Contro il ministro Sinistra italiana, Movimento 5 Stelle, LegaNord e alcuni del gruppo Misto. Speanza: "Via i voucher"
Dopo la polemica sui giovani in fuga dall'Italia, i senatori di Sinistra italiana, del M5S, della Lega e del Gruppo Misto hanno depositato a Montecitorio una mozione di sfiducia nei confronti del ministro del Lavoro Giuliano Poletti. Il ministro - si legge nella mozione - "ha dato riprova di un comportamento totalmente inadeguato al suo ruolo, esprimendosi con un linguaggio discutibile e opinioni inaccettabili". Ma Poletti, entrando alla Camera per il question time, alla domanda su sue possibili dimissioni ha risposto: "No, non mi dimetto".
La mozione al Senato In particolare la mozione di sfiducia ricorda la dichiarazione "inaccettabile e che compromette la libertà di voto dei cittadini" del ministro Poletti sulla possibilità di evitare il referendum sul Jobs Act grazie allo scioglimento delle Camere e alla convocazione delle elezioni politiche, e le "affermazioni gravissime" dello stesso sui giovani italiani costretti a cercare lavoro all'estero.
Speranza: "Via i voucher o voterò la sfiducia" - Minaccia anche lui la sfiducia a Poletti, ma per un altro motivo, l'esponente della minoranza Pd Roberto Speranza, che al ministro invia questo messaggio via Twitter: "Lettera aperta al ministro Poletti: via i voucher o sfiducia".
Poletti: "Non mi dimetto" Intende dimettersi dopo le polemiche scaturite dalle sue parole sugli italiani all'estero? "No". Risponde così il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ai giornalisti che lo intercettano mentre fa ingresso alla Camera per il question time.
Il flashmob contro Poletti Protesta davanti al Ministero del Lavoro. Una ventina di manifestanti hanno portato al ministro Giuliano Poletti un biglietto di sola andata per una nota destinazione, "quel paese". I dimostranti chiedono le sue dimissioni dopo le sue parole sui giovani espatriati, "conosco gente che è bene che stia dove è andata, perché sicuramente questo Paese non soffrirà a non averli più fra i piedi", aveva detto Poletti. Sono frasi "indegne e offensive" si legge in una nota di Act! agire, costruire, trasformare, uno dei promotori del flashmob, "l'ultimo episodio della guerra contro una intera generazione innescata da Giuliano Poletti e dall'(ex) Governo più giovane della storia repubblicana, una guerra condotta con una notevole varietà di insulti, ma soprattutto a colpi di precarietà" a partire dalla liberalizzazione dei voucher. "Non solo non è stata sconfitta la precarietà come promesso dal precedente governo", continua il testo, "al contrario le politiche messe in campo hanno ottenuto un livellamento verso il basso dei diritti, una redistribuzione delle risorse dal basso verso l'alto, il contenimento dei salari e del welfare". Alla mobilitazione, che si svolge anche sul web con l'hashtag #Polettifuoridaipiedi hanno aderito tra gli altri Adi, Arci, Flc Cgil e Link.