Legge elettorale? "Era meglio il proporzionale". "Ma se non prendo la maggioranza mi ritiro". Poi attacca: "Cinquestelle incapaci, dietro a Di Maio c'è Davigo"
"Sono impegnato a Ischia a un convegno che ha un titolo esplicito: siamo pronti a governare". Lo ha detto Silvio Berlusconi in un video messaggio alla manifestazione di Forza Italia a sostegno del referendum per l'autonomia. "Ma se non avrò la maggioranza mi ritiro mentre escludo un governo di larghe intese", ha spiegato. Sul referendum: "Se vince il sì i lombardi pagheranno meno tasse, la votazione nasce e si svolge nel pieno rispetto dell'unità".
"Domenica 22 avremo l'occasione di far sentire la nostra voce e di dare il via a un processo di revisione concordata degli assetti dello Stato, che consenta alla nostra Regione di essere ancora più efficiente e di crescere meglio e più in fretta, al servizio dei cittadini lombardi, che con la vittoria del sì al referendum avranno come conseguenza di essere gravati da minori tasse: e non mi sembra cosa da poco", ha proseguito Berlusconi sottolinenado che "non è un interesse solo di noi lombardi: se la Lombardia cresce, cresce tutta l'Italia, cresce l'intero Paese".
"Legge elettorale? Era meglio il proporzionale" - Sulla legge elettorale per Silvio Berlusconi era meglio "il proporzionale". "Siamo andati sulla proposta che ha per i due terzi il proporzionale e per un terzo i collegi. Dovremmo dividerci i collegi con gli altri movimenti politici della coalizione ma sono sicuro che non avremo nessuna difficoltà perché la divisione avverrà guardando alla qualità del candidato che ogni volta si metterà in campo e quindi dovrebbe prevalere il miglior candidato. Il numero dei collegi da assegnare sarà fatto sugli ultimi credibili sondaggi", ha spiegato il leader Fi.
"Escludo un governo di larghe intese e mi ritiro se..." - "Un governo di larghe intese? Lo escludo, per storia e ideologia", ha ribadito il leader Fi. "Se non ho la maggioranza - ha inoltre dichiarato - io mi ritiro, perché è colpa degli italiani se non sanno giudicare chi è capace da chi invece non ha mai fatto niente". "Vuol dire che siamo un popolo che non merita nulla. Ma penso che gli italiani avranno buon senso".
"Cinquestelle incapaci, dietro a Di Maio c'è Davigo" - Nel corso del suo intervento alla convention ad Ischia, "Pronti a governare", Berlusconi attacca il Movimento 5 Stelle: "I populisti M5s, nonostante la dimostrazione di assoluta incapacità, ancora oggi sono il primo partito che viene fuori dai sondaggi. Luigi Di Maio è un frontman ma se vinceranno, vedrete che sarà Davigo a fare il premier. Se sarà così io dall'Italia me ne vado. Davigo è un concentrato di odio invidia e rabbia, i suoi collaboratori dicono che non lo hanno mai visto sorridere".
La critica al programma del M5s - "Questi signori hanno nel loro programma delle cose che non sono conosciute - ha detto dal palco - le ho sapute perché qualcuno di loro si è accorto che qualcosa non andava ed è venuto a raccontarmele". Tra queste cita l'imposta del 45% sulla successione, "l'imposta patrimoniale per chi ha più di 50mila euro del 12%, e poi hanno tradotto dal francese all'italiano le imposte sulla casa che sono le più esagerate e vogliono applicarle all'Italia. Spero che non si debba scappare dall'Italia a causa loro".
"Via le imposte sulla prima casa e il bollo sulla prima auto" - Berlusconi passa poi ad analizzare i punti salienti del suo programma partendo dall'abolizione delle imposte sulla prima casa e del bollo sulla prima auto. "Meno tasse è la nostra religione laica dall'inizio. Ma come si fa? C'è una formula, l'equazione dello sviluppo e del benessere: meno tasse su famiglia, imprese e lavoro producono effetti positivi su tutto, già Reagan lo testò. Se lo Stato ti chiede il 55% di tasse ti sembra un furto, sopra il 60% è un'estorsione fiscale. Per diminuire le tasse bisogna riorganizzare lo Stato: ogni entità fondata da uomini deve subire una riorganizzazione ogni dieci anni, ma se si saltano i primi due decenni i risultati sono stupefacenti dopo trent'anni", ha aggiunto.
"Seconda moneta nazionale, la Lira" - Berlusconi richiama anche la necessità di una "seconda moneta nazionale aggiuntiva". "Io sono figlio della guerra e ricordo le Am-lire - ha spiegato -. Per uscire dalle crisi si stampa moneta, da imprenditore dico che è lievito per economia, dobbiamo stampare una moneta nostra. Diranno che è una idea folle. Ho già in mente il nome della moneta. Qualcuno ha detto la chiameremo Silvia, invece la chiameremo Lira".
"Ricostruire le case terremotate entro la primavera" - Silvio Berlusconi, che si trova a Casamicciola, zona colpita dal sisma, ha poi parlato di ricostruzione. "Bisogna ricostruire le case che sono state distrutte dal terremoto e renderle pronte per la primavera", ha affermato. "Io all'Aquila ne ricostruii 5.639 in 120 giorni, qui le case sono molte meno", ha sottolineato Berlusconi che ha chiamato in causa la necessità di "un intervento immediato dello Stato di 100 milioni". Ha puntato poi l'attenzione anche sulla necessità della semplificazione degli appalti.