Il premier spiega inoltre di ritenere un'accelerazione sulla ratifica del Mes contrario all'interesse nazionale
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Sul Pnrr Giorgia Meloni si dice "assolutamente" ottimista che l'Italia centrerà i propri obiettivi, "soprattutto se smettiamo di fare allarmismo su una questione strategica per la nazione intera e che, nella migliore tradizione dei Tafazzi d'Italia, viene strumentalizzata per attaccare il governo". "Noi - rimarca il presidente del Consiglio - siamo impegnati per rispondere alle ultime richieste di chiarimenti da parte della Commissione e ricordo che lavoriamo su un piano scritto da altri".
"Senza polemica - prosegue il premier in un'intervista al Corriere della Sera -, non posso fare a meno di notare che se il lavoro certosino che stiamo facendo adesso, senza alcuna tensione con la Commissione, fosse stato fatto a monte quando i progetti sono stati presentati, avremmo potuto risparmiare molto tempo. Poco male, siamo comunque vicinissimi all'obiettivo. E stiamo lavorando senza sosta alla rimodulazione del Piano e alla presentazione del Repower EU, per spendere tutte le risorse privilegiando progetti strategici".
Meloni spiega poi la decisione di presentare una sospensione per la ratifica del Mes. "Ritengo contrario all'interesse nazionale accelerare la ratifica del trattato di riforma del Mes mentre il governo è impegnato nel negoziato decisivo per la modifica del Patto di stabilità e il completamento dell'Unione bancaria. Se abbiamo presentato una questione sospensiva alla richiesta delle opposizioni di ratifica immediata è perché questi strumenti vanno visti insieme. Chi oggi chiede la ratifica non sta facendo l'interesse italiano".
Il premier parla anche del salario minimo spiegando di non essere convinta che ci si possa "arrivare per legge: l'approccio del governo va nella direzione di favorire una contrattazione collettiva sempre più virtuosa, investire sul welfare aziendale, agire su agevolazioni fiscali e contributive, stimolare i rinnovi contrattuali. Il tavolo con le parti sociali è sempre aperto e noi ci confrontiamo con tutti, senza preclusioni".
Sui migranti l'Unione Europea ha fatto un "totale cambio di passo: investire sulla stabilità del Nord Africa e prevenire le partenze è un primario interesse italiano e finalmente una priorità europea - spiega Meloni -. Sulla dimensione esterna siamo tutti d'accordo. Sulla dimensione interna, no. Ma è normale, perché su un tema così divisivo è difficile trovare regole che vadano bene per tutti. Mi auguro ci siano margini per avvicinare le posizioni". "L'accordo di tutto il Consiglio Ue sulla cosiddetta dimensione esterna, che offre un approccio completamente nuovo rispetto al passato in tema di contrasto ai flussi migratori, è un indiscutibile successo italiano", sottolinea Meloni spiegando che "il Patto migrazione e asilo va avanti", ma "vendere questo accordo come una soluzione efficace è sbagliato: la mia priorità è fermare i flussi illegali prima che partano e stroncare il traffico di esseri umani".
"La posizione di Polonia e Ungheria sul Patto migrazione non cambia nulla nei nostri rapporti e come ha detto il primo ministro polacco Morawiecki: siamo d'accordo di non essere d'accordo su questa questione marginale. Tradotto significa: è normale che ciascuno faccia il proprio interesse - aggiunge il presidente del Consiglio -. Penso sia un errore sovrapporre i temi del Consiglio Ue con i rapporti all'interno delle singole famiglie politiche, che difficilmente ne escono compromessi. Nel Consiglio ciascuno rappresenta gli interessi della propria Nazione, capita che non corrispondano e ognuno fa bene a difendere i suoi".
Meloni risponde infine a distanza a Elly Schlein che ha accusato il premier di isolare l'Italia in Europa, legandosi ad "amici sbagliati": "Sulle 'amicizie sbagliate' a livello internazionale mi permetta di non infierire su chi ancora oggi è reticente nel condannare regimi come quelli di Cuba e Venezuela. Chi è in buona fede può constatare quanto l'Italia oggi sia centrale e rispettata nei consessi internazionali. Con buona pace delle cassandre, che speravano nell'isolamento".