"Quando abbiamo vinto le elezioni - ha detto il premier - i nostri avversari scommettevano sul fatto che avremmo fallito e sulle nostre divisioni, ma siamo una coalizione compatta e quindi è andata male"
"Ce l'ho l'elmetto, ci dormo anche perché si sta vedendo un po' di tutto". Lo ha detto Giorgia Meloni a "Dritto e rovescio" su Rete4. "Quando abbiamo vinto le elezioni - ha sottolineato il presidente del Consiglio - i nostri avversari scommettevano sul fatto che avremmo fallito e sulle nostre divisioni, ma siamo una coalizione compatta e quindi è andata male. Hanno scommesso che saremmo stati isolati, ma l'Italia è centrale in Europa, avevano scommesso che avremmo affossato il Pnrr, ma siamo la prima nazione in Europa. Avevano scommesso nel crollo dell'economia, ma l'Italia va meglio di prima. E quindi sta uscendo una natura livorosa, rancorosa, dei nostri avversari e questo mi fa immaginare che accadrà un po' di tutto da qui alle Europee, ma non mi preoccupa perché a me interessa il consenso".
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Meloni ha parlato poi del caso del dossieraggio, definendolo "gravissimo" e dicendo che "bisogna andare fino in fondo". "E' una questione molto brutta - ha detto - ma molto semplice da spiegare: ci sono alcuni funzionari dello Stato italiano, pagati dai soldi dei cittadini, che accedono a banche date sensibili, che dovrebbero essere usate per combattere la mafia, per passare informazioni sensibili su politici considerati non amici ad alcuni giornali. Particolarmente a quello di De Benedetti, tessera numero 1 del Pd, e al responsabile comunicazione del Pd. Qualcuno ha messo in piedi metodi che si usano nei regimi per gettare fango a chi non sta simpatico".
Con il dossieraggio, ha aggiunto, sono stati usati "metodi da regimi autoritari per gettare fango su chi non stava simpatico. E' una cosa gravissima, penso che sia molto più ampia di quello che stiamo vedendo, perché ci sono i politici ma anche tante persone normali e bisogna capire quali interessi ci sono dietro. Varie persone sono state fatte oggetto di dossieraggio per avviare campagne di fango. Si deve andare fino in fondo, e voglio ringraziare Melillo e Cantone, perché non basta sapere chi è il funzionario che violava una banca dati ma anche capire quali erano i mandanti. Se c'è stato qualcuno che ha usato banche dati riservate per fare gli interessi propri, bisogna conoscerne nome e cognome perché questi metodi in uno stato di diritto non sono previsti".
In merito alle polemiche sull'ordine pubblico nelle manifestazioni, il premier ha affermato: "Se sbaglia un poliziotto paga, se uno aggredisce un poliziotto non succede nulla, c'è un'impunità. Ci sono professionisti del disordine pubblico, che fa questo di mestiere". Meloni ha poi ringraziato "le nostre forze dell'ordine" ed espresso "solidarietà per campagna denigratorie che di tanto in tanto vengono fuori. Dal 7 ottobre a oggi in Italia abbiamo avuto oltre 1.000 manifestazione a sostegno della Palestina, perché non abbiamo impedito le manifestazioni. Nel 97% dei casi non c'è stato nessun problema che significa che abbiamo un'ottima gestione. Se ci sono errori si verificano le responsabilità ed eventualmente si sanzionano, ma non si può fare di tutta l'erba un fascio perché l'anno scorso ci sono stati 120 agenti feriti e nessuno ha dato la sua solidarietà. Manifestare è un diritto, ma rispettare le regole è un dovere".
"Le lezioni sullo stato di polizia dalla sinistra italiana, no. Quando i manganelli volavano alle contestazioni alla Festa dell'Unità andavano bene, e quando si sparava con gli idranti addosso ai lavoratori seduti a terra sono stati tutti zitti. Questa gente le lezioni sulla democrazia non me le venga a fare", ha proseguito. E poi: "La sinistra è lontana anni luce dai problemi reali, non hanno un proposta. Dicono 'noi non abbiamo una proposta ma siccome gli altri sono spaventosi, cattivi, puzzano votate per noi'. Quando uno parla troppo di te non è sicuro di sé".
Parlando del quadro internazionale, Meloni ha dichiarato: "La cosa più intelligente di politica estera che ho sentito dire da Conte è che Zelensky per far finire la guerra doveva mettersi in giacca e cravatta. Farmi dare lezioni di politica estera dall'armocromista di Zelensky anche no". E ancora: "Io non vado in giro con il piattino in mano, a prendere ordini, ho un'agenda, idee per questa nazione, le porto in giro a testa alta e porto a casa risultati", ha aggiunto rivendicando di aver parlato con Joe Biden di "un'alleanza globale contro i trafficanti di esseri umani" e di aver "ribaltato in un anno l'approccio europeo all'immigrazione". "Quando ti considerano un servo - ha continuato Meloni - non hanno bisogno di accontentarti, quando non ti considerano un servo devono trovare una sintesi con te".
In vista delle Regionali di domenica, il premier ha ricordato come Marsilio abbia dato in Abruzzo "risposte reali e concrete non parole e infatti la sinistra su Marsilio dice che non è abruzzese. E' abruzzese da 7 generazioni e da parlamentare a Roma si è dimesso per dare una mano alla sua regione. Trovo bizzarro il tema del campo largo: Conte e Renzi sono alleati ma dicono di no, ma se ti vergogni di essere alleato perché lo fai? Invece il centrodestra è compatto e unito". "Penso - ha detto ancora - che Marsilio abbia governato molto bene. Quando accettammo la sfida di guidare l'Abruzzo qualche anno fa decidemmo di affrontare la sfida delle infrastrutture in Abruzzo, una regione al centro dell'Italia ma isolata. Marsilio si è concentrato su questo che può portare meno voti di chi ti dice stai a casa e ti do 780 euro al mese".