E' scontro tra il ministro della Giustizia e il presidente dell'Anm: "Perché non ha protestato quando si decise a suo tempo di portare l'età pensionabile da 70 a 75 anni?"
"Non credo che si stia attentando all'autonomia della magistratura perché si modifica l'età pensionabile, altrimenti non mi saprei spiegare perché l'Anm non ha protestato quando si decise a suo tempo di portare l'età pensionabile da 70 a 75 anni". Lo ha detto il ministro della Giustizia Andrea Orlando al termine della cerimonia dell'anno giudiziario, replicando alle parole del presidente dell'Anm Piercamillo Davigo sulla "violabilità" delle toghe.
"Non mi considero un nemico della magistratura e credo di averne tutelato l'autonomia e l'indipendenza in questi anni. Non ho mai interferito in alcun modo con l'organo che sceglie i capi degli uffici, che è il Csm (Consiglio superiore della magistratura, ndr)", ha aggiunto Orlando. "Mi pare che ci sia una sproporzione tra le distanze e i toni" utilizzati da Davigo, che ha accusato il Guardasigilli di "attentare all'autonomia della magistratura".
Secondo Orlando, "è fondata l'esigenza di far fronte alla mancate coperture di organico, questo rilievo lo colgo e lo affronto. Ma non mi pare che si possano chiamare in causa questioni di carattere costituzionale. Altrimenti vanno chiamate in causa sempre, anche quando magari la misura è più gradita all'insieme della categoria".
L'intervento di Davigo - La dichiarazione della "discordia" era stata pronunciata da Davigo poco prima: "Io certamente non voglio essere ricordato come il presidente dell'Anm che ha abdicato sulla difesa dell'indipendenza della magistratura, signor ministro spero che lei non voglia essere ricordato come quello che ha provato a violarla".