Di Maio: "Basta minacciare crisi". Intanto il premier annuncia che nella nuova bozza del dl Sicurezza bis "sono state superate le criticità", ma il Cdm slitta comunque a dopo le elezioni
© lapresse
"La mia riflessione è che se c'è un governo del cambiamento deve farlo, e non vivere di stallo: deve fare le cose". Lo dice il sottosegretario leghista alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, sottolineando che "così non si può andare avanti, l'affiatamento va ritrovato". Intanto il premier Giuseppe Conte incontra il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, e chiarisce che il Cdm sui decreti su sicurezza e famiglia ci sarà dopo le elezioni europee.
"Ho sentito Salvini e Di Maio e convenuto che è complicato tenere un Cdm domani o dopodomani per cui lo abbiamo rinviato alla settimana prossima, nel primo giorno utile", aggiunge il presidente del Consiglio. Il presidente Mattarella ha incontrato al Quirinale anche il vicepremier Matteo Salvini.
"Io dico che la stabilità è un valore importante, ma stabilità non è sinonimo di immobilismo", dichiara Giorgetti. "La campagna elettorale mi ha permesso di vedere un Paese reale vivo e vitale, noi dobbiamo essere all'altezza di questo Paese reale". Anche l'esponente della Lega aveva allontanato la possibilità di un Cdm in giornata: "Penso che prima ci debbano essere dei passaggi procedurali ancora significativi".
Le parole di Giorgetti si riferiscono allo stallo verificatosi sul decreto Sicurezza bis. Provvedimento fortemente voluto dal ministro dell'Interno Matteo Salvini prima delle elezioni europee del 26 maggio, ma arenatosi a causa delle criticità espresse dal Colle in Consiglio dei ministri. E proprio per risolvere questa impasse che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si è recato all'ora di pranzo al Quirinale per parlare anche della riforma targata Lega, dopo gli aggiustamenti eseguiti dal Viminale sul testo. L'incontro tra il premier e il capo dello Stato è durato un paio d'ore e si è concluso con un rinvio del Cdm.
Le criticità messe a fuoco dal Colle sul dl Sicurezza bis "sono state superate nelle nuova bozza consegnata martedì pomeriggio", annuncia Conte spiegando che "la versione aggiornata è pervenuta nei miei uffici". La discussione in Cdm slitta comunque a dopo le elezioni. Matteo Salvini, dal canto suo, depone le armi e fa sapere che "se per motivi non tecnici, ma di altra natura, c'è chi preferisce che il decreto venga approvato la settimana prossima non mi do fuoco, lo approveremo la settimana prossima".
Quanto alle ipotesi di rimpasti di governo, Giorgetti spiega che "di rimpasti, di queste cose da Prima Repubblica non ci interessa niente. Parlo per la Lega e credo anche per i Cinque Stelle". "Invece bisogna riflettere sugli errori: se c'è collaborazione bene, se partono ripicche e vendette, allora non si fa nulla, lo dico per l'interesse del Paese", evidenzia. Perché che il "giustizialismo sia nel Dna del M5s non è un fatto nuovo, ci sta che abbiano deciso di fare la campagna elettorale su questo tema. Quello che non ci sta sono le accuse a destra e a manca".
Secondo il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio, però, ad alzare i toni non sono i componenti M5s del governo ma quelli della Lega: "Ogni giorno ormai, da circa un mese, c'è qualcuno, e non del M5s, che minaccia la crisi di governo e fa la conta delle poltrone in base ai sondaggi. Oggi è toccato a Giorgetti. Basta minacciare crisi di governo e basta fare la conta delle poltrone. Si pensi al Paese", replica Di Maio.