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Salvini: "Flat tax al 15% anche per i dipendenti" | Meloni: "Strappo Calenda? Banale calcolo elettorale" | "Io premier se FdI prende più voti" | Conte: "Non idonea"

Bonino (+Europa): "Io resto con Letta, le ragioni del leader di Azione sono fumose"

08 Ago 2022 - 13:51

E' lo strappo di Calenda con il Pd a tenere banco nella giornata politica. Secondo il segretario dem Letta, "è una scelta che aiuta a vincere il centrodestra".  Bonino (+Europa): "Io resto col Pd, le ragioni del leader di Azione sono fumose". La Meloni commenta: "Da Calenda un banale calcolo elettorale". E poi aggiunge: "Se Fratelli d'Italia dovesse prendere più voti alle prossime elezioni, il nome per la presidente del Consiglio è il mio. Perché no?". "L'offerta politica del centrodestra è veramente debole: è il campo dei miracoli", attacca il leader M5s Conte. Il giudizio sulla Meloni dell'ex premier è netto: "Non è idonea a governare". Salvini rilancia il programma: "Flat tax al 15% anche per i dipendenti".


"Noi stiamo raccogliendo le firme e faremo una campagna fatta finalmente solo sulle cose da fare, sulle cose di buon senso che non sono né di destra né di sinistra, che l'Italia aspetta da tantissimo tempo e di cui si parla così poco. Del resto mi interessa poco". Lo ha detto il leader di Azione, Carlo Calenda, in un'intervista al Tg1, rispondendo alla domanda su un suo eventuale accordo con Renzi dopo la rottura con il Pd.


"No, l'accordo lo ha rotto Enrico Letta firmando un patto con noi che diceva una cosa e poi ne ha firmato un altro con forze che dicono l'opposto e io lo avevo avvertito per tempo che così sarebbe stato. In questo modo non era possibile presentarsi in modo coeso, perché la coalizione diceva tutto e il contrario di tutto". Cosi' Carlo Calenda, leader di Azione, intervistato al Tg1.






"Quasi duemila cittadini hanno scelto di autocandidarsi per correre con il Movimento 5 Stelle alle prossime elezioni politiche: 1165 per la Camera, 708 per il Senato e 49 per la circoscrizione Esteri. Lo si legge sulla pagina Facebook del partito. "Un ringraziamento a tutti voi per aver deciso di mettere al servizio della collettività la vostra competenza nel rispetto dei principi del Movimento. Con il presidente Giuseppe Conte garantiremo candidature di alto profilo, espressione della migliore società civile per continuare a portare avanti in Parlamento tutte le nostre battaglie per i cittadini".
 


Rocco Casalino non sarà candidato alle prossime elezioni del 25 settembre. Lo spin doctor di Giuseppe Conte non ha presentato il suo curriculum per concorrere alle parlamentarie M5s, che si terranno molto probabilmente il 16 agosto prossimo. Indeciso fino all'ultimo momento, ha scelto di continuare a occuparsi della comunicazione di Conte e del M5s.


Si è chiuso alle 14 il termine per presentare le auto candidature alle 'parlamentarie' del M5s, che si dovrebbero tenere il 16 agosto. Oltre a Rocco Casalino - che resta a occuparsi della comunicazione di Giuseppe Conte - nella lista non compare il nome di Alessandro Di Battista. Assente anche Virginia Raggi, ex sindaco di Roma. Ci sono, invece, sia l'attuale ministro dell'Agricoltura, Stefano Patuanelli, sia l'ex sindaca di Torino, Chiara Appendino.







+Europa va verso la conferma del patto elettorale con il Pd: la decisione, tuttavia, sarà formalizzata solo nella direzione di questa sera. "Noi ieri come segreteria di +Europa abbiamo riconosciuto e confermato l'importanza dei contenuti del patto siglato con il Pd solo 6 giorni fa e poi stralciato da Calenda. Consideriamo che in quei contenuti ci sia uno spostamento dell'asse della coalizione in una direzione liberaldemocratica. Stasera dalle 18 ne discuteremo in direzione perché teniamo a condividere le scelte all'interno di organi collegiali", dice il deputato e presidente di +Europa Riccardo Magi.


"Chi fa cosa lo decidono gli italiani con il voto del 25 settembre. Non ci sono ministri adesso, premier, sottosegretari: aspettiamo il 25 settembre". Lo ha detto il segretario della Lega, Matteo Salvini, a margine della visita ad un canile di Milano, rispondendo a chi gli chiedeva del disaccordo della Leader di FdI, Giorgia Meloni, su un suo possibile ritorno al Viminale. "Se gli italiani scelgono il centrodestra e nel centrodestra danno un consenso di più alla Lega - ha aggiunto -, sono pronto a prendermi l'onore e l'onere di prendere per mano questo Paese e di scegliere il meglio per questo Paese".


