LA POLITICA CAMALEONTE

Il calciomercato della politica: ecco il Parlamento che non c'era

Mancano ancora due anni pieni al termine della legislatura: il 25% dei parlamentari ha effettuato un cambio di casacca

08 Dic 2015 - 17:24

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Per chi è appassionato sportivo e si lamenta della troppa frequenza - e invadenza - delle campagne acquisti e cessioni dei calciatori, si consoli (o si metta le mani nei capelli) osservando come la politica superi a destra il pallone e forse persino il comune mondo del lavoro per quanto riguarda i cambi di casacca, di azienda. L'ultimo, freschissimo, è Francantonio Genovese, che dal Pd salta a Forza Italia, quasi a sottolineare che nel Palazzo, esattamente come negli stadi, non esistono più trasferimenti "impossibilI".

Il calciomercato della politica: ecco il Parlamento che non c'era

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Marzo 2013 - Dicembre 2015, due anni e nove mesi di legislatura: e alla sua espirazione, mancano ancora due anni pieni, 2016 e 2017. Bene, con un tempo notevole ancora disponibile, i dati di quanto il Parlamento sia cambiato dal momento del suo insediamento. Nelle grafiche che potete osservare nella gallery, ecco i dati presentati davvero in forma "pallonara" della metamorfosi dovuta a scissioni, fuoriuscite, cambi più o meno coerenti di linea politica dei singoli. Ed ecco una "classifica" dei partiti non molto mutata nelle posizioni, ma sì, e tanto, nei punti: vince il Ncd di Angelino Alfano, costituitosi in uscita da Forza Italia, ha guadagnato seggi il Pd, sono planati - e non poco - il Movimento 5 Stelle, Forza Italia, Scelta Civica. La percentuale dei parlamentari che si è spostata nello schieramento, pari al 18% alla Camera dei Deputati, sfiora addirittura il 36% in Senato, il doppio, 116 che oggi, dentro una lista elettorale, sarebbero presenti da qualche altra parte.

Nel "calciomercato" si nota anche come emerga forte anche il ruolo del cosiddetto "Misto", zona che riunisce in entrambe le camere elementi di varia provenienza politica, che si uniscono per raggiungere il "quorum" di 10 parlamentari necessari a formare un gruppo. In questo contesto, ecco spuntare dal nulla di soli due anni fa almeno una ventina di piccoli partiti che si ritrovano in Parlamento senza essere passati dal "via" delle elezioni. Si va da Italia Unica di Corrado Passera a Idea, il nuovo movimento di Quagliariello, fresco ex Ncd e dunque già al terzo cambio di maglia in due anni e mezzo, un po' alla Christian Vieri. Poi ecco i Conservatori & Riformisti di Fitto, Insieme per l'Italia di Bondi (anch'essi ex berlusconiani) e ancora il nuovo Fare! dell'ex leghista Tosi (da non confondere con l'omonimo Fare! di Oscar Giannino, che invece si era davvero presentato alle urne nel febbraio '13), Liguria Civica di Maurizio Rossi, i Popolari per l'Italia di Mauro, questi invece sono ex montiani. Nessuno, però, batte Michelino Davico: eletto con la Lega, passato a Gal, quindi all'Italia dei Valori e adesso, rientrato nel gruppo di Gal, rappresenta comunque il movimento dei Moderati. "Fantasia al potere" era un vecchio slogan di una certa sinistra, ora sembra più corretto a parlare di "fantasia del potere", quella necessaria per mantenersi saldi alle seggiole che contano.

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