Se da un lato il governatore non prende in considerazione le dimissioni e si dice "tranquillissimo", dall'altro gli osservatori prospettano vari scenari tra cui le possibili elezioni anticipate
"Siamo tranquillissimi", con queste parole il presidente della Liguria, Giovanni Toti, ha commentato gli arresti domiciliari per corruzione, che hanno scosso l'intera Regione, mostrando la più totale serenità e allontanando le voci di imminenti dimissioni che iniziavano a correre tra i corridoi di Palazzo. Il governatore è un garantista della prima ora: si è sempre espresso innocentista fino al terzo grado di giudizio e anche il suo avvocato, martedì, ha fatto sapere che di dimissioni non se ne parla ("il processo è tutto da fare"). Ma quali sono i possibili scenari? Tutto dipenderà dalla durata del provvedimento nei confronti di Toti. Se da un lato pesa il garantismo, dall'altro le dimissioni o la mozione di sfiducia potrebbero innescare il voto anticipato e diventare un'occasione anche per FdI, primo azionista di maggioranza, che in questo modo potrebbe sfruttare la situazione per puntare su un suo candidato. Un'ipotesi al momento lontana in Consiglio regionale, dove tra gli alleati vige il massimo garantismo. Per Matteo Salvini "dimettersi sarebbe una resa". Antonio Tajani difende il Guardasigilli Carlo Nordio: "Sono d'accordo con lui, vicenda di anni fa, si poteva intervenire prima" (in riferimento alle prossime Europee).
© Tgcom24
Per ora l'attività amministrativa della Regione, assicurano dall'ente, prosegue senza soluzione di continuità con la reggenza pro tempore del vicepresidente leghista Alessandro Piana, numero due della Regione e assessore ligure all'Agricoltura, il cui nome era finito alcuni mesi fa - non da indagato - all'interno di un'altra inchiesta genovese legata a presunti festini con vip ed escort. Sarà Piana a ricoprire fino a diversa decisione l'incarico, come previsto in caso di impedimento temporaneo, mentre Toti risulta sospeso dalla carica, per effetto della legge Severino.
L'arresto di Toti arriva in pieno secondo mandato, mentre il dibattito degli ultimi mesi lanciato dallo stesso governatore spostava l'asticella verso lo sblocco al limite dei rinnovi per i presidenti di Regione italiani (un'ipotesi che aveva creato malumori anche all'interno dei partiti di maggioranza), ora in Liguria lo scenario cambia all'improvviso. Anche se le dimissioni sono un'ipotesi lontana e incerta, e lo stesso Piana ha ribadito che "non c'è sentore che si vada a elezioni anticipate", va considerato che anche la maggioranza potrebbe spingere in tal senso. Oltre alle opposizioni, anche Fratelli d'Italia potrebbe uscirne rafforzato puntando su un suo candiato. Secondo gli osservatori, infatti, il partito della Meloni avrebbe già un nome, quello di Massimo Nicolò, medico ed ex sindaco di Genova. Se l'opzione dimissioni non fosse presa in considerazione, le opposizioni dovrebbero presentare una mozione di sfiducia e, in tal caso, non è da escludere che qualcuno nella maggioranza di centrodestra possa votare a favore. Se la mozione passasse, Toti verrebbe deposto e decaderebbe tutto il Consiglio regionale. E si andrebbe a voto anticipato.
Il mandato di Toti sarebbe scaduto il prossimo anno, in settembre, in virtù dell'ultima elezione organizzata dopo la prima ondata del Covid e per questo stata spostata in autunno. Già alcuni mesi fa, in vista della scadenza di mandato, c'era chi pensava tra i corridoi della Regione che si sarebbe probabilmente optato per una proroga, consentendo così uno slittamento alla primavera 2026 per non votare in autunno e riallinearsi con le altre elezioni amministrative in Italia. Uno scenario destinato a cambiare e sul quale pesano non solo le incertezze sulla durata del provvedimento nei confronti di Toti ma anche gli equilibri politici dei suoi alleati. In caso di dimissioni o mozione di sfiducia ed elezioni anticipate si andrebbe al voto probabilmente già ad autunno, tra settembre e ottobre. Di certo è impossibile che in Liguria si vada al voto insieme alle Europee di giugno, non essendoci i tempi tecnici necessari per convocare le elezioni.
Tutte ipotesi per ora scartate. "Confermo la stima e l'appoggio a Toti, sono certo che abbia agito nell'esclusivo interesse della Regione", ha spiegato il presidente pro tempore Alessandro Piana. Secondo Piana quella del voto anticipato infatti non sarebbe una soluzione. "La Regione Liguria rappresenta persone, territori, eroga servizi e per questo la macchina amministrativa non si può fermare. Lo dobbiamo ai liguri e ogni assessore continuerà a portare avanti l'attività amministrativa", ha sottolineato. "Abbiamo già calendarizzato la prossima giunta - ha proseguito Piana -, siamo avanti su molti di quelli che sono gli impegni e se devo fare un bilancio di quella che sinora è stata l'amministrazione Toti per quanto riguarda investimenti, infrastrutture e progetti portati avanti credo che nessuno possa metterla in discussione e nessuno lo farà fino a che non verrà chiarita questa vicenda, mi auguro il prima possibile. Dal punto di vista della maggioranza in consiglio abbiamo già sentito quasi tutti i capigruppo e i consiglieri e non c'è il sentore che si vada a elezioni anticipate".
Sul caso è intervenuto anche Matteo Salvini. "Dimettersi sarebbe una resa, dal mio punto di vista. Perché domani qualunque inchiesta, avviso di garanzia o rinvio a giudizio porterebbe alle dimissioni di un sindaco", ha dichiarato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. "Non sono nelle condizioni di suggerire niente a Giovanni, che ritengo un ottimo amministratore - ha aggiunto -. Ritengo che in Italia e in tutti i Paesi civili chiunque sia colpevole, se condannato nei tre gradi di giudizio, non basta un'inchiesta. Lo invito a dimostrare che ha lavorato correttamente e spero che i giudici gli diano velocemente la possibilità di farlo".
Dal canto suo Antonio Tajani ha ripreso le parole del ministro Nordio, che martedì era stato preso di mira dall'opposizione per aver detto di essere "sorpreso dalle tempistiche" dell'inchiesta. "Il Guardasigilli ha un ruolo e può dire ciò che pensa. Fa bene e condivido le sue parole", ha spiegato il ministro degli Esteri. Per Tajani si tratta di una "vicenda giudiziaria che risale a parecchi anni fa, forse si poteva intervenire due mesi fa... Però questo non ci turba, non ci preoccupa nulla".