la contestazione del campidoglio

Nominato nuovo direttore alla Fondazione Teatro di Roma, Gualtieri: "Governo non può imporre scelte"

Il sindaco: "Impugneremo l'arrogante nomina". La replica di Luca De Fusco: "Il teatro di qualità non è di destra né di sinistra". Il vicepresidente: "Scelta di responsabilità"

21 Gen 2024 - 15:45
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Scoppia il caso dopo la nomina di Luca De Fusco come nuovo direttore della Fondazione Teatro di Roma. La votazione, eseguita in assenza del presidente Francesco Siciliano e della consigliera che rappresenta il Campidoglio Natalia Di Iorio, ha messo in allarme la Giunta. Per il sindaco Roberto Gualtieri "la Fondazione è un patrimonio della città, sostenuta finanziariamente quasi totalmente dal Comune, e non possiamo in alcun modo accettare che le scelte più importanti, a partire dalla nomina del suo direttore, vengano assunte con la forza, imponendo nomi e strategie dai soli consiglieri nominati da governo e Regione Lazio". "Impugneremo l'arrogante nomina", ha aggiunto.

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"Nel giorno in cui il Presidente della Repubblica lancia un monito contro il pensiero unico nella cultura dalla destra arriva un inquietante segnale che deve suonare da allarme per quelli che hanno a cuore il pluralismo e il senso delle istituzioni", ha quindi aggiunto il sindaco Roberto Gualtieri.

Il sindaco: "Impugneremo l'arrogante nomina"

 "Sono sconcertato. È un grande atto di arroganza. Una prepotenza politica che conferma il loro deficit istituzionale. Per governare una Fondazione come quella di Roma serve un manager e non un regista come De Fusco". Così a La Repubblica il sindaco di Roma, ricordando che aveva proposto Onofrio Cutaia.

Vicepresidente: "Scelta di responsabilità"

 "La nostra è stata una scelta di responsabilità assolutamente legittima, altrimenti proseguiremmo con una fondazione 'monca' senza l'organo amministrativo e anche di conduzione artistica, più importante. E questo costituirebbe un pregiudizio sia per il Teatro di Roma che per la stessa città che rappresenta", ha commentato il vicepresidente del Teatro di Roma, Danilo Del Gaizo, dopo le polemiche e la spaccatura in Cda. "Io mi auguro che prevalga la ragionevolezza e il buonsenso e che le parti si incontrino", ha sottolineato.

La protesta del presidente Siciliano

 "Una riunione invalida", aveva protestato subito Siciliano, spiegando di averla "formalmente sconvocata", mentre l'opposizione aveva bollato la nomina come "ennesimo episodio di occupazione, da parte della destra, dei luoghi della cultura". Nonostante Roma Capitale sia in minoranza nel Cda, aveva fatto notare Siciliano, è il socio che mette da solo circa 6 milioni e mezzo i due terzi del budget del teatro, a confronto del milione e centomila euro messi dalla Regione, oltre ad essere il proprietario dei tre teatri di cui dispone l'ente, Argentina, India e Torlonia oltre al Valle che dovrebbe, terminati i restauri, essere conferito alla Fondazione. "Malgrado queste premesse - aveva sottolineato - il mio impegno è stato quello di ricercare una soluzione positiva e lo stesso è avvenuto da parte del Comune e del sindaco il quale si è chiesto se vi fosse davvero la volontà di uno strappo che rompe quello che è nel Dna di un teatro pubblico, ovvero il patto con la città, col territorio".

Nessuna forzatura

 "Nessuna forzatura, riunione legittima", ha replicato Federico Mollicone, responsabile cultura e innovazione di Fdi.

Chi era in corsa oltre a De Fusco

 Per la direzione del Teatro di Roma era in corsa una terna selezionata da una commissione apposita su 42 domande pervenute, ma i nomi di cui si parlava, messo apparentemente da parte quello di Marco Giorgetti (attuale direttore del Teatro della Toscana e La Pergola di Firenze), erano due, Luca De Fusco (regista e attuale direttore dello Stabile di Catania) e Onofrio (Ninni) Cutaia (ex direttore senerale spettacolo dal vivo del ministero e attuale commissario straordinario al Maggio Fiorentino).

L'affondo di Ruotolo

 "Mancava il Teatro di Roma e se lo sono preso con un blitz. Ma i Sangiuliano di turno devono sapere che la cultura non ha padroni. È libera e resterà libera nonostante i lanzichenecchi", ha affermato dal canto suo Sandro Ruotolo, responsabile Cultura nella segreteria nazionale del Pd. "Siamo stanchi di dover commentare l'ennesimo episodio di occupazione, da parte della destra, dei luoghi della cultura", ha dichiarato Gaetano Amato, deputato M5S in commissione Cultura.

Tutto regolare, ha quindi controreplicato Mollicone, definendo la nomina di de Fusco "assolutamente piena e legittima": "Come potranno confermare gli organismi di vigilanza, la riunione che si e' tenuta questa mattina e' assolutamente legale in quanto prosecuzione del Cda sospeso nei giorni scorsi dallo stesso presidente. Inopinatamente il presidente Siciliano alle dieci di sera ha mandato una sconvocazione a data da destinarsi del cda gia' aperto".

La nota ufficiale sulla nomina

 Lo conferma la nota ufficiale della Fondazione: il cda, "nella seduta del 15 gennaio 2024, proseguita in data odierna e tenutasi alla presenza del collegio dei revisori dei conti, ha deliberato, con il voto unanime dei consiglieri presenti, la nomina di Luca De Fusco a direttore generale della Fondazione per un quinquennio, ai sensi dell'art. 13 dello Statuto dell'ente". Una nomina che "apre una nuova stagione per il Teatro nazionale della Capitale, nel cui alveo i teatri Argentina, India, Torlonia e, dalla fine di quest'anno, il Valle, tornano finalmente alla gestione ordinaria dopo il lungo periodo di commissariamento disposto dal ministero della Cultura".

La replica di De Fusco

 Da parte sua De Fusco si augura di "svelenire il clima" e rivendica: "Fare Goldoni o Pina Bausch non è di destra né di sinistra. Esiste il teatro di qualità e il teatro non di qualità. In questi anni ho fatto lavorare tante persone e non ho mai chiesto cosa votassero, Non mi sono mai posto questo problema e credo che nessuno se lo debba porre. Visti i miei precedenti risultati, credo che io possa dare affidabilità".

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