Tecnicamente l'esecutivo avrebbe i numeri per sopravvivere anche in caso di astensione da parte dei 5 Stelle, ma il premier ha già detto che non andrà avanti senza il Movimento
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"Il governo deve poter lavorare e con gli ultimatum perde il suo senso". Il premier Mario Draghi è stato chiaro: non esiste un esecutivo senza i 5 Stelle, e soprattutto ha chiuso le porte a un Draghi bis. Le sorti del governo, quindi, si concretizzeranno giovedì, quando i senatori pentastellati dovranno decidere se votare o meno la fiducia sul decreto Aiuti. Due gli scenari che si aprono.
Scenario 1 - Se il senatori M5s dovesse votare la fiducia al decreto Aiuti, il governo ovviamente andrebbe avanti. Alla Camera, però, i deputati pentastellati avevano deciso di non partecipare al voto, contestando alcune scelte del provvedimento in campo energetico e quella relativa, in particolare, al termovalorizzatore di Roma, considerata una "forzatura".
Scenario 2 - Nel secondo caso il governo non sarebbe comunque tecnicamente sfiduciato. Numeri alla mano, infatti, senza i 62 senatori del M5s il governo Draghi potrebbe sopravvivere. La maggioranza assoluta a Palazzo Madama è di 161: senza i parlamentari pentastellati il governo potrebbe contare sul consenso di 223 voti (su 321), escludendo i sei senatori a vita.
Ci saranno le prime elezioni "estive" in Italia? - Tuttavia, in caso di mancata fiducia del Movimento al suo esecutivo, Draghi ha fatto capire di essere pronto ad andare al Quirinale per rassegnare le dimissioni nelle mani di Mattarella. Se le dimissioni saranno irrevocabili, il Capo dello Stato potrebbe indire consultazioni immediate per sondare la volontà dei partiti. Senza una nuova maggioranza, l'unica strada a quel punto sarebbe lo scioglimento delle Camere. E a quel punto, per la prima volta in Italia, si terrebbero elezioni "estive".