Firenze, bagno di folla per Matteo Renzi
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Il Premier ha partecipato con la famiglia alla Messa in Duomo e al tradizionale rito dello "Scoppio del carro"
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Bagno di folla per il presidente del Consiglio Matteo Renzi all'uscita della messa di Pasqua in Duomo, nella sua Firenze. Il premier, insieme alla moglie e ai tre figli, ha percorso a piedi il tratto che divide il Duomo dalla piazza dove era parcheggiata l'auto della scorta. Durante il tragitto fiorentini e turisti hanno fatto a gara per abbracciarlo e stringergli le mani. Renzi ha scambiato i saluti e gli auguri di Pasqua, soffermandosi per farsi scattare delle foto e a scherzare con alcuni fiorentini.
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"Forza Italia Matteo", gli ha gridato un anziano. Il premier lo ha guardato sorridendo e rispondendo: "Beh, detta così...". Molti cittadini che lo hanno salutato con un familiare "Matteo". Agli uomini della scorta che gli facevano spazio, il premier si è rivolto sorridendo: "Tranquilli, qui siamo nella mia Firenze". Il premier è quindi salito sull'auto di scorta senza rilasciare dichiarazioni ai giornalisti. Per oggi non ha appuntamenti ufficiali: resterà nella sua casa di Pontassieve fino a domani.
Prima della Messa, la famiglia Renzi ha assistito allo Scoppio del carro, tradizionale spettacolo pirotecnico che si svolge ogni anno a Firenze nel giorno di Pasqua. Per favorirle la visuale della piazza gremita di turisti e fiorentini, Renzi ha preso la figlia sulle spalle. I fuochi pirotecnici, cioè lo scoppio del carro (a Firenze chiamato "brindellone"), vengono innescati da un congegno meccanico a forma di colombina, che 'vola' dall'altare fino al carro per poi tornare all'altare. Quest'anno la colombina ha compiuto l'intero percorso senza intoppi e questo, per tradizione, è considerato dai fiorentini di buon auspicio.
Il premier ha seguito lo spettacolo pirotecnico dal sagrato della cattedrale, insieme, tra gli altri, al vicesindaco Dario Nardella, al presidente del consiglio comunale Eugenio Giani, al questore Raffaele Micillo, al comandante provinciale dei carabinieri Andrea Taurelli Salimbeni, e all'amico Marco Carrai.