Dopo la firma del partenariato

Giorgia Meloni in Arabia Saudita: "Nessuna contraddizione, abbiamo interesse a stringere rapporti strategici"

Il premier dopo la visita ad Al'Ula: "I nostri due Paesi hanno interesse a stringere accordi strategici. Riyad attore chiave per la politica in Medioriente". Sui dazi: "Lo scontro non conviene a nessuno"

27 Gen 2025 - 15:17

Italia e Arabia Saudita "hanno interesse a stringere accordi strategici in materie come l'energia, il rapporto con l'Africa, la difesa, gli investimenti" mentre "altro tema è la questione di chi dovesse favorire attività di proselitismo in Europa e su questo io non ho cambiato idea". Lo ha detto Giorgia Meloni dopo la visita ad Al'Ula e la firma della dichiarazione di partenariato con il principe Bin Salman. E sulla questione dei dazi il premier ha aggiunto: "Uno scontro non conviene a nessuno".

"Non una visita di cortesia, portiamo a casa grandi risultati"

 "L'opposizione mi rinfaccia qualsiasi cosa ma non c'è contraddizione fra quello che dicevo ieri e quello che faccio oggi", ha ribadito Giorgia Meloni dopo la visita in Arabia Saudita. "Nello specifico - ha spiegato il premier - la scelta qui in Arabia Saudita è stata quella di elevare il livello della nostra collaborazione al partenariato strategico. Non è visita di cortesia, portiamo a casa grandi risultati. Significa un Consiglio che si riunisce periodicamente, fa stato degli avanzamenti del lavoro comune sulle materie prioritarie che vengono individuate e le materie prioritarie che noi abbiamo individuato sono ovviamente la cooperazione in materia energetica, in materia di difesa, sull'impulso agli investimenti reciproci fino ai temi legati all'archeologia".

Il ruolo dell'Arabia in Medioriente

 L'Arabia Saudita, inoltre, in tutto il Medioriente "è un attore chiave. Sull'ipotesi che supportiamo di una normalizzazione e di una soluzione dei due Stati, la normalizzazione dei rapporti tra Arabia e Israele può facilitare il percorso. Ma anche in Libano, dove Arabia ha ruolo chiave nel rafforzamento delle istituzioni libanesi e nell'elezione del nuovo presidente", ha detto la Meloni.

La ricostruzione a Gaza

 La questione in Medioriente non riguarda solo la pace ma anche la ricostruzione. "Il presidente Trump dice una cosa molto giusta quando dice che la ricostruzione di Gaza è ovviamente una delle sfide principali che abbiamo di fronte e che per riuscire serve un grande coinvolgimento della comunità internazionale", ha affermato la Meloni.

La questione dei rifugiati

 "Dopodiché per quello che riguarda il tema dei rifugiati non penso che siamo di fronte a un piano definito, siamo piuttosto di fronte a delle interlocuzioni con gli attori regionali che sicuramente su questo vanno coinvolti", ha detto il premier. Sul tema ha poi continuato: "In Giordania c'è un problema molto importante relativo ai profughi siriani che già impattano nel Paese in maniera significativa. Parliamo di circa 1.400.000 profughi siriani in una nazione piccola, tema che abbiamo discusso con il re Abdallah molto spesso, del quale abbiamo parlato anche qui con sua altezza Mohammed Bin Salman per capire come si possa affrontare una questione che sta impattando in Libano, in Giordania, in diverse nazioni nelle quali non aiuta la stabilizzazione. Quindi sono sicuramente materie molto complesse ma il fatto che se ne discuta seppure a livello interlocutorio con gli attori della regione secondo me vuol dire che si vuole lavorare seriamente al tema della ricostruzione".

Il conflitto Russia-Ucraina

 Oltre che della questione mediorientale, Giorgia Melni ha parlato anche della guerra in Ucraina. "Sicuramente il tema del costo del petrolio, come dice il presidente Trump, può essere uno degli elementi di pressione e penso che in generale per quello che riguarda il conflitto in Ucraina tutto quello che può spingere la Russia a sedersi al tavolo sia interessante. Dopodiché il prezzo del petrolio è una materia molto complessa e quindi non direi che è una proposta già concreta. Penso che siamo a livello delle interlocuzioni ma che sia interessante affrontare tutte le interlocuzioni che possono portare a facilitare il percorso verso una pace giusta", ha detto.

Ok ai sauditi nel programma GCAP

 "Noi siamo favorevoli all'ingresso dei sauditi" nel programma GCAP ha affermato Giorgia Meloni. "Chiaramente è un lavoro non immediato, perché intanto dobbiamo chiudere tutto il lavoro a tre con i governi di Gran Bretagna e Giappone, e intanto favorire anche un avvicinamento del Regno saudita che deve avvicinare le sue capacità industriali della difesa a quelle degli altri attori coinvolti"ha spiegato a proposito del programma per il caccia di nuova generazione che vede insieme Italia, Giappone e Regno Unito.

Sui dazi servono dialogo ed equilibrio

 Sui dazi "uno scontro non conviene a nessuno" mentre "il dialogo e una soluzione equilibrata e bilanciata" rappresentano "il modo per affrontare" il tema "e quindi farò tutto quello che posso: è la strada che intendo percorrere, la strada che intendo suggerire per trovare delle soluzioni insieme all'amministrazione americana", ha aggiunto il presidente del Consiglio.

"Surplus commerciale non nasce con Trump"

 "La questione del surplus commerciale - ha ricordato il premier - non nasce con la presidenza Trump, è una questione che le amministrazioni americane hanno posto spesso. Nel 2023 tra Europa e Stati Uniti nel commercio di beni c'era un surplus a favore dell'Europa di oltre 150 miliardi. È un dato importante e comprendo il punto di vista degli Stati Uniti: è la stessa questione che ad esempio noi poniamo nei confronti della Cina. Dopodiché se si andasse a guardare al dato più complessivo e si coinvolgesse ad esempio il tema del commercio dei servizi allora lì ci sarebbe un surplus commerciale a favore degli Stati Uniti di circa 100 miliardi, a dimostrazione che si tratta di economie complementari e interconnesse", ha concluso sulla questione dei dazi.

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