Sul fenomeno gli Usa avvertirono l'Italia un anno prima del report del Nyt. L'allarme è ritornato dopo l'inchiesta dell'informatico Stroppa che si difende da chi lo definisce un "Carrai boy"
Per il New York Times, c'è il rischio che le elezioni italiane vengano inquinate da fake news. L'allarme è partito da un report di un esperto di cybersicurezza, Andrea Stroppa, che ha lavorato con Marco Carrai e che collabora con Renzi. Per questo il M5s attacca Renzi: "E' un complotto per fermarci". Il segretario Pd però replica che è "falso" e invita gli altri partiti alla trasparenza. Sarebbe già dall'autunno 2016 che gli 007 Usa avvertono Roma.
Le prove consegnate a Roma dal dipartimento di Stato Usa - Le prove portate a Roma dalla missione del dipartimento di Stato Usa erano concrete ma, riferisce La Stampa, sarebbe impossibile rivelarle senza violare la legge. I potenziali punti di contatto in Italia erano stati identificati soprattutto nel Movimento 5 Stelle e nella Lega. La discussione, secondo fonti presenti, aveva riguardato come reagire, e gli inviati di Washington avevano sollecitato i colleghi di Via Veneto a prendere una posizione pubblica. Questo passo alla fine era stato escluso. Ora, alla vigilia delle elezioni italiane, il problema esplode nuovamente.
Renzi: "M5s e Lega sul web con gli stessi codici" - "In questi giorni - ha detto Renzi dal palco della Lepolda - è emerso che M5s e Lega escono sul web con gli stessi codici nell'advertising, partiti diversi utilizzano le stesse 'tubature' della Rete. Noi non vogliamo chiudere nessun sito, ma vogliamo che ci sia responsabilità, e vogliamo dire con forza parole di civiltà per le persone che cadono nei tranelli delle fake news". Il Pd, ha quindi annunciato il segretario dem, pubblicherà un rapporto ogni 15 giorni in cui ci sarà non solo il debunking delle false notizie, ma anche ulteriori elementi sulle connessioni tra M5s e Lega, e tra questi e ambienti filo-Putin. Un compito affidato all'esperto di cybersecurity Andrea Stroppa.
L'informatico Stroppa: "Gli attacchi non mi spaventano, sono libero" - E proprio Stroppa ha assicurato che, dopo il suo report, si aspettava gli attacchi ricevuti da parte degli antirenziani per i suoi legami con Carrai. "Ero preparato. Sono una persona libera, lavoro all'estero, gli attacchi non mi spaventano. Vengo definito parte dei 'Carrai boys' e lo comprendo. Quando non si è liberi, si cerca di mettere le catene anche agli altri. Ma io non appartengo a nessuno", ha dichiarato a La Stampa. Il giovane informatico ha poi rilanciato: "Il nework pro M5s su Facebook raggiunge milioni di contatti con un'oscura informazione".
Carrai: "Io non c'entro con l'inchiesta del Nyt" - Intanto Carrai, intervistato da Il Corriere della Sera, ha smentito di esserci lui dietro l'articolo del New York Times: "Non esiste. Ecco, questo è un esempio di fake news". "È stata la sua società di sorveglianza informatica, dove lavora anche Stroppa, a girare il report al Nyt?", gli viene chiesto. "Lo escludo nel modo più totale - ha risposto -. Stroppa lo conosco e per un periodo ha collaborato con una mia società. Chiunque può andare al registro delle Camere di commercio e vedere che non ho mai avuto società con lui".
M5s replica: "Giochino Buzzfeed e Nyt parte da Renzi" - "Buzzfeed e il New York Times pubblicano due articoli spacciandoli per inchieste giornalistiche sulle fake news partendo da una ricerca condotta da un dipendente di Marco Carrai, fonte, vista la sua estrema vicinanza a Renzi, piuttosto discutibile. E lo fanno proprio alla vigilia della Leopolda, aperta all'insegna delle fake news, puntando il dito ancora una volta contro i 5 Stelle". Così il M5s sul blog di Grillo dove si legge: "Diciamocelo chiaramente, sembra un giochino apparecchiato su misura al segretario del Pd, oramai in caduta libera".
La controreplica di Renzi: "Ma quale complotto" - "In questi giorni due articoli di grandi testate internazionali hanno posto il tema dell'inquinamento della campagna elettorale in Italia. Davanti alle prove del New York Times, il blog di Beppe Grillo ha reagito con il consueto stile gridando al complotto, ovviamente complotto degli amici di Renzi". Stanno messi male, non c'è dubbio". Così Matteo Renzi ribatte alle accuse del M5s parlando di "propaganda inaccettabile" sul web. "Se gli altri partiti politici vogliono fare altrettanto non importa che gridino al complotto: basta che dimostrino la propria trasparenza", aggiunge.