La nomina dell'attuale ministro per le Politiche della famiglia, se ci sarà l'ok di Conte, potrebbe essere formalizzata giovedì al Consiglio dei ministri
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Lorenzo Fontana al ministero per gli Affari Ue. E' questa, secondo quanto trapela dalla maggioranza, la scelta che avrebbe fatto il vicepremier Matteo Salvini come profilo per il post Savona. Le quotazioni dell'attuale ministro per le Politiche della famiglia erano già date in salita dopo il tramonto dell'ipotesi Alberto Bagnai, sulla quale peraltro Salvini non si era mai espresso. Su Fontana sembra esserci anche il via linera del premier Conte.
La nomina di Fontana, se ci sarà dunque l'ok di Conte, potrebbe essere formalizzata giovedì al Consiglio dei ministri.
Rimpasto senza fretta - La "finestra" del 20 luglio per un eventuale voto a settembre si sta chiudendo, la crisi di governo si allontana e un rimescolamento nella squadra diventa sempre più probabile. Salvini dovrà aspettare ancora un po' per il rimpasto complessivo, magari dopo la nomina del commissario Ue alla Concorrenza, che spetta all'Italia (Giancarlo Giorgetti è sempre in pole position). Da tempo la Lega ha messo nel mirino alcuni colleghi Cinquestelle, in particolare Danilo Toninelli, responsabile delle Infrastrutture e dei trasporti, Elisabetta Trenta (Difesa), Giulia Grillo titolare della Sanità e Sergio Costa, a cui è stato affidato il ministero dell'Ambiente. Due dicasteri su tre di grande importanza, soprattutto per il portafogli che gestiscono.
Ognuno di queste deleghe si lega a doppio nodo a un progetto: il Mit e l'Ambiente alle grandi opere (Tav compresa), la Difesa per il contrasto all'immigrazione clandestina, e la Sanità che rientra pienamente nella partita dell'Autonomia. Avere il controllo di questi tre ministeri, e delle Regioni più importanti del Nord (Lombardia, Veneto, Piemonte sono già in mano al centrodestra e a breve si vota anche in Emilia Romagna), porrebbe il cammino di Salvini e i suoi su una comoda discesa. Il vicepremier, però, dovrà scontrarsi con la resistenza del Movimento, che non ci sta a cedere su tutta la linea ai desiderata degli alleati, nonostante il periodo di grande difficoltà che vive dopo la debacle alle ultime elezioni europee. I Cinquestelle rintuzzerebbero l'assalto leghista chiedendo i ministeri dell'Istruzione, del Turismo e degli Affari regionali.
Per quanto riguarda i nomi, a Di Maio non dispiacerebbe Alessandro Di Battista ma l'ex deputato non sembra intenzionato a entrare in partita. Ci potrebbe essere un avvicendamento al Mit con l'arrivo di uno tra l'attuale capogruppo M5s al Senato, Stefano Patuanelli, o il presidente della commissione Trasporti di Palazzo Madama, Mauro Coltorti, indicato già prima delle politiche per il ruolo che è stato poi affidato a Toninelli. Su Giulia Grillo ha qualche dubbio il capo politico, ma nel caso potrebbe contare sull'attuale presidente della commissione Igiene e Sanità del Senato, Pierpaolo Sileri. Più difficile che Costa e Trenta lascino i loro incarichi, altrimenti sarebbe una resa e comunque il titolare del Mise non è scontento del loro operato. Il Carroccio, invece, rivuole due posti di sottosegretario al Mit (il giovane vicesegretario Andrea Crippa potrebbe subentrare ad Armando Siri o Edoardo Rixi). Infine, per il Mef scaldano i motori Alberto Bagnai e Claudio Borghi, che potrebbero sostituire il viceministro Massimo Garavaglia in caso di condanna (la sentenza di primo grado è attesa per il prossimo 17 luglio) nel processo per turbativa d'asta, nella sua veste precedente di assessore lombardo all'Economia.