Il via libera delle Commissioni al testo sul suicidio assisitito è firmato Pd, M5s, Italia Viva, Leu e +Europa. Contrari Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia. Non mancano le critiche: "Testo gravemente insufficiente"
Il 13 dicembre il ddl sul fine vita arriva all'esame della Camera, dopo l'ok al testo arrivato dalle Commissioni Giustizia e Affari sociali. Il via libera porta la firma di Pd, M5s, Italia Viva, Leu e +Europa mentre il centrodestra è compatto sul no al suicidio assistito: Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia, infatti, mantengono la linea iniziale e votano contro.
Si passa alla Camera - Mario Perantoni e Marialucia Lorefice, presidenti delle commissioni Giustizia e Affari sociali, hanno commentato: "Ora la responsabilità passa all'Aula di Montecitorio, tutti i gruppi e i singoli componenti hanno il dovere di rispondere ai malati e alle loro famiglie, alle esigenze di rendere più umano il nostro ordinamento riconoscendo la morte volontaria medicalmente assistita".
Centrodestra compatto - "Nonostante alcune critiche ingenerose rispetto al gran lavoro, di necessaria mediazione, siamo soddisfatti perché è un buon testo", hanno aggiunto dopo l'ok al ddl da parte delle Commissioni della Camera arrivato come frutto di un compromesso tra le diverse forze che compongono la maggioranza (ma non, come detto, il centrodestra che è rimasto compatto sul no).
Fico: "Il Parlamento colmi un vuoto normativo" - "L'Italia deve colmare il vuoto normativo sul suicidio medicalmente assistito perché in questo modo entrerà nell'era di un Paese più civile e giusto". Così a Cagliari il presidente della Camera Roberto Fico sul passaggio alla Camera del ddl. "Sono convinto che si debba andare avanti, ce l'ha detto la Corte Costituzionale che ci ha dato un termine ampiamente superato, ce lo dicono le tante famiglie che soffrono. Spero che il Parlamento colmi il vuoto presto", ha aggiunto.
L'articolo 5 e la dignità della persona - Tra le misure che ora andranno al vaglio dell'emiciclo di Montecitorio, occhi puntati sull'articolo 5, perché "la morte volontaria medicalmente assistita deve avvenire nel rispetto della dignità della persona malata ed in modo da non provocare ulteriori sofferenze ed evitare abusi", mentre "il medico che ha ricevuto dal paziente la richiesta redige un rapporto dettagliato e documentato sulle condizioni cliniche, psicologiche, sociali e familiari del richiedente e sulle motivazioni che l'hanno determinata e lo inoltra al comitato di valutazione clinica", hanno detto Perantoni e Lorefice.
I Comitati per la valutazione clinica - Dunque "il decesso a seguito di morte volontaria medicalmente assistita è equiparato al decesso per cause naturali a tutti gli effetti". L'articolo 6, invece, prevede l'istituzione proprio dei Comitati per la valutazione clinica presso le aziende sanitarie territoriali, che dovranno essere "multidisciplinari, autonomi e indipendenti, costituiti da medici specialisti ivi compresi palliattivisti, e da professionisti con competenze cliniche, psicologiche, giuridiche, sociali e bioetiche".
La svolta: non punibili i casi retroattivi - C'è una svolta anche per quel che riguarda le responsabilità penali, perché l'articolo 7 non prevede sanzioni per medico e personale sanitario e amministrativo "che abbiano dato corso alla procedura di morte volontaria medicalmente assistita, nonché a tutti coloro che abbiano agevolato in qualsiasi modo ad attivare le strutture portare a termine la procedura". Ma soprattutto "non è punibile chiunque sia stato condannato, anche con sentenza passata in giudicato, per aver agevolato in qualsiasi modo la morte volontaria medicalmente assistita di una persona prima dell'entrata in vigore della presente legge, qualora al momento del fatto ricorressero i presupposti e le condizioni" e "la volontà libera, informata e consapevole" del paziente.
Si rischia un "nuovo ddl Zan"? - Il testo passa all'esame della Camera dove la partita non sembra scontata e dove, comunque non mancano le critiche. "Il Parlamento ha scelto di eludere le questioni poste dal referendum" sull'eutanasia legale "e di limitarsi a tradurre in legge (in peggio) la sentenza della Corte costituzionale sul processo Cappato/Antoniani", fanno sapere dall'Associazione Coscioni. Mentre secondo Riccardi Magi di +Europa si rischia un caso simile al ddl Zan: "Dopo anni di paralisi le Commissioni votano sbrigativamente un ddl sul suicidio assistito gravemente insufficiente. Scopo: portare in Aula un testo quale che sia. Esito prevedibile: lo stesso del ddl Zan. I nodi non sciolti ora non lo saranno dopo", ha detto.