Conclusa la verifica delle condizioni e delle modalità sul caso di una paziente oncologica assistita: la procedura era iniziata a novembre 2022
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L'Azienda Sanitaria Regionale del Veneto e Comitato etico hanno dato il via libera alla richiesta di suicidio assistito da parte di una paziente oncologica. La donna, 78 anni, aveva iniziato la procedura nel novembre 2022, con la richiesta all'Azienda di effettuare tutte le verifiche per accedere all'aiuto alla morte volontaria, come previsto dalla sentenza Cappato della Corte costituzionale.
L'azienda sanitaria, tramite i propri medici, ha dunque attivato le verifiche necessarie e ha stabilito che la paziente possiede tutti i requisiti previsti dalla sentenza 242/19 della Consulta. Ha autonomamente e consapevolmente deciso di procedere con l'aiuto alla morte assistita, è affetta da patologia oncologica irreversibile e tale patologia produce sofferenza che lei stessa reputa intollerabile. È stato accertato inoltre, che i trattamenti con "farmaci antitumorali mirati" costituiscono sostegno vitale. A fine marzo 2023, l'azienda sanitaria aveva comunicato alla paziente l'approvazione dei requisiti da parte del Comitato etico. Nell'aprile 2023 l'azienda sanitaria ha poi comunicato la tipologia di farmaco idoneo per poter procedere e le modalità di assunzione. Nei giorni scorsi, l'azienda ha reso noto che fornirà la strumentazione necessaria all'autosomministrazione del farmaco letale e ha confermato che il Servizio sanitario regionale fornirà tutto l'occorrente nell'immediatezza dell'evento.
Quasi un anno fa, nelle Marche, Federico Carboni, è stato il primo italiano ad aver avuto accesso al suicidio medicalmente assistito in Italia. Però, ricorda l'associazione, aveva dovuto farsi carico dei costi del macchinario, acquistato poi grazie a una raccolta fondi. La paziente è la seconda cittadina residente in Veneto, dopo Stefano Gheller, affetto da distrofia muscolare, ad aver ottenuto la verifica delle condizioni per poter accedere al suicidio assistito e il conseguente via libera da parte dell'azienda sanitaria e del comitato etico.
La paziente ha detto di aver vissuto "Periodi pesanti con forza e volontà per affrontarli, fin dall'inizio ero informata che si prospettava un periodo difficile e così è andata, ed ecco la motivazione della mia richiesta di fine vita dignitosa. Ho avuto una vita libera, bella, quando deciderò di procedere con l'aiuto al suicidio per porre fine alle mie sofferenze nonostante tutto l'ultima parola per me sarà 'la vita è bella' e sono stata libera fine alla fine" conclude.
Il Veneto, sottolinea l'associazione, è particolarmente sensibile a questa tematica, è stata infatti la prima regione ad aver raggiunto la soglia delle firme necessaria per poter portare la proposta di legge regionale sul “suicidio assistito” in Consiglio regionale. In un mese, invece che nei sei previsti per la campagna, settemila veneti a marzo avevano già sottoscritto il testo di "Liberi Subito", la proposta di legge regionale elaborata dall’Associazione Luca Coscioni per regolamentare l’aiuto medico al suicidio assistito.