"Vogliamo estendere la flat tax al 15% anche ai dipendenti. Ci possiamo riuscire in 5 anni. Ci sono già persone che la pagano e sono le partite Iva". Lo dice il leader della Lega, Matteo Salvini, a Radio Montecarlo.



"Una pillola al giorno del nostro programma dovrebbe levare di torno la sinistra. Il Pd vuole introdurre una patrimoniale sui nostri risparmi e un'imposta sulle successioni. Noi non approveremo mai un'imposta patrimoniale sulla casa, sui risparmi e sulle successioni". Lo scrive su Twitter il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi.


Calenda? "La sua scelta aiuta a vincere Meloni e Salvini". Così in un'intervista a La Stampa, il segretario del Pd, Enrico Letta, commenta la rottura dell'alleanza con Azione. "Se un politico, un uomo di Stato, fa saltare gli accordi che ha firmato perché ha cambiato idea non c'è più politica, siamo su Twitter, dove si può cambiare idea ogni minuto - sottolinea -. Credo che Calenda abbia scambiato Twitter con il mondo reale".


Ha annunciato di correre alle prossime elezioni con Italia Viva nel giorno in cui è maturato lo strappo Calenda-Letta e anche se l'annuncio era già programmato definisce la situazione "una coincidenza interessante" e si augura che il leader di Azione scelga di correre con loro creando il Terzo polo. Lo sostiene in un'intervista a Qn l'ex sindaco di Parma, oggi con la Lista civica nazionale, Federico Pizzarotti. "Il dialogo con Renzi è partito dopo che il Pd ha offerto spazio alla mia lista solo se mi aggregavo a Luigi Di Maio", evidenzia.


"Se Fratelli d'Italia dovesse prendere più voti alle prossime elezioni il nome per la presidente del Consiglio è il mio. Perché Meloni no?". Lo ha detto la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, parlando a Rtl 102.5. "Le regole nel centrodestra sono chiare: il partito che ottiene più voti propone il nome del premier", ha sottolineato.


La scelta di Calenda di rompere il patto con il Pd "è banalmente calcolo elettorale. ritenendo che fuori dalla coalizione di centrosinistra può fare qualcosa di meglio". Così Giorgia Meloni, leader di Fratelli di iItalia, a Rtl 102.5. "Lo spettacolo tragicomico al quale stiamo assistendo racconta bene su quali basi si muovono queste alleanze tra i nostri avversari, stiamo vedendo una telenovela", aggiunge.


Precisa di aver tentato "fino all'ultimo" di convincere il leader di Azione ad evitare lo strappo con il Pd e si dice "stupito" per la decisione presa. Lo sostiene in un'intervista a "Il Corriere della Sera" il segretario di +Europa, Benedetto Della Vedova, parlando della rottura dell'alleanza da parte di Carlo Calenda. "Noi martedì abbiamo sottoscritto un patto elettorale e di governo con Enrico Letta per proseguire le politiche di Draghi. E vogliamo rispettarlo - ribadisce - era tutto chiaro, dall'inizio alla fine".


Quando Giorgia Meloni ha definito il reddito di cittadinanza 'metadone di Stato' "ha detto che le persone che non hanno di che sopravvvivere sono dei tossicodipendenti. Quando un leader politico si esprime in questo modo credo che non abbia l'idoneità a governare". Lo ha detto il leader del M5s, Giuseppe Conte in diretta a Radio Capital. "L'offerta del centrodestra è una offerta debole, non ne faccio un pregiudizio ideologico. Ne faccio una questione di scarsa plausabilità, è il campo dei miracoli", ha concluso.


Ribadisce che "il primo motivo dell'alleanza con i dem è che neppure uno solo dei nostri voti vada al centrodestra putiniano, orbaniano e salviniano" e che "c'è stato un patto con Enrico Letta siglato il 2 agosto di quest'anno, non del Medioevo, e io a quello mi attengo". Così in un'intervista a "La Repubblica" la leader di +Europa, Emma Bonino, sulla fine dell'alleanza con Azione. Parlando di Calenda, poi, dice: "E' lui che ha dato l'addio. Eravamo insieme fino a sabato e domenica ha deciso di andarsene per conto proprio. Ha mancato alla parola data per ragioni fumose, non convincenti e men che meno dirimenti".

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