"Contro di me - afferma - è in azione la macchina del fango dei media". Il direttore de L'Ora della Calabria: "Non ci faremo intimorire, il senatore se ha intenzione di zittirci è destinato a fallire"
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"La macchina del fango partita dalla mia regione ha contaminato anche i grandi giornali. Credo alla loro buonafede e per questo ritengo doveroso fare chiarezza sulle ingiuste e infamanti accuse di cui sono vittima da dieci giorni". Lo afferma il senatore Antonio Gentile, neosottosegretario nel governo Renzi, dopo che il figlio è stato indagato per abuso d'ufficio. "Sono trasparente - assicura - e con me lo è la mia famiglia".
"Mio figlio, che è un brillante penalista, è stato messo alla gogna sulla base di un niente e io, addirittura, sono stato accusato di avere bloccato l'uscita di un quotidiano che non leggo e che è espressione della corruttela più truce. Non ho mai chiesto a nessuno di bloccare notizie su presunte indagini che riguarderebbero mio figlio e di cui lo stesso non è a conoscenza ", afferma il sottosegretario. A dimostrazione di ciò ,"querelando, ho sottolineato la mia totale estraneità alla vicenda della mancata uscita della velina su mio figlio che, peraltro, era già stata ampiamente pubblicata lo stesso giorno dall'Ora di Calabria che poi oscurò incredibilmente la pagina come io ho riportato nella querela medesima".
"Occorre poi sottolineare che la notizia (calunniosa) del coinvolgimento di mio figlio a un'inchiesta è stata riportata su L'ora di Calabria, prima Calabria Ora e poi testato da Paese Sera, quotidiano che è fallito due volte. Il suo editore, Piero Citrigno, è un signore condannato a 4 anni e 8 mesi di reclusione per usura, condanna che sta scontando ai domiciliari, è indagato per altri presunti gravissimi fatti di speculazione, per estorsione ed è oggetto di una confisca di 100 milioni di euro da parte della DDA che ha riguardato anche i beni di suo figlio Alfredo, attuale editore de L'Ora di Calabria", ha affermato.
"Con questi personaggi non ho rapporti, come testimoniano le pagine intrise di veleno delle testate che lo pseudoeditore accompagna al fallimento e che chiunque può consultare nelle biblioteche". Sono "almeno cinque anni che sono oggetto delle sue intimidazioni, da quando trascinai il centrodestra alla vittoria di Scopelliti. Anche in questo caso ho prodotto querele che hanno determinato rinvii a giudizio per diffamazioni varie che i giornali, purtroppo, non riportano".
"Questo 'signore' , lo sappiano i direttori dei grandi quotidiani , la Fnsi, l'Ordine e l'Inpgi, è stato rinviato a giudizio per violenza privata nei confronti del povero Alessandro Bozzo, un giornalista che si è tolto la vita dopo che lo stesso Citrigno lo aveva obbligato, secondo la Procura della Repubblica di Cosenza, a firmare un contratto capestro di 800 euro mensili , nonostante fosse redattore ordinario". I giornalisti che lavorano con Luciano Regolo "percepiscono 5-600 euro mensili , i loro contributi non vengono pagati , il loro futuro e' purtroppo opacizzato . Sono questi i miei detrattori. Gli stessi che rappresenterebbero la liberta' di stampa addirittura per il Corriere, per Repubblica, per il sole 24 ore, per il Giornale . per un quotidiano diretto dal figlio di un eroe, ucciso barbaramente da chi, sulle colonne di Repubblica, si erge ad intellettuale nonostante sia stato condannato a 22 anni di carcere".
L'Ora della Calabria: non ci faremo intimorire - "Se lo scopo della dichiarazione di Tonino Gentile è quello di intimorire o ridurre al silenzio me e tutta la redazione dell'Ora, sappia il senatore, che e' destinato a fallire". Lo afferma il direttore dell'Ora della Calabria, Luciano Regolo, commentando la nota del sottosegretario Antonio Gentile. "Ho letto con molta attenzione quanto sostiene, ma piuttosto che fornire una spiegazione del fosco accaduto che ho denunciato preferisce sparare fango sul padre dell'editore dell'Ora della Calabria per confondere le acque".