Calenda. "A me dispiace - dice il presidente della Regione Abruzzo - vedere due care amiche come Mariastella Gelmini e Mara Carfagna fare quella scelta. Auguri per il loro percorso politico, dopodiché due persone che fino a ieri erano considerate delle poco di buono, frequentatrici dei salotti e dei festini di Arcore oggi sono due nobildonne e due grandi statiste che salvano il mondo e l'Europa dalla cattiva destra sovranista". Frasi che subito accendono lo sdegno della politica.
Botta e riposta tra Calenda e Tajani - Ma è polemica anche tra Calenda e Tajani. "Non si può essere europesti in Europa e populisti in Italia - insiste Calenda puntando il dito contro il collega al Parlamento europeo Antonio Tajani -, questo giochino non funziona con la comunità internazionale, né con le imprese che sono rimaste esterrefatti dal comportamento di Berlusconi. Forza Italia ha deciso di uscire da quel consesso europeista ed atlantista, qualcuno lo dica a Tajani altrimenti glielo dirò io in plenaria a Strasburgo". Parole che hanno suscitato la reazione piccata del coordinatore nazionale di FI: "Nessun italiano acquisterebbe un auto usata da Calenda. Io ho servito la Nato vestendo l'uniforme, lui blatera seduto su un divano ai Parioli mentre fa l'assenteista a Bruxelles".
Il leader di Azione: "La destra pensa di aver già vinto, ma si sbaglia" - Secondo Calenda, la destra pecca di arroganza se pensa di aver già vinto. E qui si lascia andare ad una delle tante espressioni romanesche che ama usare: "La destra ha già vinto? Ma de che? La combattiamo metro per metro e la rimandiamo nella bolgia degli irresponsabili, la sconfiggiamo con la serietà, con la forza delle proposte che sono il vero lascito di Draghi - dice ancora -. Io non credo gli italiani vogliano essere declassati da partner di Germania e Francia a partner di Orban".
Il nodo delle alleanze - Sul fronte delle alleanze, Calenda non conferma né smentisce di aver deciso di allearsi, seppur in una formula esclusivamente "tecnica" con il Pd e il centrosinistra perché la decisione dice "la prenderemo insieme con tutti gli organi del partito", di cui ora fanno parte anche Gelmini e Carfagna. Ma che l'esito sia questo lo lascia intendere quando dice che "Azione metterà l'interesse nazionale innanzi a tutto", anche se "non serve un sondaggio per vedere cosa giova ad Azione, lo avete capito tutti, quello che stiamo valutando è se la maggiore performance al proporzionale è in grado di contrastare la destra".
Letta: "Calenda-Renzi nostri interlocutori" - E dal Pd arriva il commento del segretario Enrico Letta. "Calenda e Renzi saranno della partita? Sono nostri interlocutori, ci stiamo discutendo", dice in un'intervista al Tg5. Alla domanda su come si tengano insieme tutte queste forze, da Azione a Sinistra italiana, risponde: "La legge elettorale obbliga ad alleanze elettorali, poi ognuno è responsabile del suo programma. Noi lanceremo una lista che si chiamerà 'Democratici e progressisti': quella avrà il suo programma, il progetto per l'Italia e poi stipuleremo alcune alleanze".
Il segretario dem: "Articolo 1 e Psi aderiscono al nostro progetto" - Intanto, ricorda via Twitter Letta, "Articolo1 e il Partito socialista hanno formalizzato l'adesione al progetto di lista comune 'Italia democratica e progressista'. Buone notizie per chi crede che il 25 settembre dobbiamo e possiamo vincere". Poi il segretario del Pd aggiunge: "Insieme per dare al nostro Paese un futuro migliore".