Il Capo dello Stato: "Quello di Auschwitz è un tragico paradosso: si tratta della costruzione più disumana mai concepita dall'uomo, uomini contro il genere umano: una spaventosa fabbrica di morte"
Nel Giorno della Memoria "ci accostiamo al tema" con "commozione e turbamento, con dubbi e interrogativi irrisolti" perché l'Olocausto rappresenta un paradosso, "uomini contro l'umanità". A dirlo è il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, secondo il quale "ricordare esprime un dovere di civiltà".
Quello di Auschwitz è "un tragico paradosso: si tratta della costruzione più disumana mai concepita dall'uomo, uomini contro il genere umano: una spaventosa fabbrica di morte", ha aggiunto Mattarella, intervenendo al Quirinale per la celebrazione del Giorno della Memoria."Ricordare esprime un dovere di civiltà, ribadisce il Capo dello Stato. "La Memoria è un fondamento della Costituzione contro arbitrio e sopraffazione, è un sentimento civile energico e impegnativo".
"Italia e Germania - dice ancora Mattarella - sono due Paesi di antica tradizione cristiana, culla di diritto, che con la dittatura precipitarono in un universo tetro, fatto di odio, paura, che portò alla soppressione fisica del diverso. Il fatto che queste dittature trovarono nelle loro popolazioni approvazione e consenso non attenua per nulla la responsabilità morale del crimine contro l'umanità compiuto e che resta tale anche se condiviso da molti".
"Questa constatazione perfino ovvia ma talvolta posta in discussione ci obbliga a fare i conti senza infingimenti e con coraggio sulla storia nazionale", ha sottolineato il Capo dello Stato. Secondo Mattarella infatti "faremmo un'offesa grave a quegli uomini, donne e bambini, morti nelle camere a gas se considerassimo" la Shoah un "accidente della storia da mettere tra parentesi, chiudendo gli occhi sulle origini che hanno avuto e sulle loro dinamiche: il fascismo, il nazismo e il razzismo non erano funghi velenosi nati per caso nel giardino ben curato dell'Europa, furono prodotto di pulsioni, perfino mode e atteggiamenti che affondavano le loro radici nei secoli precedenti".
"Nei salotti europei tra 800 e 900 si conversava con irresponsabile civetteria di superiorità ariana, ma le parole, specialmente di odio, non restano a lungo senza conseguenze - ha ammonito Mattarella -: quelle idee e secoli di pregiudizi verso gli ebrei furono il brodo di cultura in cui si riprodusse il germe nazista. Rimasto allo stato latente esplose e si diffuse quando infetto' la politica dopo la grande crisi economica prodotta dal dopo guerra. Disperazione e paura del futuro, le divisioni della politica spinsero le persone nelle mani di scorciatoie autoritarie ad affidarsi ciecamente nel carisma magico dell'uomo forte".
"In quei regimi, conclude il Capo dello Stato "l'arbitrio soppiantava la legge, l'uso spregiudicato dei mezzi di comunicazione e un regime di terrore che stroncava il dissenso completarono l'opera nefanda fatta di violenza, paura sopraffazione, razzismo, culto del capo furono il fondamento del nuovo ordine del nazifascismo".