Consiglio dei ministri diviso

Il governo impugna la legge della Campania sul terzo mandato, irritazione Lega nel Cdm

La legge campana apre la strada al terzo mandato di Vincenzo De Luca. La questione coinvolge anche il leghista Luca Zaia, disponibile a guidare per la quarta volta il Veneto

09 Gen 2025 - 22:16
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Il governo impugna la legge della Campania, che apre la strada al terzo mandato da governatore di Vincenzo De Luca, e ricorre alla Corte costituzionale. Ma l'esecutivo deve registrare lo strappo della Lega che rimette al Consiglio dei ministri la decisione degli alleati. Il partito di Matteo Salvini (che non era a Palazzo Chigi), tramite Roberto Calderoli, ha reso noto "di essere favorevole, come la Lega ha sempre ribadito, a una modifica della legge nazionale su cui però, al momento, non c'è intesa". Al di la del caso campano, l'obiettivo della Lega sarebbe quello di evitare lo scontro a livello nazionale sul terzo mandato, una questione che inevitabilmente coinvolge il leghista Luca Zaia, disponibile a guidare per la quarta volta il Veneto. 

"Obiettivamente non mi pare che si possa intervenire con un presidente di Regione sì e uno no", aveva chiarito Giorgia Meloni nella conferenza stampa fiume di giovedì mattina in cui aveva anticipato l'azione del governo sulla Campania. Dopo Elly Schlein, è quindi Palazzo Chigi a bloccare le ambizioni di De Luca pronto a correre di nuovo alle Regionali di quest'anno.

Lega: "intervenire con una legge nazionale ad hoc"

  Ma se l'impugnazione del governo sembra fare un favore ai Dem (senza De Luca, potrebbero scommettere su un candidato del fronte progressista e tenersi la Regione), inevitabilmente irrita la Lega. Con gli altri ministri Calderoli avrebbe insistito nell'illustrare le criticità che l'impugnazione comporta a livello più ampio, rispetto cioè alle Regioni che non hanno recepito una legge nazionale. Sarebbe meglio - è l'argomentazione della Lega - intervenire a monte con una legge nazionale ad hoc. In precedenza il premier aveva ricordato però che il limite dei due mandati è previsto già nella riforma del premierato, condivisa dagli alleati. A scaldarsi di più è la Liga veneta. "In Veneto la Lega non si conta ma si pesa, con gli ottimi risultati di Zaia. A costo di andare avanti da soli", sottolinea la senatrice Erika Stefani che si allinea al suo omologo, Alberto, segretario dei leghisti veneti. Di certo i leghisti, specie quelli del nord, non rinunceranno alla Regione che, insieme alla Lombardia, è l'ultimo baluardo del Carroccio.

Forza Italia e il no al terzo mandato

 In ogni caso, sul terzo mandato Meloni e Fratelli d'Italia hanno una solida sponda in Forza Italia. "Siamo assolutamente contrari al terzo mandato, per noi è cosa scontata", ribadisce il forzista Maurizio Gasparri, convinto che il no debba valere pure per le Regioni a statuto speciale, come il Friuli Venezia-Giulia, altra Regione a trazione leghista. FdI non intende cedere nemmeno sulle rivendicazioni per il prossimo candidato alla presidenza del Veneto. Lo dice apertamente Meloni: "Quella di Fratelli d'Italia è un'opzione che deve essere tenuta in considerazione".

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