Ospite a "Dritto e Rovescio" l'ex presidente della Regione: "Mai preso un euro per interessi personali"
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"Ho patteggiato perché ritengo di aver avuto più giustizia così rispetto a un aula di tribunale", così l'ex presidente della Liguria Giovanni Toti, ospite a "Dritto e Rovescio", spiega la scelta di accordarsi con la Procura di Genova.
"Un processo diviso dalla Procura in due o tre tronconi sarebbe durato un quindicennio mal contato", dice l'ex presidente ligure che dopo la chiusura delle indagini resta in attesa della decisione finale del Gup sulla richiesta di patteggiamento a due anni e un mese. Poi ribadisce la sua innocenza. "Con il patteggiamento anche la Procura ammette che non ho preso un euro per interessi personali e che gli atti prodotti erano legittimi", aggiunge.
Nel corso dell'intervista a Paolo Del Debbio, Toti sostiene che il "castello di accuse" mosse a suo carico si è sostanzialmente smontato ma, a suo dire, resta l'assenza di una adeguata legge sulle lobby. "In Italia abbiamo abolito il finanziamento pubblico ai partiti, e io sono anche d'accordo perché gravava sulle tasche delle persone; dopodiché si è detto che i partiti si sarebbero finanziati con i privati ma se frequenti i privati, loro ti finanziano e rischi di essere arrestato allora a far politica sarà solamente chi se lo può permettere di tasca sua", spiega.