Giorno della Memoria, Internato ultracentenario ricevuto al Quirinale da Mattarella
© Walter De Berardinis | Per gentile concessione di Walter De Berardinis
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Il Capo dello Stato: "Nazismo e fascismo crearono i presupposti dello sterminio. Mai più uno Stato che calpesta libertà e diritti"
Per il Giorno della Memoria, Sergio Mattarella ricorda come la "parte maggiore della responsabilità delle leggi e della politica razzista, in Germania e in Italia" sia da attribuire "ai capi dei due regimi, Hitler e Mussolini. Ma il terribile meccanismo di distruzione non si sarebbe messo in moto se non avesse goduto di un consenso, a volte tacito ma comunque diffuso, nella popolazione". Allo stesso tempo il presidente della Repubblica ribadisce il suo "no" alle discriminazioni, così come sancito dalla Costituzione.
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"E' di grande significato che la Carta volle sancire, all'articolo 3, la pari dignità ed eguaglianza di tutti i cittadini, anche con l'espressione 'senza distinzione di razza' - osserva -. Taluno ha opinato che possa apparire una involontaria concessione terminologica a tesi implicitamente razziste. I Costituenti ritennero, al contrario, che manifestasse, in modo inequivocabile, la distanza che separava la nuova Italia da quella razzista. Per ribadire mai più".
"La Shoah, ossia la messa in pratica di una volontà di cancellare dalla faccia della terra persone e gruppi ritenuti inferiori, è stato un lento e inesorabile processo, una lunga catena con molti anelli e altrettante responsabilità, afferma ancora il presidente della Repubblica, precisando che "la scelta nazista, con le famigerate leggi di Norimberga, e quella fascista - che la seguì omologandovisi - di creare una gerarchia umana fondata sul mito della razza e del sangue forni' i presupposti per la persecuzione e il successivo sterminio".
"I cancelli di Auschwitz si spalancano tuttora sopra un abisso oscuro e impenetrabile: la cancellazione totale della dignità dell'uomo, il buio della ragione che, come avvertiva Goya, genera mostri".
"Ci furono tanti italiani, i 'giusti', che rischiando e a volte perdendo la propria vita, decisero di resistere alla barbarie nazista, nascondendo o aiutando gli ebrei a scappare - continua il Capo dello Stato -. Rendendo oggi onore a questi italiani, non possiamo sottacere anche l'esistenza di delatori, informatori e traditori che consegnarono vite umane agli assassini, per fanatismo o in vile cambio di denaro".
Come ricorda Mattarella, inoltre, "l'adesione al Führerprinzip, la fiducia e l'obbedienza cieca e incondizionata al capo supremo e alle sue volontà, era arrivata a tal punto da provocare in lui l'indifferenza tra il bene e il male, tra la giustizia e l'iniquità, anche di fronte al quotidiano spettacolo di migliaia di uomini, donne e bambini, avviati per file ordinate verso le camere a gas".
Mattarella vuole quindi lanciare un monito. "Il valore della memoria non si esprime soltanto nel ricordo, doveroso e partecipe, delle vittime e delle immani sofferenze loro inflitte - spiega -. Ma è espresso nell'impegno che gli uomini liberi e gli Stati democratici presero, sulle ceneri di Auschwitz, per dire mai più. Un impegno che oggi ci unisce e ci interpella. Mai più a un mondo dominato dalla violenza, dalla sopraffazione, dal razzismo, dal culto della personalità, dalle aggressioni, dalla guerra. Mai più a uno Stato che calpesta libertà e diritti. Mai più a una società che discrimina, divide, isola e perseguita. Mai più a una cultura o a una ideologia che inneggia alla superiorità razziale, all'intolleranza, al fanatismo".