Il fondatore: "Sottoporrò le tue minacce agli organi M5s". La replica dopo lo scambio di accuse: "Vuole farmi fuori e snaturare il movimento"; l'avvocato tira fuori il compenso per la comunicazione: stop ai 300mila euro. Ironia su Facebook: Grillo posta Movimento 5 Pec
Il linguaggio ornato di parole come "malleveria" e "dominicale" non ha mitigato il senso ruvido dell'avvertimento che Giuseppe Conte ha dato a Beppe Grillo: rischi che il Movimento ti tolga il compenso che ricevi per la comunicazione. Cioè, i famosi 300mila euro. Insomma, dopo quello politico sulla costituente e quello legale con le minacce di ricorsi in tribunale, la guerra ai vertici Cinque Stelle ha raggiunto un ulteriore stadio, quello economico. Il fondatore avverte: "Sottoporrò le tue minacce gli organi competenti del M5s". Cosa pensi Grillo dell'avviso di Conte è noto, perché lo ha fatto trapelare nei giorni scorsi, quando la corrispondenza era ancora privata (non era apparsa sul web): Conte vuole farmi fuori dal M5s. Ironia su Facebook: Grillo posta il simbolo Movimento 5 Pec.
Dopo gli scambi di accuse, Grillo ha voluto ironizzare sulla sua aspra polemica con Conte postando su Faceook il simbolo del Movimento 5 stelle con la scritta "Movimento5Pec", con il commento: "Consigli per il nuovo simbolo...".
Ricapitolando: la mail di Conte a Grillo è l'ultima (conosciuta) di uno scambio epistolare in crescendo ed è in risposta a una diffida di Grillo - sempre via pec - che avrebbe intimato a Conte di non aprire il confronto della costituente e, in particolare, di non toccare tre capisaldi: limite del doppio mandato, simbolo e nome. Non solo: Grillo avrebbe minacciato di esercitare il potere di veto anche su "ulteriori temi che dovessero emergere e/o risultare all'esito della consultazione tra gli iscritti". La replica di Conte è stata quindi "necessaria, nei toni e nei modi - hanno fatto sapere dal M5s - per tutelare la comunità del Movimento 5 Stelle da una diffida che mira a sabotare il processo costituente e a imbavagliare il libero confronto nella nostra comunità".
Il tuo comportamento, ha scritto Conte a Grillo, "mi obbliga a valutare possibili iniziative dirette a sospendere l'esecuzione delle prestazioni a carico del Movimento derivanti dalla malleveria", l'accordo che solleva Grillo da eventuali oneri economici (querele, denunce...) legati al suo ruolo nel Movimento, "e il recesso dai contratti di pubblicità e comunicazione". Nella lettera, Conte prima ha ricordato i poteri di Grillo, che riguardano la "custodia dei valori fondamentali dell'azione politica del movimento e il potere di interpretazione autentica, non sindacabile, delle norme statutarie". Ma poi li ha circoscritti: sono formule "altisonanti" - ha sottolineato Conte - ma "si risolvono in una moral suasion" e "di certo non si estendono all'esercizio di un supposto diritto di veto". Con una frase, Conte ha liquidato ogni pretesa di Grillo: la legge attribuisce "all'Assemblea degli iscritti un potere sovrano". Una riga che suona così: la Costituente può cambiare tutto e tu non puoi farci nulla. "Nessuna norma statutaria - ha scritto il presidente - è sottratta a possibili modifiche e/o revisioni", dalla Carta dei principi e dei valori al simbolo, al nome, alla regola del limite del doppio mandato che, oltretutto, è "contenuta nel Codice Etico - ha sottolineato Conte rivolgendosi a Grillo - in sé sottratto al tuo potere di interpretazione autentica".
E ancora, l'avvertimento: "Questa tua condotta, con connessi accenni a futuri contenzioni legali e a potenziali scissioni", e le tue "esternazioni sono del tutto incompatibili con gli obblighi da te specificamente assunti nei confronti del Movimento" e "stanno accreditando agli occhi della opinione pubblica una concezione dominicale", padronale, "del Movimento", rischiando "di appannare le energie e l'entusiasmo che questo processo costituente sta liberando".
Secca la replica di Grillo, che nella sua lettera pubblicata sul "Foglio" avverte: "Accusarmi di una visione padronale del Movimento non è altro che lo specchio delle intenzioni di altri. Al contrario, ribadire l'importanza di certe regole equivale a difenderne i suoi valori democratici. Le ragioni per cui è in corso un tentativo di demolire i presidi democratici del Movimento sono peraltro ben note, e non rispondono certo ai suoi valori democratici, ma agli interessi di pochi. Mi riservo di valutare il da farsi, eventualmente anche sottoponendo le tue minacce agli organi competenti".