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L'aumento dei contagi e delle misure anti-covid ha reso impossibile incontrarsi di persona. Santori: "Ci manca la relazione vera, il rischio è che la comunità torni a frammentarsi"
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Entusiasmo, presenza e partecipazione. Queste le parole d'ordine delle Sardine durante il loro primo anno di vita. Il movimento è nato a Bologna il 14 novembre 2019, quando quattro ragazzi sono riusciti a riempire piazza Maggiore in contrapposizione al comizio di Matteo Salvini e Lucia Borgonzoni (candidata per il centrodestra, sconfitta alle regionali in Emilia-Romagna). Il primo compleanno del movimento si sarebbe dovuto festeggiare nella stessa piazza bolognese, ma per l'emergenza covid è stato organizzato online.
Avevano utilizzato uno degli strumenti preferiti dai giovani, i social, per radunare in piazza Maggiore più persone possibili, strette tra loro come sardine. I piccoli pesci da soli sono indifesi, ma in gruppo possono fare la differenza. Questa è l'idea alla base del movimento che non si è fermato a Bologna, ma ha raccolto molti consensi anche nelle altre città italiane. Durante i primi raduni pacifici i partecipanti si opponevano al "populismo" e chiedevano una maggiore rappresentanza ai partiti di sinistra.
© Facebook / L'Arcipelago delle Sardine
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"Oggi - racconta all'Ansa Mattia Santori, promotore e frontman del movimento - le Sardine sono più consapevoli e più mature. Abbiamo cambiato tanti habitat in soli 365 giorni. Molti, anche dalla nostra stessa parte della barricata, non vedono l'ora che Santori e le Sardine si facciano da parte, ma è nostro dovere continuare a provare a cambiare le cose". Se con una parte della sinistra, a cominciare dal segretario del Pd Nicola Zingaretti, si è creata un'intesa duratura, con un'altra fetta del partito del Nazareno i rapporti sono tesi. A Bologna, per esempio, il movimento, in vista delle elezioni comunali del 2021, ha invocato la scelta del candidato con le primarie, accusando alcuni dirigenti Dem di autoreferenzialità. Per il Pd locale questa richiesta è stata una mancanza di rispetto.
"Mi piace - dice Santori - contribuire a rendere viva la comunità di Bologna. E sono contento che le Sardine possano animare un dibattito politico che recentemente si era fatto poco coinvolgente. Sono fortunato a essere cresciuto in una città come Bologna, che da sempre è un laboratorio politico e sociale a cielo aperto, dove ogni giorno si tocca con mano la comunità. Siamo figli di Zanardi e di Dossetti, del mondo cooperativo e del volontariato sociale".
Per festeggiare il primo anno, le Sardine avevano invitato tutti a scrivere una lettera e a scambiarla con altre persone in quella piazza Maggiore in cui tutto era cominciato. L'aumento dei contagi per il covid e delle restrizioni anti.pandemia hanno però reso impossibile questo evento, che si è spostato sul web. "Ci manca la fisicità e la relazione vera - sottolinea Santori - non surrogata. E abbiamo paura che la comunità torni a frammentarsi, che prevalga la frustrazione e il senso di solitudine".
Da qui, anche sulla base degli errori commessi, la voglia di proseguire: "Le Sardine nascono con una richiesta ben precisa: non è più tempo di stare a guardare, è arrivata l'ora di mettersi in gioco. Uno spettatore non sbaglia mai, chi è in campo invece sbaglia tantissimo, ma alla fine è colui che fa la differenza, colui che ribalta gli equilibri, che crea entusiasmo. Tantissimi giovani ci hanno ringraziato - conclude il leader delle Sardine - e hanno scoperto di essere parte della politica grazie agli inviti del nostro movimento".