Letta e Orlando in pressing su Conte. La Meloni non ci sta: "Basta accanimento terapeutico, no a un altro esecutivo caduto dall'alto". Telefonata tra i leader di Lega e Forza Italia
Il Draghi bis sempre è più difficile, con o senza il M5s. Il Pd va in pressing su Conte affinché il Movimento non si chiami fuori: "Resti nella partita", ha detto il segretario Enrico Letta, ipotizzando il 25 settembre come possibile data per andare a votare se la crisi non si dovesse risolvere. "Non sono percorribili ipotesi senza i grillini", ha aggiunto il ministro del Lavoro Andrea Orlando. Per Antonio Tajani (Forza Italia) non ci sono che due alternative: "O il Draghi bis senza il M5s o le elezioni". Telefonata tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini: "Piena sintonia". Giorgia Meloni invoca le urne: "Basta con l'accanimento terapeutico, no a un altro esecutivo caduto dall'alto". Di Maio avverte: "Se salta il governo Draghi salta il tetto massimo al gas a livello europeo".
Le parole del leader 5 Stelle non sembrano confortare le speranze Pd. D'altro canto, i malumori dentro il Movimento sono molti e i democratici sono certi che, in caso di rottura da parte di Conte, molti potrebbero decidere di seguire Di Maio nei prossimi giorni. Segnali di chiusura arrivano anche dal centrodestra di governo, da FI. Antonio Tajani dice che il suo partito ovviamente ascolterà Draghi, ma poi precisa che comunque non cè' spazio per una nuova alleanza con M5s.
Salvini è più conciliante, dicendo che la Lega conferma la propria responsabilità "nonostante le continue provocazioni e i ritardi imputabili ai 5Stelle (che hanno provocato la crisi di governo) e al Pd che anche nelle ultime ore ha insistito sul ddl Zan contribuendo ad aggiungere confusione a confusione".
Divisioni anche in Leu. Loredana De Petris, capogruppo al Senato, dice che le dimissioni di Draghi sono "immotivate" e chiede al premier di ripensarci perché M5s non ha votato la sfiducia. Federico Fornaro, capogruppo alla Camera, si rivolge soprattutto ai 5 stelle, spiegando che un "arroccamento" del Movimento "produrrebbe effetti devastanti. Ci si fermi finché si è in tempo".
Di Maio spiega chiaramente gli scenari possibili: "Il teatrino della politica in queste ore non è stato molto onorevole tra veti e bandierine. Se mercoledì non ci sono le condizioni, entro venerdì o sabato le Camere si sciolgono e si va a votare intorno al 25 settembre".