Da Hanoi, in Vietnam, il premier però aggiunge: Lega e M5s devono ancora dimostrare chiarezza e unità d'intenti. "Non ho ancora sciolto la riserva"
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Il taglio a Quota 100 e reddito di cittadinanza "non è assolutamente all'ordine del giorno". Lo ha dichiarato il premier Giuseppe Conte: "Lavoriamo con il Mef perché si prefigurano dei risparmi di spesa, visto che alcune somme erano state un po' sovradimensionate". E sulla probabilità che il Cdm non si svolga venerdì, ha affermato: "Non c'è stato un rinvio, semplicemente non era stata fissata una data. Ragionevolmente sarà la settimana prossima".
Conte ancora una volta ha voluto sottolineare che non è alle porte alcuna manovra correttiva, aggiungendo che l'Italia non ne ha bisogno. "Dal monitoraggio dei conti pubblici, effettuato costantemente - precisa infatti il premier -, emerge come si stia operando una sorta di autocorrezione naturale. Lo spiegheremo bene a Bruxelles: l'obiettivo programmato lo stiamo raggiungendo, i conti sono diversi da quelli prefigurati dall'Ue".
Sulla stessa lunghezza d'onda Luigi Di Maio: "Nessuna manovra correttiva da questo governo". L'Ue "ci dice cosa fare" sul tema dei conti pubblici, il governo italiano "con educazione" risponde di "non essere disposto, ancora una volta, a tagliare i servizi ai cittadini".,aggiunge il vicepremier, sottolineando che "l'Europa non ha imparato dai suoi errori". I parametri "non devono essere aboliti tutti, ma investimenti e le misure per abbassare il costo del lavoro non devono essere toccati".
Per il premier, sulla flat tax l'insistenza di Matteo Salvini non è un problema. "Ma quelle sono convenzioni linguistiche, i primi a saperlo sono gli stessi leghisti", afferma da Hanoi. "E' ovvio che ci debba essere un minimo di progressività. Vedremo se le aliquote saranno due o forse tre, con la cosiddetta no tax area. Intendiamoci: io voglio una riforma fiscale molto più organica, sono molto più estremista... Se Salvini la pensa come me saremo in due, con Di Maio anche in tre".
Conte mercoledì era poi tornato sull'"ultimatum" dato alle forze politiche che reggono il suo esecutivo, Lega e M5s da cui il premier pretende serietà, trasparenza e unità d'intenti. "Se ci sono i fatti, sono più determinato di prima. Se non ci sono i fatti io sarò irremovibile, punto", ha precisato da Hanoi, in Vietnam, il presidente del Consiglio.
La riserva sulle dimissioni non è quindi sciolta. "Se non posso operare dovrò prenderne atto e porre il problema nelle sedi istituzionali consone", ha aggiunto, ribadendo che "Io non sono disposto a galleggiare, a vivacchiare dei mesi così. Ma ove mai sarà crisi, sarà la più trasparente della storia".
"Non voglio essere il primo premier italiano che subisce una procedura di infrazione", aveva affermato ancora. "L'Italia è la mia patria e io mi sento un patriota. Non voglio che il mio Paese sia assoggettato a questa procedura". Quanto all'Unione europea, "la procedura è partita perché vengono applicate le regole europee. Per un Paese dell`Unione non è sufficiente dire 'quelle regole non le riconosco'. Proviamo a modificarle, ma intanto lavoriamo in quel perimetro. Altrimenti la procedura scatterà, a prescindere dalla volontà del singolo Paese".
Dombrovskis: "Correggere i conti, la flat tax può far danni" - Sulla questione dei conti pubblici italiani è intervenuto il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis. "L'approccio in politica economica del governo italiano non ha funzionato, anzi, sta danneggiando l'economia del Paese. L'esecutivo ha cercato di usare spesa in deficit per rilanciare l'economia. E invece vediamo crescere il disavanzo e il debito e assistiamo a un rallentamento". E sulla flat tax: "Potrebbe costare molto e in tal caso avrebbe un alto impatto peggiorativo sul bilancio con ulteriori conseguenze negative sulla fiducia, sulla tenuta dei conti e sulla crescita".