A Milano torna la polemica tra magistratura e politica, mentre a Palermo viene rinnovata la stima in Napolitano. A Torino, invece, lente puntata sui No Tav
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"Agli attacchi personali, al dileggio strumentale, talora alla infamante gogna mediatica e alle minacce cui sono stati sottoposti", i giudici "hanno saputo rispondere" usando "le armi" della "imparzialità". A dirlo è il presidente della Corte d'Appello di Milano, Giovanni Canzio, nella sua relazione per l'inaugurazione dell'anno giudiziario.
Agli "obblighi e responsabilità dei giudici", ha spiegato Canzio, si "auspica corrispondano analoghi, virtuosi comportamenti dei rappresentanti delle altre istituzioni e dei poteri dello Stato", i quali non devono "indebolire l'indipendenza della magistratura", delegittimandola "irragionevolmente".
Canzio ha quindi sottolineato, riferendosi (ma mai esplicitamente) alla richiesta di Berlusconi di trasferire i suoi processi, come la Cassazione "nel respingere la richiesta di rimessione di quei procedimenti ad altro distretto, ha preso una storica decisione". La Cassazione, spiega Canzio, "nel respingere la richiesta di rimessione di quei procedimenti ad altro distretto, motivata sul dubbio di una pregiudiziale prevenzione e parzialità dell'intero organo giudicante milanese, ha scrutinato la 'lampante infondatezza' della richiesta e ha sottolineato il 'commendevole impegno professionale del collegio', profuso 'nel pieno rispetto dei diritti processuali delle parti', al fine di definire i processi in tempi ragionevoli e 'attenti allo scorrere del tempo di prescrizione dei reati', impegno che 'dovrebbe apprezzarsi come nota di merito per ogni giudice'". Canzio dice di essere "convinto che i giudici milanesi non intendono fregiarsi di questa storica decisione come di una sorta di perenne attestato, acquisito una volta per tutte, bensì, forti della fiducia accordata, rinnovare il giuramento di fedeltà ai principi costituzionali che presidiano la giurisdizione, innanzitutto ai valori della terzietà e imparzialità".
A Palermo si parla di Napolitano - Se a Milano il discorso d'apertura dell'anno giudiziario ha fatto riferimento a Berlusconi, a Palermo, invece, il presidente della Corte d'appello, Vincenzo Oliveri, ha parlato di Napolitano, spiegando che con lui "abbiamo un debito di riconoscenza, per cui quando si è tentato di offuscare la sua immagine con il sospetto di sue interferenze in un grave procedimento in corso qui a Palermo, sospetti che i nostri giudici hanno dichiarato da subito totalmente infondati, sentiamo di dovergli rinnovare l'impegno, assunto col giuramento all'inizio del nostro lavoro, di fedeltà alla legge e alla Costituzione, di cui egli è supremo garante". Olivieri ha quindi spiegato come "i magistrati non hanno soltanto il dovere di essere imparziali, ma devono anche apparire come tali. Dunque, no all'esposizione mediatica, no a comportamenti impropri, no a carriere politiche inaugurate nel medesimo distretto dove il giorno prima il candidato indossava la toga".
A Torino il caso No Tav - Secondo il procuratore generale del Piemonte, Marcello Maddalena, in Italia esiste "un'area marginale ma non trascurabile di soggetti anarchici che, operando su un doppio livello, palese e occulto, costituiscono una minaccia per le regole costituzionali del Paese puntando, attraverso atti di terrorismo, all'eversione del sistema democratico". Il documento si riferisce a quanto accade nell'orbita del fenomeno No Tav: "Si è dovuta registrare - scrive - una ripresa delle attività riconducibili a matrice eversiva che si sono inserite nel più vasto e del tutto legittimo fenomeno". Il magistrato cita in particolare, come "segnale assai inquietante", l'invio di pacchi bomba.