Dopo una giornata convulsa le opzioni sul tavolo sono molteplici. E Fratelli d'Italia si dice disposta a rafforzare la maggioranza giallo-verde
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Ancora nessuna soluzione per la crisi politica italiana. Il premier incaricato Carlo Cottarelli ha fatto visita al presidente della Repubblica senza sciogliere la riserva. Due gli scenari possibili: scioglimento immediato delle camere e elezioni a fine luglio o una fiducia "tecnica" per legge di bilancio "light" e voto a ottobre. E intanto Luigi Di Maio abbandona l'idea dell'impeachment a Mattarella e ripropone l'ipotesi di un governo M5s-Lega.
"Siamo pronti a rivedere la nostra posizione. Se abbiamo sbagliato qualcosa lo diciamo, ma ora si rispetti la volontà del popolo: una maggioranza c'è in parlamento, fatelo partire quel governo" ha detto da Napoli, in un comizio, il capo politico del Movimento 5 stelle. E a rinforzare l'idea che ci possa essere un tentativo in quel senso, è arrivato in serata anche l'appoggio di Fratelli d'Italia. "Una maggioranza in Parlamento c'è, ed è formata da M5s e Lega: "Era pronta a fare un governo e aveva stipulato un contratto di governo - ha scritto Giorgia Meloni su Facebook -. Noi siamo stati critici però arrivati a questo punto siamo anche disponibili a rafforzare quella maggioranza con FdI, perché crediamo che bisogna fare tutto quello che c'è da fare in questo momento per tirare fuori l'Italia dalla situazione di caos nella quale rischia di gettarsi. Presidente, ci rifletta perché non avremo molto altro tempo".
Al momento, però, al vaglio di Sergio Mattarella restano le prime due opzioni, con la ferma convinzione da parte del Quirinale che comunque il parlamento si dovrà assumere la responsabilità di chiudere la legislatura o di consentire al governo tecnico un passaggio fondamentale con la presentazione della manovra, per evitare l'eccessiva fibrillazione dei mercati e ridare credibilità e fiducia al nostro Paese.
Mercati che continuano a subire una fortissima tensione, con con lo spread che s'impenna col passare dalle ore, dai 250 punti della mattina, alla chiusura a quota 300. Tuttavia, dopo lo scontro frontale di lunedì tra il Colle e il fronte sovranista, i toni sembrano essersi decisamente abbassati. ono decisamente più morbidi. Luigi Di Maio, torna sui suoi passi nella richiesta di impeachment, consapevole che su quella strada era rimasto praticamente isolato. Lo stesso Salvini, in diretta Facebook, ribadisce che "Mattarella ha sbagliato ma basta insulti".
Una riapertura di dialogo tra M5s e Quirinale che, secondo qualche osservatore, potrebbe riaprire una strada, seppur strettissima, verso un governo politico. Ma al momento è una ipotesi solo di scuola. Per ora, in pista c'è solo Cottarelli, che Mattarella vuole comunque inviare al Parlamento. Malgrado le difficoltà. Dopo una mattinata di contatti e relazioni, il premier incaricato è stato al Colle per le 16,30. Sembra essere il momento dell'accettazione del mandato e la presentazione della lista dei ministri, ma qualcosa deve essere andato storto, tanto che a sorpresa, Cottarelli lascia il Colle senza presentarsi alla stampa. E subito scoppia una ridda di ipotesi tra cui quelle se intenda rimettere il mandato o se in realtà abbia bisogno di più tempo per stilare la lista dei ministri. Il Colle subito fa trapelare che non esiste l'ipotesi della rinuncia. E Cottarelli, rientrando a Montecitorio, assicura che sta approfondendo "alcuni aspetti della lista".
Nelle stesse ore le diverse anime del Pd propongono l'idea di andare a votare il 29 luglio, probabilmente - si ragiona in ambienti parlamentari - assecondando il pressing del Colle. Una data decisamente inedita ma che oggettivamente raccoglie positivamente la preoccupazione di Mattarella, qualora dovesse saltare tutto, di avere un governo in carica in autunno, subito in grado di presentare la legge di bilancio. E non è un caso che per tutta la giornata si siano inseguiti rumors di contatti tra Cottarelli ed alcuni esponenti delle forze politiche, come il leghista Giancarlo Giorgetti e il dem Graziano Delrio, proprio per sminare la strada del governo tecnico finalizzata al varo della manovra. Il ritorno alle urne a luglio, se viene accolto con favore dalla Lega, trova invece i Cinque Stelle molto freddi. "Spero che - ha spiegato Di Maio - si possa andare al voto il prima possibile però riconosco pure che questa è una situazione veramente difficile per il Paese".