Sotto la lente di via Arenula anche l'imputazione coatta che, spiega una nota del ministero, "dimostra l'irrazionalità del nostro sistema"
Il ministero della Giustizia sarebbe pronto a intervenire sull'avviso di garanzia. Lo confermano fonti di via Arenula, manifestando "ancora una volta, lo sconcerto e il disagio per l'ennesima comunicazione a mezzo stampa di un atto che dovrebbe rimanere riservato. La riforma proposta mira a eliminare questa anomalia tutelando l'onore di ogni cittadino presunto innocente sino a condanna definitiva".
In una nota, il ministero di Giustizia mette sotto la lente anche l'istituto dell'imputazione coatta, sottolineando come questa, "nei confronti dell'On. Delmastro Delle Vedove, come nei confronti di qualsiasi altro indagato, dimostri l'irrazionalità del nostro sistema. Nel processo che ne segue, infatti, l'accusa non farà altro che insistere nella richiesta di proscioglimento in coerenza con la richiesta di archiviazione. Laddove, al contrario, chiederà una condanna non farà altro che contraddire se stesso".
"Nel processo accusatorio - prosegue il comunicato - il pubblico ministero, che non è, né deve essere soggetto al potere esecutivo ed è assolutamente indipendente, è il monopolista dell'azione penale e quindi razionalmente non può essere smentito da un giudice sulla base di elementi cui l'accusatore stesso non crede. La grandissima parte delle imputazioni coatte si conclude, infatti, con assoluzioni dopo processi lunghi e dolorosi quanto inutili, con grande spreco di risorse umane ed economiche anche per le necessarie attività difensive. Per questo è necessaria una riforma radicale che attui pienamente il sistema accusatorio".