Appello di Fraccaro a chiudere con le "sterili polemiche" dopo l'annuncio di "350 miliardi messi in campo per il Paese". Ma Salvini e Berlusconi rompono la tregua
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La tregua vacilla: il centrodestra sale sulle barricate e minaccia di bocciare il decreto Cura Italia con le misure economiche anti-coronavirus. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro annuncia l'attivazione di "350miliardi a beneficio del Paese, pari al 19,6% del Pil, la percentuale più alta rispetto a tutti gli altri grandi Paesi, compresa la Germania", chiede di fermare "le sterili polemiche" ma l'opposizione minaccia battaglia.
E così nel governo piomba una nuova grana mentre si affacciano difficili decisioni da prendere. Dopo lunga gestazione, con il protrarsi di qualche tensione in maggioranza, il maxi decreto entra in vigore: il premier Giuseppe Conte convoca a Palazzo Chigi i capi delegazione, Di Maio, Gualtieri, i sottosegretari al Mef, per capire come andare avanti e dare attuazione alle misure in tempi rapidi, mentre già si lavora al successivo decreto economico e si prepara una nuova stretta, con proroga, delle misure anti-contagio.
Ma il clima politico si fa rovente. Tanto che l'opposizione della Lega blocca il tentativo della maggioranza di limitare al massimo le sedute parlamentari: per varare il maxi decreto, che è già lungo 126 articoli ma assorbira' anche gli altri decreti finora approvati dal governo, dovranno riunirsi tutte le commissioni e dare i pareri. "Incredibile! La Lega in Senato fa ostruzionismo sul decreto per affrontare la crisi economica! Vi prego ripensateci, l'Italia ha bisogno di aiuto subito!!!", tuona il Pd attraverso le parole del vicesegretario Andrea Orlando.
Dopo una riunione dei capigruppo fiume e a tratti assai tesa, con urla che si sentono nei corridoi di un Palazzo Madama deserto, arriva la decisione che per giorni aveva tenuto banco nei dibattiti parlamentari: nessuna deroga alle regole, per votare il Cura Italia si riuniranno tutte le commissioni e poi, naturalmente, l'Aula. Forte era la spinta, soprattutto di una parte della maggioranza, perché si valutassero forme di voto a distanza. Per la piena funzionalità delle Camere, in linea con il Quirinale, si e' espresso il presidente della Camera Roberto Fico. Il presidente del Senato Elisabetta Casellati parlando in un'Aula quasi vuota, sottolinea che le Camere "devono poter lavorare senza nessuna forzatura o limitazione delle prerogative parlamentari". Presenza, dunque, sia pur nel rispetto delle distanze, tanto che Casellati convoca i capigruppo nell'emiciclo di Palazzo Madama e non nella sala delle riunioni perché possano essere più distanziati.
La maggioranza cerca di stringere i tempi, ma il centrodestra si mette di traverso - La maggioranza voleva far lavorare solo la commissione Bilancio e poi decidere delle misure precauzionali per l'Aula. Ma il centrodestra, Lega in testa, si oppone: sconvocata l'informativa di Conte in programma il 25 dopo che è saltato il Consiglio europeo, al Senato dovranno riunirsi tutte le commissioni tra il 25 e il 26 per i parare sul decreto, che accorperà anche le misure già varate in ambito giustizia, sanità ed economia, e dovrà essere convocata anche l'Aula per votare il calendario. Un "ostruzionismo deleterio e inutile", commenta dal Pd Andrea Marcucci, dando voce ai tanti parlamentari preoccupati dai rischi di contagio.
No da Salvini e Berlusconi al Cura Italia - Salvini e Berlusconi si mettono di traverso: bocciano il Cura Italia, chiedono modifiche per votare il testo e la Lega non esclude di rivolgersi al Colle. L'accusa è di essere stati interpellati ma non ascoltati. "Collaborativi sì ma non complici", dicono alla Lega lamentando misure come quelle per gli autonomi e il termine ridotto per la cassa integrazione in deroga estesa a tutti. E si azzarda: "Non è che qualcuno nel governo sta aiutando qualche colosso cinese sul 5G" dando accesso alle piattaforme della Pubblica amministrazione?
Proprio il 5G e gli autonomi sono i capitoli che agitano anche la maggioranza. Il tentativo del governo è limitare al massimo gli "assalti alla diligenza" tipici di ogni Manovra. Ma un margine in Parlamento per cambiare, dicono fonti parlamentari, ci sarà. Intanto però Conte si preoccupa di attuare norme molto attese dagli italiani e di agire in fretta. Ma il fronte parlamentare si fa sempre più caldo.