Le iniziative serviranno a prevenire un disagio sempre più diffuso: si calcola che siano 100mila gli hikikomori in Italia. Tre gli step previsti
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La Camera ha approvato le mozioni sul fenomeno degli hikikomori, ossia a tutte quelle persone che scelgono di isolarsi dal mondo. L'isolamento volontario interessa soprattutto le fasce più giovani della popolazione. Il governo si impegna a sviluppare progetti per prevenire e contrastare questa forma di disagio, che spesso porta all'abbandono scolastico e universitario. Verrà attivata al ministero della Salute una commissione di esperti per formulare un questionario con cui riconoscere i sintomi e agire tempestivamente. Sarà poi sviluppato periodicamente uno studio su scala nazionale per monitorare l'incidenza del fenomeno e le sue ripercussioni.
I passi previsti dal programma sono la prevenzione degli stati patologici, l'intercettazione del disagio e il sostegno familiare con visite domiciliari. È previsto anche l'utilizzo di telepsichiatria, ovvero l'accesso alle cure da remoto tramite un dispositivo, un tipo di medicina digitale che ha avuto il suo maggior successo durante la pandemia. Il governo punta allo sviluppo di un sistema di coordinamento tra Regioni, istituzioni e centri di consulenza giovani delle aziende sanitarie, al fine di tutelare la salute e il benessere degli adolescenti.
"L'approvazione della mia mozione rappresenta un passo importante per l'Italia. Stiamo ponendo le basi per agire contro questo fenomeno che colpisce i giovani e trascina le famiglie in una spirale difficile e dolorosa" ha detto Augusta Montaruli, vicecapogruppo di Fratelli d'Italia e prima firmataria del testo sugli hikikomori. Secondo l’associazione nazionale Hikikomori Italia, sarebbero circa 100mila i ragazzi alle prese con questo disagio e decidono di rinchiudersi all'interno della propria abitazione.
Secondo la Montaruli, il passo successivo da compiere è "una mappatura precisa dei soggetti", di cui al momento si hanno solo delle stime. "Il ritiro della società di tipo volontario costituisce un rifiuto della società stessa, concepita come inadeguata rispetto alla propria esistenza", ha aggiunto. Il termine giapponese hikikomori, che in italiano significa "essere confinati", si riferisce sia al fenomeno sociale sia ai "reclusi" stessi. Secondo gli esperti, la causa dominante di questo disagio è legata al passaggio dalla gioventù alle responsabilità e aspettative della vita adulta.
Il sistema educativo giapponese è molto rigido e pretenzioso nei confronti dei ragazzi, cresciuti con l'idea di raggiungere il successo. Nei Paesi asiatici sono fondamentali i concetti di collettività e produttività: chi non sopporta le pressioni dei genitori e della società diventa un "parassita", un escluso. A fomentare quel circolo vizioso e quel senso di distaccamento dai propri coetanei è anche la tecnologia. I videogiochi e la connessione a internet sono fattori che accrescono la voglia di restare in casa, senza aver bisogno di uscire per avere contatti sociali. Il fenomeno si è espanso anche nel resto del mondo, con una particolare crescita dei numeri dopo la quarantena per il Covid-19, a causa dei lunghi periodi di stress e solitudine che le persone hanno dovuto affrontare.