Il deputato del Pd offre un risarcimento. Ora la parola al giudice che deciderà se è congruo
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La vicenda del profumo sottratto da Piero Fassino al duty free del Terminal 1 dell'aeroporto di Fiumicino potrebbe concludersi oggi (31 luglio). Il gip di Civitavecchia deciderà se accettare o meno la proposta dell'avvocato del deputato Pd di estinguere il reato di tentato furto, con una riparazione pecuniaria di 500 euro.
Come scrive La Repubblica, l'istanza del legale Fulvio Gianaria è stata presentata dopo la visione del video che riprende Fassino dentro il duty free. "Davanti a un video che è molto equivoco, dove sembra che siamo davanti a una dimenticanza - dice l'avvocato - abbiamo intrapreso questa strada per non affrontare un processo e la sua portata mediatica".
La vicenda oggetto della denuncia è avvenuta la mattina del 15 aprile. Secondo l'accusa, Fassino era in attesa di un aereo per Strasburgo. Quel giorno il deputato del Pd, dopo aver superato i controlli, si è fermato al duty free, dove ha preso un profumo da donna da oltre 100 euro: "Volevo comprarlo per mia moglie", specificherà. In quel momento, sarebbe squillato il cellulare: "Avendo il trolley in mano e il cellulare nell'altra, non avendo ancora tre mani, ho semplicemente appoggiato la confezione di profumo nella tasca del giaccone, in attesa di andare alle casse". Qui però emergerebbe una discrepanza tra le versioni di Fassino e dell'azienda. Secondo l'accusa infatti Fassino si sarebbe allontanato oltre le casse, cosa che ha fatto scattare l'allarme anti-taccheggio. E intervenire il vigilante, che l'ha bloccato. Ne sarebbe nata una discussione, accorata ma educata e civile, in cui il deputato avrebbe provato a spiegare di non avere avuto alcuna intenzione di rubare il profumo, e anzi avrebbe anche chiesto di pagarlo e persino di comprarne due proprio per dimostrare la sua buona fede. I responsabili del duty free però hanno sporto denuncia.