I magistrati accusano la politica di fare riforme timide. Il ministro della Giustizia Orlando: "Al loro interno spaccature". Poi getta acqua sul fuoco: "Interlocutore essenziale"
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"Penso che quei toni e qualche accento acuto siano un tentativo di tenere insieme la Magistratura in un momento in cui ci sono scontri significativi al suo interno": lo ha detto a margine di un convegno a Expo il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, riferendosi alle polemiche emerse al congresso Anm. "Ci vuole una certa faccia per attaccare questo governo invece di fare autocritica", ha aggiunto il ministro Angelino Alfano.
"L'Anm - ha continuato il ministro Orlando - non faccia gli stessi errori che in passato ha fatto la politica, cioè pensare che chiunque critica e chiunque chieda un cambiamento debba essere visto come un nemico". Orlando partecipa a Expo al convegno "Corruzione e Competitività" promosso da Fondazione Iniziativa Subalpina, presenti il comandante generale della Gdf, Saverio Capolupo, il procuratore di Torino, Armando Spataro, il presidente della Commissione Riforma ordinamento giudiziario, Michele Vietti.
Alfano: "Anm sia autocritica" - "Credo che ci voglia coraggio e una certa faccia per attaccare questo governo. Invece dell'autocritica, per quanto successo a Palermo, arrivano gli attacchi. E' un modo ottimo per sviare l'attenzione ma nessuno si illuda che non ce ne siamo accorti". Così il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, in merito alle critiche dell'Anm. Per Alfano, ci vuole coraggio a rivolgere critiche al governo "nel momento in cui questo governo ha fatto leggi importanti, in cui il contrasto a Cosa Nostra va bene e nel momento in cui - ha detto - credo che tutta l'opinione pubblica nazionale si aspetti una profonda autocritica e parole molto forti per spiegare da parte della magistratura quello che è successo a Palermo".
A Palermo, ha detto Alfano a margine di una convention di Ncd a Limatola (Benevento), "è successo un qualcosa che manda un messaggio devastante all'opinione pubblica che pensa che se così vengono gestiti i beni confiscati da coloro i quali devono contrastare la criminalità organizzata c'è qualcosa di molto grave che non quadra".
La replica: "Basta con i messaggi di divisione" - Non ha tardato ad arrivare la replica dell'Anm. "La magistratura è unita - hanno detto i giudici - e lo è sempre stata nel richiedere strumenti idonei a dare risposte forti alla richiesta di legalità del Paese. Chiediamo che la politica sia con noi e non ci siano più messaggi di divisione".
Anm ad Alfano: "No a polemiche distruttive" - "Bisogna distinguere tra il confronto critico tra magistratura e istituzioni e la polemica distruttiva, a cui ci sottraiamo" - ha aggiunto il presidente dell'Anm, Rodolfo Sabelli - "Noi vogliamo il confronto e questo può essere anche critico, ma si cresce con le critiche non con i complimenti", ha aggiunto.
Carbone: "Ci ribelliamo a tentativo delegittimazione" - "Ci ribelliamo al tentativo di delegittimazione della magistratura", ha detto il segretario generale dell'Anm, Maurizio Carbone, a margine dei lavori della seconda giornata del XXXII congresso nazionale dell'Anm, a Bari, rispondendo alle domande dei cronisti sui rapporti tra toghe e politica. "Le nostre sono critiche ad alcune riforme e ai modi con cui sono state presentate - ha continuato - accompagnate con slogan che avevano, almeno noi così le abbiamo subite, un evidente contenuto di delegittimazione, con il tentativo di individuare in noi magistrati gli unici responsabili di alcune disfunzioni del sistema. Un tentativo che noi rigettiamo, respingiamo, non solo perché ci offende ma perché contrasta con quelli che sono i dati oggettivi e soprattutto riteniamo che non sia il modo migliore per affrontare le questioni concrete e rilanciare la giustizia come momento di crescita".
Poi Orlando prova a ricurice - Al termine di una giornata di botte e risposte, il ministro Orlando ha provato a gettare acqua sul fuoco: "L'Anm è un interlocutore essenziale per me e per il governo", ha detto durante il congresso del sindacato delle toghe. "Abbiamo bisogno di proseguire un dialogo, che non sia tarato su contrapposizioni", ha concluso.